Llibret amb els discursos de l'acte - Universitat Ramon Llull
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Conclusioni per un ricupero <strong>de</strong>lla conoscenza<br />
<strong>de</strong>lle radici da cui siamo nati<br />
Assai significativo è un monito di Eugène Ionesco (in L’i<strong>de</strong>ntità europea<br />
oggi), che andrebbe tenuto ben presente:<br />
“Gli uomini politici non sanno assolutamente l’importanza <strong>de</strong>lla cultura.<br />
Nel nostro mondo <strong>de</strong>spiritualizzato, la cultura è ancora l’ultima cosa che ci<br />
permette di superare il mondo quotidiano e di riunire gli uomini. La cultura<br />
unisce gli uomini, la politica li separa“.<br />
Testo, questo, da leggere insieme a quest’altro, sempre di Ionesco, che ne<br />
completa il concetto di fondo:<br />
“Solo l’arte e la filosofia, solo le interrogazioni vive possono tenere sveglia<br />
l’umanità e impedire che l’anima si assopisca, soltanto l’arte e la filosofia possono<br />
sviluppare il meglio che c’è in ciascuno di noi“.<br />
Affrontando il problema secondo tutt’altra ottica, Ionesco in un Discorso di<br />
a p e rtura <strong>de</strong>l Festival di Salisburg o, sviluppava pensieri che converg o n o<br />
perfettamente con quanto sto dicendo. Leggiamo la bella pagina contenuta nel<br />
finale <strong>de</strong>l discorso, che contiene un messaggio veritativo e toccante:<br />
“Le nozioni di amore e di contemplazione non sono più neanche nozioni<br />
diventate ridicole, sono completamente abbandonate. L’i<strong>de</strong>a stessa di metafisica,<br />
quando non anima le collere, suscita sogghigni. - La crisi è incominciata da molto<br />
tempo. Forse a partire dal diciassettesimo secolo, la cultura ha affrettato il proprio<br />
<strong>de</strong>cadimento. È diventata sempre più umanizzante, invece di essere<br />
spiritualistica. Ci sono sorrisi di santi, di angeli e di arcangeli sui volti <strong>de</strong>lle sculture<br />
che si trovano nelle cattedrali. Non sappiamo più guardarli. Gli uomini girano<br />
intorno in quella loro gabbia che è il pianeta, perché hanno dimenticato che si può<br />
guardare il cielo“.<br />
Purtroppo, la maggior parte <strong>de</strong>lle scuole di oggi, in vari paesi <strong>de</strong>ll’Europa,<br />
vorrebbero impegnarsi solamente a insegnare ai giovani a muoversi con <strong>de</strong>strezza<br />
nella loro gabbia <strong>de</strong>l pianeta. Ma si dimentica pressoché <strong>de</strong>l tutto che non solo si<br />
può guardare il cielo, ma che ci si <strong>de</strong>ve impegnare a fondo anche a insegnare ai<br />
giovani a guardarlo.<br />
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