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la vera bibbia ei libri deuterocanonici - Pentecostali - Apologetica ...

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1. Gli apostoli e Gesù usavano, leggevano e citavano dal<strong>la</strong> versione d<strong>ei</strong> Settanta, che conteneva<br />

i <strong>deuterocanonici</strong> e non espressero nessuna condanna verso nessun libro, anzi si riferivano<br />

anche a tutti qu<strong>ei</strong> <strong>libri</strong> con le espressioni del tipo "tutta <strong>la</strong> Scrittura è ispirata e utile…"<br />

2. I padri apostolici citano più volte i <strong>deuterocanonici</strong>, senza fare differenze rispetto ai<br />

protocanonici.<br />

3. La Didaché (sec. I d.C.) cita 4 volte il Siracide (detto anche Ecclesiastico) e 2 volte il libro<br />

del<strong>la</strong> Sapienza<br />

Clemente Romano (circa a. 96), I Episto<strong>la</strong> ai Corinti cita Giuditta 8 ss e 9,11, Daniele 3,24 Ester<br />

14; Siracide 2,11 Sapienza 2,24; 11,22; 12,12; 12,10; San. Policarpo (circa a 135 d.C.), Episto<strong>la</strong><br />

ai Filippesi 10,2 cita due volte Tobia. 4,10; 12,9; Pastore di Erma (circa 150 d.C.) (7) cita<br />

Siracide 2,3 Sap. 1,14 2 Mac. 7,28<br />

Da notare che nessun Padre apostolico ha mai mosso il minimo dubbio contro l'ispirazione d<strong>ei</strong><br />

deuterocanomci dell'A.T.<br />

Furono considerati ispirati tutti i <strong>libri</strong> del Nuovo Testamento ed i <strong>libri</strong> <strong>deuterocanonici</strong> oggi presenti<br />

nelle Bibbie cattoliche. Vennero invece rigettati come apocrifi alcuni <strong>libri</strong> contenuti nel<strong>la</strong> Bibbia<br />

greca d<strong>ei</strong> Settanta (libro di Enoch, testamento d<strong>ei</strong> dodici patriarchi, salmi di Salomone, <strong>libri</strong> del<strong>la</strong><br />

Sibil<strong>la</strong>, III° e IV° libro di Esdra, III° e IV° libro d<strong>ei</strong> Maccab<strong>ei</strong>, libro d<strong>ei</strong> Giubil<strong>ei</strong>, lettera di Arist<strong>ei</strong>a,<br />

…) ed un gran numero di vangeli, atti, epistole ed apocalissi di incerto autore e di fantasioso<br />

contenuto. Le decisioni di papa Ge<strong>la</strong>sio (prima ancora di essere pubblicate) furono confermate nel<br />

405 da papa Innocenzo I che ribadì l‘ispirazione d<strong>ei</strong> <strong>libri</strong> <strong>deuterocanonici</strong> in una famosa lettera<br />

indirizzata al dubbioso Esuperio, vescovo di Tolosa.<br />

La Chiesa cattolica dichiarò ispirati i <strong>libri</strong> <strong>deuterocanonici</strong> n<strong>ei</strong> sinodi di Ippona (393) e di<br />

Cartagine (397-419) e n<strong>ei</strong> concilii di Basilea-Ferrara-Firenze-Roma (1442) e definitivamente nel<br />

Concilio di Trento (1546), mentre gli ortodossi ne riconobbero l'ispirazione n<strong>ei</strong> sinodi locali di<br />

Jassy (1642) e di Gerusalemme (1672). I vari patriarcati, pur non avendo mai preso alcuna<br />

decisione ufficiale o conciliare, hanno comunque sempre incluso i <strong>libri</strong> <strong>deuterocanonici</strong> nelle loro<br />

Bibbie. Solo alcune frange del<strong>la</strong> chiesa russa ortodossa hanno recentemente avanzato dubbi sul<strong>la</strong><br />

loro canonicità, avvicinandosi così alle posizioni assunte in passato dagli ebr<strong>ei</strong> e dai protestanti. I<br />

<strong>libri</strong> <strong>deuterocanonici</strong> sono infine tuttora presenti (purtroppo con alcuni <strong>libri</strong> apocrifi) nelle bibbie<br />

s<strong>la</strong>ve, copte, armene, nestoriane, monofisite e giacobite.<br />

Se dai Padri apostolici passiamo agli apologisti, troviamo <strong>la</strong> continuazione del<strong>la</strong> stessa Tradizione.<br />

Familiarità con gli scritti <strong>deuterocanonici</strong> dell'A.T., che citano o ai quali alludono, e nessun dubbio<br />

circa <strong>la</strong> loro ispirazione.<br />

Qui basti riportare qualche punto dagli scritti di san Giustino e di Atenagora.<br />

San Giustino (circa 150 d.C.) Nel<strong>la</strong> I Apologia, 46 ricorda Anania, Asana e Misaele, cioè i tré<br />

fanciulli di cui par<strong>la</strong> Daniele, e precisamente con questi nomi e con questo"ordine, proprio come si<br />

ha nel<strong>la</strong> parte deuterocanonica di Dan, 3.<br />

Ma più importante ancora è un passo del Dialogo con Trifone (PG 6,641 644) dove S.Giustino dice<br />

testualmente: "deve ritenersi parte del<strong>la</strong> Scrittura tutto ciò che c'è nel<strong>la</strong> versione d<strong>ei</strong> Settanta,<br />

anche quelle parti che i giud<strong>ei</strong> arbitrariamente hanno tolto". Questa è una affermazione di<br />

capitale importanza, che ci fa capire quale era <strong>la</strong> reazione del<strong>la</strong> Chiesa primitiva di fronte<br />

all’ingerenza giudaica sulle decisioni e <strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> comunità cristiana.<br />

Atenagora (circa 175 d.C.) ha il seguente passo:<br />

" Non credo che ignoriate gli scritti di Mosè, di Isaia, di Geremia e degli altri profeti, i quali mossi<br />

dallo Spirito Santo ripetevano ciò che veniva loro ispirato, quali strumenti dello stesso Spirito .

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