Llibret amb els discursos de l'acte - Universitat Ramon Llull
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fondo che dà senso a tutto nel Tutto. Questa unità di fondo, a cui si è sempre<br />
anelato nella lettura <strong>de</strong>ll’opera platonica - ci viene in mente la lettera di Leibniz a<br />
Rémond, dove si fa cenno all’eventualità di ridurre l’opera di Platone a s i s t e m a 6 - ,<br />
è assunta da Reale a principio ermeneutico di lettura, non solo <strong>de</strong>l corpus<br />
platonico, ma di qualsiasi opera che sia opera di verità, di bellezza e di bontà.<br />
Il professor Giovanni Reale, come da lui stesso apprendiamo, iniziò a<br />
lavorare su Platone negli anni Cinquanta, quando si trovava a Marburgo. 7 Qui<br />
studiò l’interpretazione platonica <strong>de</strong>i neokantiani e, nei primi anni Sessanta, su<br />
raccomandazione <strong>de</strong>l professor Mario Untersteiner, eminente filologo, lesse il<br />
libro di Hans Krämer Arete bei Platon und Aristoteles (Hei<strong>de</strong>lberg 1959), un’opera<br />
che die<strong>de</strong> vita a un nuovo modo di leggere Platone: Krämer sosteneva, infatti,<br />
che per capire Platone non fosse sufficiente leggere il corpus platonico;<br />
bisognava ricorrere alla tradizione indiretta - come abbiamo <strong>de</strong>tto prima - e, tra<br />
questa, pren<strong>de</strong>re in consi<strong>de</strong>razione ciò che Aristotele aveva trasmesso di Platone.<br />
Quattordici anni prima, nel 1945, era stato pubblicato un importante libro di<br />
Harold Cherniss, The Riddle of the Early Aca<strong>de</strong>my (Berkeley-Los Angeles: University<br />
of California Press) che sosteneva che il testo platonico fosse autosufficiente per<br />
conoscere e capire il pensiero di Platone; non c’era dunque bisogno di<br />
incorporare la tradizione indiretta per leggere Platone. Era la tesi opposta a quella<br />
di Hans Krämer, professore a Tubinga, che lavorava insieme al filologo Konrad<br />
Gaiser, anch’egli professore <strong>de</strong>ll’Università di Tubinga, morto improvvisamente il<br />
3 maggio 1988.<br />
La traduzione italiana <strong>de</strong>l libro di Harold Cherniss vi<strong>de</strong> la luce solo nel<br />
1974. 8 Fu solo dopo la lettura di questo volume in italiano che il professor Reale<br />
propose a Hans Krämer di scrivere un pendant convinto che si sarebbe potuta<br />
trovare una posizione ermeneutica intermedia, di mediazione. Hans Krämer<br />
accettò la proposta, ma per motivi di lavoro non poté metterla in atto fino a<br />
qualche anno dopo, nel 1981. Il libro di Hans Krämer, Platone e i fondamenti <strong>de</strong>lla<br />
metafisica, 9 inaugurò nel 1982 la collana «Temi metafisici e problemi <strong>de</strong>l pensiero<br />
6 Nella lettera si legge la famosa frase di Leibniz: “Se qualcuno riducesse Platone a sistema ren<strong>de</strong>rebbe un<br />
gran<strong>de</strong> servizio all’umanità“ (G.W. LEIBNIZ, Brief zu Rémond: C.J. GERHARDT, Die philosophischen<br />
Schriften von G.W. Leibniz, III, Berlin: Weidmannsche Buchhandlung [1887] 1978, p. 637).<br />
7 Cfr. G. REALE, Per una nuova interpretazione..., p. XI. Per questa presentazione seguiamo da vicino la<br />
Prefazione di questo volume nella sua undicesima edizione, dove il professor Reale ci dà informazioni di<br />
prima mano. Il lettore trarrà profitto dalla lettura <strong>de</strong>ll’intera Prefazione.<br />
8 L’enigma <strong>de</strong>ll’Acca<strong>de</strong>mia antica, Firenze: La Nuova Italia 1974.<br />
9 Cfr. nota 3. Da tenere presente, <strong>de</strong>llo stesso Hans Krämer, il volume La nuova immagine di Platone, Napoli:<br />
Bibliopolis 1986.<br />
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