la vera bibbia ei libri deuterocanonici - Pentecostali - Apologetica ...
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perché lo Spirito di Verità che è in noi ci fa sentire in maniera inequivocabile che non è un principio<br />
accettabile.<br />
O se, rivoltando <strong>la</strong> frase, affermassimo che l' unica motivazione per <strong>la</strong> quale accettiamo il<br />
Purgatorio è perché lo Spirito di Verità che è in noi ci attesta in maniera inequivocabile che esso è<br />
vero. Secondo voi cosa direbbero gli evangelici? Però loro pretendono che questo ragionamento,<br />
che loro non accetterebbero da noi, noi dovremmo accettarlo se lo fanno loro!<br />
Il fatto che propongano un quarto principio come questo e, per di più, che venga tranquil<strong>la</strong>mente<br />
accettato come prova, dimostra che non hanno neppure il senso del ridicolo!‖<br />
ISPIRAZIONE O DETTATATURA?<br />
E‘ bene tenere sempre in mente (e ribadire) che ispirazione non vuol dire dettatura, perché da dati<br />
certissimi risulta che gli agiografi hanno portato il loro personale contributo al<strong>la</strong> stesura d<strong>ei</strong> Libri<br />
Sacri; spesso par<strong>la</strong>no delle fonti di cui hanno fatto uso, come l‘autore del libro di Esdra e Neemia,<br />
del secondo d<strong>ei</strong> Maccab<strong>ei</strong>, (riassunto costato grande fatica all‘autore; 2 Mac 2,24-28), del terzo<br />
Vangelo (Lc 1,1-3) ecc., altre volte i fatti narrati sono desunti dal<strong>la</strong> personale esperienza<br />
dell‘agiografo, come è il caso del Pentateuco per Mosè, del primo e del quarto vangelo per<br />
S. Matteo e S, Giovanni (apostoli, e quindi testi ocu<strong>la</strong>ri di molti fatti narrati), degli Atti (dove Luca<br />
registra fatti ai quali egli stesso fu presente) ecc.. Dunque gli agiografi non furono strumenti passivi<br />
ma attivi.<br />
E‘ generalmente ammesso che chiunque dia un qualunque contributo intellettuale al<strong>la</strong> composizione<br />
del libro ispirato partecipa dell‘ispirazione dell‘agiografo, nel<strong>la</strong> misura necessaria per <strong>la</strong><br />
composizione del libro stesso. Poiché vi possono essere varie specie di col<strong>la</strong>boratori, occorre<br />
stabilire in quale misura ciascuno di essi partecipi dell‘ispirazione.<br />
L’estensore o redattore, ossia colui che, ricevuto a voce l‘argomento dal maestro, lo mette in<br />
iscritto o lo svolge da sé. E‘ il caso dell‘episto<strong>la</strong> agli Ebr<strong>ei</strong>, il cui autore, S. Paolo, sembra ne abbia<br />
affidato <strong>la</strong> redazione a un discepolo. In tali casi il redattore porta un notevole contributo intellettuale<br />
al<strong>la</strong> composizione del libro, e quindi gli occorre una partecipazione all‘ispirazione del maestro, in<br />
misura proporzionata.<br />
Prima di tutto l‘illuminazione dell‘intelligenza, perché con <strong>la</strong> sua mente deve concepire il <strong>la</strong>voro;<br />
inoltre occorrerà <strong>la</strong> mozione del<strong>la</strong> volontà, non essendo sufficiente l‘ordine di scrivere datogli dal<br />
maestro, perché questo ordine non sarebbe una mozione immediata del<strong>la</strong> sua volontà; avrà poi<br />
bisogno anche dell‘assistenza alle facoltà esecutive, che non è necessario abbia il maestro.<br />
Ci può essere pure un segretario o amanuense, ossia colui che scrive sotto dettatura del maestro.<br />
E‘ il caso di Baruc, al quale Geremia detta le sue profezie, e di Terzo, al quale S. Paolo detta <strong>la</strong> sua<br />
lettera ai Romani.<br />
Al segretario non necessariamente serve <strong>la</strong> partecipazione all‘ispirazione del maestro.<br />
I documenti del magistero ecclesiastico dicono che i Libri Sacri sono stati scritti sotto l‘ispirazione<br />
dello Spirito Santo, che in essi è stato scritto dagli agiografi tutto quello e solo quello che il<br />
medesimo Spirito Santo volle, che hanno Dio per autore, che come tali sono stati consegnati al<strong>la</strong><br />
Chiesa. L‘ispirazione, considerata nel libro ispirato non può ammettere gradazioni diverse. Quindi<br />
non c‘è qualche libro che sia ispirato più o meno di un altro, e <strong>la</strong> Chiesa li accoglie e li tratta tutti<br />
―con uguale sentimento di pietà e di rispetto‖. Perciò è da riprovare <strong>la</strong> graduatoria ammessa:<br />
a) dagli Ebr<strong>ei</strong> del Medio Evo, i quali ritenevano che <strong>la</strong> ―Legge‖ fosse dovuta al<strong>la</strong> bocca di Dio,<br />
i ―Profeti‖ allo Spirito profetico, e gli ―Scritti‖ allo Spirito Santo, attribuendo al<strong>la</strong> prima<br />
categoria maggiore autorità che al<strong>la</strong> seconda e al<strong>la</strong> seconda più che al<strong>la</strong> terza;<br />
b) da alcuni protestanti moderni, i quali identificando l‘ispirazione con un certo entusiasmo<br />
religioso, distinguono un grado di ispirazione supremo (per es. in alcuni salmi), uno medio<br />
(per es. nell‘Ecclesiaste), uno infimo (per es. nel libro di Ester);<br />
c) da alcuni cattolici, i quali attribuirono minore autorità ai <strong>libri</strong> <strong>deuterocanonici</strong>, pur<br />
ritenendoli ispirati.