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la vera bibbia ei libri deuterocanonici - Pentecostali - Apologetica ...

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L‟antropopatismo è una metafora che attribuisce a Dio sentimenti umani, come pentirsi, adirarsi,<br />

dimenticarsi (Gen 6,6; Es 32,10 ss.).<br />

Se è vero che lo scrittore sacro, secondo il gusto orientale, abbonda nell‘uso del linguaggio<br />

metaforico, non ne segue che si debbano vedere metafore in ogni paro<strong>la</strong>.<br />

L‘orientale inoltre, nel suo linguaggio popo<strong>la</strong>re e primitivo, talvolta attribuisce un effetto<br />

direttamente al<strong>la</strong> causa prima, a Dio, prescindendo da tutte le cause intermedie. Similmente egli non<br />

distingue le diverse sfumature del<strong>la</strong> casualità (volere, comandare, desiderare, permettere, non<br />

impedire, tollerare, ecc.). Così si spiegano benissimo alcuni testi, che, presi come suonano,<br />

direbbero un senso inaccettabile.<br />

Per es. Iddio indurisce il cuore del Faraone significa: Dio permette che il Faraone si ostini a non<br />

<strong>la</strong>sciar partire il popolo (Es 4,21 ecc.); del resto questa frase è alternata con l‘altra: Il Faraone<br />

indurisce il suo cuore (Es 8,11). Similmente sembra che Iddio spinga Davide a fare il censimento,<br />

reputato poi colpa; invece egli so<strong>la</strong>mente permette che lo spirito del male spinga Davide a fare il<br />

censimento (cf 2 Sam 24,1 con Cron 21,1).<br />

Se si leggono questi versetti in 2 Sam 24 e ss., sembrerebbe che Dio prima spinga Davide a fare il<br />

censimento, poi al versetto 16 leggiamo che il Signore si pentì di aver fatto morire di peste<br />

settantami<strong>la</strong> persone, ecco che qui troviamo l‘antropopatismo, sembra che Dio si pente di quello che<br />

ha fatto, proprio come fa un uomo. Ma è ovvio e scontato che Dio non può sbagliare, si pente solo<br />

chi sbaglia, ma Dio non sbaglia mai, quindi il suo pentimento è solo metaforico, e sta ad indicare<br />

il suo infinito amore paterno per il suo popolo, bisogna quindi stare attenti a interpretare nel giusto<br />

modo le Scritture, bisogna saper distingue il senso poetico e metaforico dagli altri sensi scritturali.<br />

Tutte queste precisazioni e delucidazioni forse faranno storcere il naso a qualche fratello protestante<br />

convinto che questi studi non servano, perché il Signore par<strong>la</strong> ai semplici, e suggerisce il giusto<br />

significato delle Scritture n<strong>ei</strong> cuori d<strong>ei</strong> semplici. Certo è vero che il Signore par<strong>la</strong> ai semplici, ma<br />

chi sono questi semplici? Quanta purezza di cuore serve affinché Dio si degni di par<strong>la</strong>re al cuore<br />

degli uomini che si autodefiniscono semplici?<br />

Nel<strong>la</strong> semplicità intesa da Gesù era implicitamente inclusa una elevatissima spiritualità, una<br />

elevatissima carità, e una elevatissima purezza di cuore, ma chi tra di noi può attribuirsi tutto<br />

questo?<br />

Dio indubbiamente può rive<strong>la</strong>re <strong>la</strong> sua dottrina a chiunque egli voglia, ma è anche certo che ha dato<br />

le chiavi interpretative al<strong>la</strong> Sua Chiesa, al<strong>la</strong> Chiesa del Suo Figlio.<br />

Sono sotto gli occhi di tutti le forti divergenze dottrinali tra i vari gruppi protestanti, che variano da<br />

un punto all‘altro degli estremismi, con vari punti intermedi, ecco il frutto delle presuna semplicità<br />

e umiltò, che ogni gruppo protestante assicura di avere, osservando le loro divergenze verrebbe da<br />

pensare come più volte detto che lo Spirito Santo non abbia le idee chiare circa <strong>la</strong> dottrina cristiana,<br />

ma il risultato invece è che proprio queste divergenze sono <strong>la</strong> prova che il protestantesimo è solo un<br />

vano tentativo di inventare nuove dottrine, spesso in buona fede, magari portando qualche<br />

innovazione come ad esempio i cantici che rallegrano <strong>la</strong> liturgia cristiana, oppure rafforzando lo<br />

spirito comunitario e di fratel<strong>la</strong>nza, ma togliendo questi aspetti indubbiamente positivi restano gli<br />

errori dottrinali che provano le errate dottrine d<strong>ei</strong> protestanti.<br />

Ed ecco che le spiegazioni date in questo capitolo circa <strong>la</strong> storia del canone, il metodo per<br />

riconoscere l‘ispirazione d<strong>ei</strong> Libri Sacri, le varie forme letterarie antiche, e le varie distinzioni tra i<br />

differenti stili scritturali servono e dimostrano l‘estrema serietà che ha sempre avuto <strong>la</strong> Chiesa<br />

cattolica romana nel verificare, dimostrare e garantire l‘affidabilità delle Sacre Scritture e <strong>la</strong> loro<br />

ispirazione divina.<br />

A primo approccio sembrerebbe che <strong>la</strong> Chiesa cattolica romana ami rendere più difficile il metodo i<br />

apprendimento delle Sacre Scritture, ma basta riflettere un tantino per accorgersi che <strong>la</strong> Chiesa di<br />

Roma fornisce i metodi chiari (magari lunghi da studiare) e sicuri per interpretare correttamente le<br />

Sacre Scritture, le chiese protestanti invece nonostante predichino che chiunque può capire <strong>la</strong><br />

Bibbia poi finiscono col spiegar<strong>la</strong> ognuno a modo proprio.

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