la vera bibbia ei libri deuterocanonici - Pentecostali - Apologetica ...
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Ed ora un altro spunto per continuare questo approccio in tutta serenità....sempre dal<strong>la</strong> Società<br />
Biblica di Ginevra qui leggiamo:<br />
http://www.sbgi.it/sito/articoli/canone_tat3.htm<br />
La Versione greca dell'Antico Testamento detta d<strong>ei</strong> "Settanta"<br />
Di questa traduzione in greco, fatta ad Alessandria d'Egitto nel III secolo a.C., abbiamo già<br />
fatto cenno in precedenza. Essa era di uso corrente al tempo di Gesù e degli Apostoli, e fu<br />
adoperata moltissimo per le citazioni dell'Antico Testamento da tutti gli scrittori del Nuovo.<br />
I Vangeli di Marco e di Luca, le epistole di Pietro e quel<strong>la</strong> agli Ebr<strong>ei</strong> seguono tale rego<strong>la</strong> in maniera<br />
assoluta, mentre Matteo, Giovanni e Paolo ricorrono anche al testo ebraico, sebbene in via<br />
eccezionale. (Paolo cita l'A.T. 82 volte secondo <strong>la</strong> Settanta, e soltanto due volte secondo il testo<br />
ebraico).<br />
Il testo del<strong>la</strong> Settanta era praticamente <strong>la</strong> "Scrittura" letta nelle prime chiese cristiane in tutta<br />
l'area di lingua greca (Corinto, Efeso, Filippi, Tessalonica, ecc.). Il fatto però che <strong>la</strong> Settanta,<br />
prima popo<strong>la</strong>rissima nel mondo giudaico, venisse adottata dai Cristiani, ne provocò per<br />
reazione <strong>la</strong> proscrizione da parte d<strong>ei</strong> Giud<strong>ei</strong>. Ciò portò al sorgere di altre traduzioni greche, tra<br />
cui ne vanno ricordate tre: quel<strong>la</strong> di Aqui<strong>la</strong> (eccessivamente letterale), quel<strong>la</strong> di Teodozione<br />
(praticamente un revisione del<strong>la</strong> Settanta, per avvicinar<strong>la</strong> un po' di più al testo ebraico), e quel<strong>la</strong> di<br />
Simmaco (traduzione in greco elegante, lodata da Giro<strong>la</strong>mo). Purtroppo queste traduzioni non le<br />
conosciamo che per gli esigui frammenti rimastici e per le citazioni di scrittori contemporan<strong>ei</strong> (Il<br />
secolo d.C.).<br />
E' facile comprendere l'importanza che potrebbe avere un paragone tra il testo ebraico e le<br />
varie traduzioni in greco, specialmente <strong>la</strong> Settanta, così frequentemente citata dagli Apostoli.<br />
Questa operazione fu fatta da un famoso studioso alessandrino, Orìgene, intorno al 240 dell'era<br />
cristiana. Nel corso di dodici anni egli allestì <strong>la</strong> cosiddetta Esap<strong>la</strong> (= sestuplice), 50 volumi per oltre<br />
6000 pagine. Era questa una colossale edizione dell‘Antico Testamento dove su s<strong>ei</strong> colonne<br />
affiancate c‘erano il testo ebraico, una traslitterazione del testo ebraico con lettere greche, e le<br />
traduzioni in greco di Aqui<strong>la</strong>, Simmaco, i Settanta e quel<strong>la</strong> di Teodozione. (v. TAV. X).<br />
In questo <strong>la</strong>voro Orìgene rivide con cura partico<strong>la</strong>re il testo del<strong>la</strong> Settanta, che in seguito<br />
fu pubblicato a parte. Giro<strong>la</strong>mo, che tradusse <strong>la</strong> Bibbia in <strong>la</strong>tino (Vulgata), al<strong>la</strong> fine del IV<br />
secolo, poté ancora consultare l'Esap<strong>la</strong> di Orìgene nel<strong>la</strong> biblioteca di Cesarea. A noi però<br />
l'Esap<strong>la</strong> non è pervenuta, perché <strong>la</strong> biblioteca di Cesarea fu distrutta durante <strong>la</strong> conquista araba del<br />
638. Possedere l'Esap<strong>la</strong> sarebbe un vantaggio enorme oggi per gli studiosi del testo biblico, ma<br />
purtroppo, data <strong>la</strong> mole, non ne erano state fatte copie, e l'esemp<strong>la</strong>re originale andò bruciato. Ci è<br />
rimasto però il testo d<strong>ei</strong> Settanta, che si trova, con qualche variante n<strong>ei</strong> già citati grandi codici<br />
Alessandrino, Sinaitico, Vaticano, e Riscritto di Efrem.<br />
In conclusione: i ―Settanta‖ ebbero certamente a disposizione un certo tipo di testo ebraico,<br />
quando fecero <strong>la</strong> traduzione in greco nel III secolo a.C. Ora, se riscontriamo differenze tra <strong>la</strong><br />
versione d<strong>ei</strong> Settanta ed il testo ebraico a noi noto (cioè il Testo Masoretico), si può<br />
ragionevolmente pensare che il testo usato dai Settanta non era quello Masoretico.<br />
E' lecito allora porsi <strong>la</strong> domanda: Quale d<strong>ei</strong> due testi dobbiamo considerare come<br />
"autentico"? Non è possibile avere una risposta globale. Con un paziente <strong>la</strong>voro di analisi, gli<br />
studiosi cercano di fornire chiarimenti caso per caso.<br />
Perché però non si pensi che le differenze tra i due tipi di testo abbiano importanza "dottrinale",<br />
riportiamo alcuni esempi, che si commentano da soli.