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la vera bibbia ei libri deuterocanonici - Pentecostali - Apologetica ...

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tutti i corruttori e vio<strong>la</strong>tori del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> di Dio, siano puniti dai vescovi secondo il diritto o <strong>la</strong><br />

discrezione d<strong>ei</strong> vescovi stessi. (Questa ampia parte e diverse pagine che seguono, sono tratte dal sito<br />

sopra menzionato avventista come si può verificare dai collegamenti ipertestuali che ho <strong>la</strong>sciato<br />

volutamente attivi, basta cicc<strong>la</strong>re sopra le scritte in blu per collegarsi con tale sito, ndr).<br />

La Chiesa Cattolica per lungo tempo riconobbe come versione ufficiale solo <strong>la</strong> Vulgata per il terrore<br />

di manipo<strong>la</strong>zioni del testo sacro da parte degli ebr<strong>ei</strong>, degli eretici, degli ortodossi e d<strong>ei</strong> musulmani<br />

(ormai padroni incontrastati d<strong>ei</strong> patriarcati di Gerusalemme, Antiochia, Alessandria e<br />

Costantinopoli). Di fatto, il testo <strong>la</strong>tino del<strong>la</strong> Vulgata, pur datato e con i suoi limiti, non era per<br />

nul<strong>la</strong> disprezzabile, trattandosi di una versione ottenuta da Giro<strong>la</strong>mo utilizzando i testi originali<br />

greci ed ebraici. Dopo un iniziale diffidenza verso le traduzioni nelle varie lingue nazionali<br />

(innescata soprattutto dal timore del protestantesimo), <strong>la</strong> Bibbia venne integralmente tradotta in<br />

lingua inglese verso il 1610 (celebre è <strong>la</strong> versione Douay-Rh<strong>ei</strong>ms) ed in lingua italiana verso il<br />

1780 (famosissima è <strong>la</strong> traduzione in lingua italiana del<strong>la</strong> Vulgata curata dall'arcivescovo di Firenze<br />

Antonio Martini che peraltro ebbe grande diffusione fino al XX secolo).<br />

Tutto il protestantesimo continuò però ad accusare <strong>la</strong> Chiesa cattolica di attaccamento superstizioso<br />

e bigotto al<strong>la</strong> Vulgata e di immotivato rifiuto delle traduzioni dai testi originali. Dal<strong>la</strong> seconda metà<br />

del 1500 le chiese riformate, in chiara polemica con <strong>la</strong> chiesa cattolica, fecero costante riferimento<br />

al cosiddetto Textus Receptus, ricostruito da Erasmo e da Robert Estienne. Le famose versioni<br />

italiana del Diodati, tedesca di Lutero ed inglese di King James sono state infatti ottenute proprio<br />

partendo da tale testo.<br />

Il Textus Receptus (come già accennato) era però tutt'altro che perfetto e, secondo <strong>la</strong> critica testuale<br />

moderna, risultava pesantemente condizionato da aggiunte, arricchimenti ed abbellimenti del testo<br />

originale. Di qui nascevano i timori e le chiusure del<strong>la</strong> chiesa cattolica: il testo greco che<br />

rappresentava, almeno in parte, <strong>la</strong> tradizione testuale del<strong>la</strong> chiesa bizantina era stato ricostruito da<br />

Erasmo da Rotterdam (già accennato) utilizzando alcuni manoscritti poco affidabili (due<br />

provenienti da una biblioteca monastica di Basilea ed uno risalente al XII secolo) e, in non pochi<br />

punti (soprattutto per il libro dell'Apocalisse), lo stesso Erasmo si era addirittura affidato al<strong>la</strong><br />

Vulgata, ritraducendo in greco il testo <strong>la</strong>tino.<br />

Solo dopo <strong>la</strong> scoperta e <strong>la</strong> pubblicazione del Codice Sinaitico da parte di Tishendorf (1862) molti<br />

studiosi cattolici e protestanti hanno tentato di ricostruire il testo greco originale, abbandonando<br />

pregiudizi, sospetti e superstizioni. Il Codice Sinaitico (oggi conservato al British Museum di<br />

Londra) ed il Codice Vaticano (ospitato dal<strong>la</strong> grande biblioteca vaticana a Roma) risultano infatti<br />

molto antichi (IV secolo), sostanzialmente concordi e, molto probabilmente, liberi da corruzione.<br />

Con i due codici sopraddetti concordano anche papiri molto antichi come P45 o Chester Beatty I<br />

(inizi del III secolo), P46 o Chester Beatty II (II secolo) e P75 o Bodmer XIV-XV (II secolo).<br />

Per il Nuovo Testamento <strong>la</strong> ricostruzione critica del testo greco originale è stata quindi portata<br />

avanti da Westcott e Hort verso <strong>la</strong> fine del XIX secolo, mentre nel XX secolo si sono distinte le<br />

varie versioni curate da Nestlé e A<strong>la</strong>nd e recentemente rivedute da Martini e Metzger.<br />

Oggi le versioni bibliche più accreditate (Bibbia di Garofalo, Bibbia di Galbiati, Bibbia di Nardoni,<br />

Bibbia di Gerusalemme, Bibbia C<strong>ei</strong>, Bibbia Riveduta di Luzzi, Nuova Riveduta) hanno<br />

definitivamente abbandonato <strong>la</strong> Vecchia Vulgata ed il Textus Receptus per fare costante<br />

riferimento ai testi originali, anche se tra gli ortodossi ed in molte chiese evangeliche esiste tuttora<br />

un elevato numero di convinti difensori del Textus Receptus. La Chiesa cattolica ha quindi<br />

recentemente curato una splendida revisione del<strong>la</strong> Vulgata sui testi originali, oggi disponibile in<br />

lingua <strong>la</strong>tina: <strong>la</strong> Nova Vulgata.<br />

Si trattava, più precisamente, d<strong>ei</strong> seguenti manoscritti: 1eap (XII secolo), 1r (XII secolo), 2e (XII-<br />

XIIIsecolo), 2ap (XII secolo), 4ap (XV secolo) e 7p (XIV-XV secolo).<br />

Secondo Wescott e Hort (protestanti) sarebbe possibile identificare ben quattro grandi famiglie<br />

testuali: il testo occidentale, il testo cesariense, il testo bizantino ed il testo neutrale.

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