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la vera bibbia ei libri deuterocanonici - Pentecostali - Apologetica ...

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secolo IV d.C. Essi sono stati poi dichiarati canonici dal<strong>la</strong> Chiesa cattolica nel Concilio di Trento<br />

(1546). Da allora divenne comune il nome di <strong>libri</strong> Deuterocanonici (appartenenti al secondo canone<br />

o elenco). I Protestanti li chiamano generalmente Apocrifi, paro<strong>la</strong> che originariamente significava<br />

―nascosti‖. I Riformatori del secolo XVI non li hanno riconosciuti come canonici. Li hanno però<br />

considerati utili per l'edificazione personale e li hanno messi in appendice al<strong>la</strong> Bibbia. Così, ad<br />

esempio, <strong>la</strong> confessione di fede detta ―La Rochelle‖ (1559) dichiara a questo proposito: ―benché<br />

utili, non è possibile fondare su di essi alcun articolo di fede‖. Le Chiese ortodosse, anche se non<br />

hanno mai preso alcuna decisione ufficiale li includono nelle loro Bibbie‖.<br />

LA BIBBIA EBRAICA<br />

A CURA DI RAV DARIO DISEGNI<br />

Il Rabbino Dario Disegni (1878-1967) ha tradotto in quattro volumi il Tanak. La paro<strong>la</strong> Tanak<br />

designa per gli ebr<strong>ei</strong> <strong>la</strong> Bibbia e deriva da TNK, le iniziali di Torah (<strong>la</strong> Legge, il Pentateuco),<br />

Neviim (i Profeti) e Ketuvim (gli Scritti o Agiografi).<br />

Nel 1960 uscì <strong>la</strong> traduzione del primo volume Torah e Haftaroth, seguita nel 1962 da quel<strong>la</strong> d<strong>ei</strong><br />

Profeti Anteriori, nel 1964 dai Profeti Posteriori e infine, nel 1967, a pochi mesi dal<strong>la</strong> scomparsa di<br />

Rav Disegni, il volume degli Agiografi.<br />

La Torah o Pentateuco è <strong>la</strong> prima parte del<strong>la</strong> Bibbia. Si divide in 5 parti che prendono il nome dal<strong>la</strong><br />

prima o da una delle prime parole con cui hanno inizio.<br />

Genesi = Bereshit (All'inizio)<br />

Esodo = Schemot (Questi sono i nomi)<br />

Levitico = Va-icrà (E chiamò)<br />

Numeri= Bemidbar (Nel deserto)<br />

Deuteronomio= Devarim (Queste sono le parole)<br />

Il contenuto del<strong>la</strong> Torah è duplice: narrativo e legis<strong>la</strong>tivo. La parte narrativa è fondata sia su<br />

avvenimenti storici che su racconti. La Torah narra, dopo i racconti di creazione, in quale modo si<br />

creò un legame speciale tra il Signore ed Abramo, come tale patto fu rinnovato con i discendenti di<br />

Abramo via via fino al<strong>la</strong> generazione di coloro che uscirono dall'Egitto e ricevettero il decalogo e <strong>la</strong><br />

promessa del<strong>la</strong> terra di Canaan.<br />

La parte legis<strong>la</strong>tiva comprende nell'interpretazione rabbinica oltre ai sette precetti cosiddetti ―d<strong>ei</strong><br />

figli di Noè‖ cioè obbligatori per tutta l'umanità, 613 precetti (Mizvoth) d<strong>ei</strong> quali 248 (quanto gli<br />

organi del corpo umano) positivi e 365 negativi (quanto i giorni dell‘anno so<strong>la</strong>re). Tale parte ha lo<br />

scopo di insegnare agli Ebr<strong>ei</strong> quale sia il comportamento cui debbono attenersi per conformarsi al<strong>la</strong><br />

volontà divina. La tradizione ebraica attribuisce <strong>la</strong> Torah a Mosè che l'avrebbe scritta sotto<br />

ispirazione divina. Gli ultimi versetti che par<strong>la</strong>no del<strong>la</strong> morte di Mosè, sono attribuiti a Giosuè.<br />

E' uso antichissimo nelle comunità ebraiche di leggere pubblicamente a brani successivi tutta <strong>la</strong><br />

Torah consecutivamente, da Bereshit a Devarim. A tale scopo <strong>la</strong> Torah è stata divisa in 54<br />

parascioth, tale essendo, secondo il calendario ebraico, il numero massimo di sabati non<br />

corrispondenti a giorni di festa solenne (mo'ed) o di mezza festa (chol hammo'ed) dell'anno.<br />

Le paraschiot prendono il nome dal<strong>la</strong> prima o da una delle prime parole con cui hanno inizio. La<br />

prima (Bereshit) si legge nel sabato successivo a Simchat-Torah (in Erez Israel a Sceminì'Atsèreth),<br />

<strong>la</strong> festa del<strong>la</strong> ―gioia del<strong>la</strong> Torah‖.<br />

Col nome di Haftarà (plurale Haftaroth) si intende un passo tratto dai <strong>libri</strong> d<strong>ei</strong> Profeti che si legge<br />

dopo quello del Pentateuco (parascià) le mattine d<strong>ei</strong> sabati e d<strong>ei</strong> giorni di festa solenne.<br />

L'etimologia del nome haftarà è incerta. Probabilmente il significato è ―(lettura) che rende esente‖,<br />

dato che, in tempi di persecuzioni in cui era stata vietata <strong>la</strong> lettura pubblica del<strong>la</strong> Torah, si leggeva<br />

l'haftarà (che esentava dal<strong>la</strong> lettura del<strong>la</strong> parascià).

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