la vera bibbia ei libri deuterocanonici - Pentecostali - Apologetica ...
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normativo; tale storia ebbe una fase decisiva, se non finale, nel sec. IV ad opere di Esdra.<br />
L‘importanza di questa raccolta fu tale che con il termine ―Legge‖ a volte si soleva designare tutto<br />
l‘A.T.<br />
I Profeti. Un dato abbastanza sicuro indica il termine del processo di canonizzazione del<strong>la</strong> seconda<br />
raccolta.<br />
Verso il 180 a.C. l‘autore dell‘Ecclesiastico, tessendo l‘elogio degli antenati, enumera i vari<br />
personaggi esattamente secondo l‘ordine d<strong>ei</strong> corrispondenti <strong>libri</strong> del<strong>la</strong> seconda raccolta<br />
(Eccl. 46,1 – 49,15). Mezzo secolo più darti (verso il 130) il nipote dell‘autore dell‘Ecclesiastico<br />
(nel prologo) tra <strong>la</strong> Legge e gli altri ―Scritti‖ d<strong>ei</strong> padri nomina anche i ―Profeti‖ come una<br />
collezione ben distinta.<br />
Possiamo dunque affermare che <strong>la</strong> canonizzazione del<strong>la</strong> seconda raccolta era già terminata n<strong>ei</strong> primi<br />
anni del sec. II a.C.? E‘ verosimile, ma non certo.<br />
Che essa fosse terminata prima del<strong>la</strong> terza non si può arguire con certezza dalle espressioni dove <strong>la</strong><br />
formu<strong>la</strong> ―Legge e Profeti‖ equivale a tutto l‘A.T.: si tratta infatti del<strong>la</strong> designazione delle parti<br />
principali per il tutto, cioè di una sineddoche.<br />
Gli Scritti. Ezechia re Giuda (718-689) fece raccogliere un certo numero di proverbi di Salomone<br />
(Prov. 25,1) e istituì o rego<strong>la</strong>mentò il canto liturgico d<strong>ei</strong> salmi di Davide e Asaf (2 Cron 29,30):<br />
sono le prime collezione appartenenti al<strong>la</strong> terza raccolta.<br />
La canonizzazione degli ―Scritti‖ dunque, iniziata con Ezechia, si andò sviluppando a poco a poco:<br />
non si può stabilire quando sia giunta a compimento.<br />
Dal fatto che i Giud<strong>ei</strong> aggiunsero al<strong>la</strong> Legge anche i Profeti e gli Scritti, possiamo concludere che<br />
essi riconoscevano al<strong>la</strong> seconda e al<strong>la</strong> terza raccolta lo stesso valore normativo attribuito al<strong>la</strong> Legge,<br />
cioè le consideravano raccolte di <strong>libri</strong> sacri.<br />
Esdra autore del canone d<strong>ei</strong> protocanonici?<br />
Fu opinione di vari scrittori ecclesiastici che Esdra avesse formato e chiuso il canone. L‘opinione si<br />
diffuse <strong>la</strong>rgamente fra protestanti e cattolici e dominò fino ai nostri giorni passando come<br />
tradizionale: secondo i protestanti Esdra avrebbe chiuso il canone in modo che non sarebbe più stato<br />
permesso aggiungervi altri <strong>libri</strong>, mentre i cattolici sostenevano che i Giud<strong>ei</strong> di Alessandria vi<br />
avessero aggiunto più tardi i <strong>deuterocanonici</strong>.<br />
Oggi questa opinione circa il ruolo di Esdra è universalmente abbandonata, perché i documenti su<br />
cui si fondava (IV Esdra, F<strong>la</strong>vio Giuseppe, Talmud) questo punto non sono degni di fede, perché se<br />
<strong>vera</strong>mente Edra avesse chiuso il canone, ne resterebbero perciò esclusi i <strong>libri</strong> protocanonici delle<br />
Cronache, di Esdra-Neemia e dell’Ecclesiaste, che si ritengono posteriori a Esdra.<br />
Almeno ad Alessandria il canone comprendeva anche i <strong>deuterocanonici</strong>. I codici del<strong>la</strong> Bibbia greca<br />
alessandrina, detta ―versione d<strong>ei</strong> LXX‖, (settanta) contengono i <strong>deuterocanonici</strong>, e non in<br />
appendice, come se fossero di altro genere, ma nel corpo, mesco<strong>la</strong>ti ai protocanonici: dunque gli<br />
Ebr<strong>ei</strong> di Alessandria attribuivano loro lo stesso valore.<br />
Probabilmente anche in Palestina il canone comprendeva i <strong>deuterocanonici</strong>, perché tra le due<br />
comunità giudaiche di Gerusalemme e di Alessandria corsero sempre buoni rapporti,<br />
partico<strong>la</strong>rmente in materia di Libri Sacri. Questi buoni rapporti difficilmente sarebbero durati se<br />
gli alessandrini avessero considerati come sacri alcuni <strong>libri</strong> non ritenuti tali dai palestinesi.<br />
All‘epoca di Nostro Signore a Gerusalemme esisteva almeno una sinagoga per gli Ebr<strong>ei</strong><br />
alessandrini (Atti 6,9); ora una delle pratiche eseguite nel<strong>la</strong> sinagoga era <strong>la</strong> lettura del<strong>la</strong> Bibbia e,<br />
naturalmente, il testo usato nel<strong>la</strong> sinagoga alessandrina di Gerusalemme era <strong>la</strong> versione greca d<strong>ei</strong><br />
LXX, che conteneva anche i <strong>deuterocanonici</strong>. Siccome non consta che i gerosolimitani abbiano<br />
protestato, è presumibile che essi non fossero ostili ai <strong>deuterocanonici</strong>.<br />
Gli stessi apostoli usavano <strong>la</strong> Bibbia d<strong>ei</strong> LXX, questo è un fattore determinante per assicurare<br />
l‘effettiva ispirazione d<strong>ei</strong> 7 <strong>libri</strong> del V.T., in quanto in nessuno degli scritti apostolici troviamo<br />
avvertimenti verso i 7 <strong>libri</strong>, oltretutto troviamo alcune loro citazioni nel N.T.