la vera bibbia ei libri deuterocanonici - Pentecostali - Apologetica ...
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Con Origene (prima metà del III sec.), ci troviamo di fronte a un‘imponente opera di tipo<br />
schiettamente filologico su tutta <strong>la</strong> Bibbia, dove l‘autore mette a frutto <strong>la</strong> competenza acquisita in<br />
un ambiente tradizionalmente impregnato di studi filologici e critici qual era quello alessandrino fin<br />
dall‘età ellenistica. Dell‘AT curò un‘edizione monumentale, l‘Hexap<strong>la</strong>, dove, in s<strong>ei</strong> colonne, veniva<br />
presentato testo ebraico, traslitterazione greca dell‘ebraico, e le diverse versioni greche esistenti<br />
(Settanta, Simmaco, Aqui<strong>la</strong> e Teodozione), con segni diacritici per segna<strong>la</strong>re problemi testuali.<br />
Questa edizione fu consultata nel<strong>la</strong> biblioteca di Cesarea per molti secoli, finché andò perduta (VII<br />
sec.). È incerto, ma improbabile, che Origene abbia curato anche un‘edizione del NT, ma n<strong>ei</strong> suoi<br />
commenti esegetici (a Mt, a Gv) egli dimostra comunque interessi testuali: si preoccupa di<br />
segna<strong>la</strong>re varianti da lui reperite n<strong>ei</strong> mss e le discute.<br />
Anche Eusebio di Cesarea (fine del III-inizio del IV sec.), seguace e continuatore in questo di<br />
Origene, si distinse per gli studi biblici di tipo erudito. Fu lui ad e<strong>la</strong>borare un sistema, i cosiddetti<br />
Canoni, per segna<strong>la</strong>re i passi d<strong>ei</strong> Vangeli che presentano d<strong>ei</strong> paralleli. Tale sistema è tuttora<br />
registrato nelle edizioni moderne con numeri a margine del testo d<strong>ei</strong> Vangeli.<br />
Gero<strong>la</strong>mo (347 ca.-420) è il famoso autore del<strong>la</strong> Vulgata, <strong>la</strong> revisione delle traduzioni <strong>la</strong>tine<br />
precedenti che diventerà <strong>la</strong> versione ufficiale del<strong>la</strong> Chiesa fino, si può dire, a oggi. Anch‘egli si<br />
dimostra filologo sagace con numerose annotazioni critico-testuali nelle sue opere. Egli dimostra di<br />
conoscere esattamente un buon numero di errori di trascrizione, discute varianti a certi passi; in<br />
partico<strong>la</strong>re, afferma di conoscere (in Adversus Pe<strong>la</strong>gianos 2,15), attraverso mss greci, un‘ampia<br />
aggiunta al<strong>la</strong> finale di Mc, che solo nel XX sec. è stata scoperta in un ms (= W) acquistato da Ch. L.<br />
Freer nel 1906 ed edito nel 1908 come Freer-Logion. (Vorr<strong>ei</strong> che non si sottovalutasse tale<br />
ispirazione di Gero<strong>la</strong>mo...)<br />
Agostino (354-430) non è da meno come filologo e biblista. Egli è autore di un trattato De consensu<br />
evangelistarum, in cui fece il punto sull‘annosa questione delle discordanze tra i Vangeli e sul<br />
rapporto tra i Vangeli; in un interessante carteggio con Gero<strong>la</strong>mo sollevò numerosi rilievi critici al<strong>la</strong><br />
sua traduzione mostrando perplessità per il fatto che le innovazioni apportate al<strong>la</strong> forma testuale<br />
comunemente diffusa potevano creare scandalo tra i fedeli. Ma anche nel<strong>la</strong> discussione di varianti<br />
su punti specifici si dimostra acuto, come a proposito di Mt 27,9 (in De cons. evang. III,7,29) dove<br />
una citazione di Zaccaria viene presentata dal<strong>la</strong> maggioranza d<strong>ei</strong> mss con <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> «per bocca del<br />
profeta Geremia», mentre pochi mss omettono il nome di Geremia. Agostino percepisce e formu<strong>la</strong> il<br />
criterio del<strong>la</strong> lectio difficilior, per cui è preferibile mantenere il nome di Geremia, in quanto è più<br />
facile che sia stato omesso che non il contrario. Al<strong>la</strong> fine lo stesso Giro<strong>la</strong>mo si troverà d'accordo<br />
con Agostino, e Agostino si troverà d'accordo su molti punti, anzi tutti, con Giro<strong>la</strong>mo.<br />
Successivamente, per tutto il Medioevo e l‘Umanesimo, quando non era diffusa <strong>la</strong> conoscenza del<br />
greco in Occidente, gli sforzi critici, quando ci furono, furono diretti a correggere <strong>la</strong> Vulgata sul<strong>la</strong><br />
base di altre traduzioni <strong>la</strong>tine, alcune delle quali sorte fra le varie correnti eretiche dentro <strong>la</strong> Chiesa<br />
stessa, provocando colossali fenomeni di contaminazione n<strong>ei</strong> mss del<strong>la</strong> Vulgata. Solo in età<br />
rinascimentale si incominciò a utilizzare mss greci.<br />
―Ora, ciò che mi preme far notare, sono "queste radici"...e i nomi che vengono fatti, essi<br />
appartenevano, in qualità di vescovi al<strong>la</strong> Chiesa Cattolica, mi farebbe piacere che qualcuno<br />
constatasse dove erano all'epoca i Protestanti, gli Evangelici ed altri che oggi RIFIUTANO a priori<br />
queste radici storiche. Valutando <strong>la</strong> questione SACRALE del<strong>la</strong> successione Apostolica, sancita<br />
nello stesso Credo che tutti formuliamo, e non sottovalutando gli altri testi di questi vescovi, in cui<br />
par<strong>la</strong>no del<strong>la</strong> Chiesa Cattolica quale unica e <strong>vera</strong> proveniente dagli Apostoli, e del vescovado di<br />
Roma, quale punto di riferimento di autorità evangelica (??)‖ (ndr, Caterina su Difendere <strong>la</strong> <strong>vera</strong><br />
fede- MSN)<br />
La prima versione greca del<strong>la</strong> Bibbia (sec. III-II a.C.) sorse ad Alessandria d‘Egitto, destinata ai<br />
Giud<strong>ei</strong> ellenisti ivi residenti, i quali generalmente, non capivano più l‘ebraico. Incominciava verso<br />
<strong>la</strong> metà del sec. III a.C., terminò sul<strong>la</strong> fine del sec. II a.C. La versione è detta Alessandrina dal