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la vera bibbia ei libri deuterocanonici - Pentecostali - Apologetica ...

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sull'esatta condizione degli uomini dopo <strong>la</strong> morte, ma soltanto, in termini poetici, sul destino di chi<br />

non teme il Signore: scendere nel silenzio (ebr.: dumah), nell'assenza di lode. Quindi non è esclusa<br />

neppure l'ipotesi dell'inferno, in cui i dannati sono immersi in questo silenzio assoluto di espressioni<br />

di lode. Vediamo quindi come è difficile capire il significato del<strong>la</strong> scrittura e solo il contesto e<br />

l'interpretazione globale del<strong>la</strong> Chiesa rendono ogni singolo versetto assolutamente privo di<br />

errore. In altre pagine del Vecchio Testamento si riprende questo tema, e si alimenta <strong>la</strong> speranza in<br />

una vita eterna nell'Aldilà, come nel libro del<strong>la</strong> Sapienza (3,1-11) e nel secondo libro d<strong>ei</strong> Maccab<strong>ei</strong><br />

(7passim). Tuttavia solo dalle <strong>la</strong>bbra di Gesù sono pronunciate delle espressioni che a questo<br />

riguardo non <strong>la</strong>sciamo adito al minimo dubbio:<br />

Chi mangia <strong>la</strong> mia carne e beve il mio sangue ha <strong>la</strong> vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo<br />

giorno. (Gv 6,54).<br />

Io sono <strong>la</strong> risurrezione e <strong>la</strong> vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in<br />

me, non morrà in eterno (Gv 11, 25b-26).<br />

E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti al<strong>la</strong> vita eterna (Mt 25,46).<br />

Quello che, sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, rettamente interpretati, non troveremo<br />

assolutamente mai, è l'approvazione diretta e esplicita d<strong>ei</strong> comportamenti immorali e delle<br />

opinioni erronee e l'autorizzazione a farle nostre. A volte, quando non sono deprecate, sono<br />

riportate a titolo di cronaca senza commenti, come avviene per il suicidio di Saul, ma anche a nostro<br />

indiretto ammonimento come avviene per i sentimenti anticristiani espressi da questo o da<br />

quell'altro personaggio biblico.<br />

―Come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del cetaceo, così il Figlio dell‟Uomo starà tre<br />

giorni e tre notti nelle profondità del<strong>la</strong> terra.‖<br />

C‘è chi contesta i tre giorni e le tre notti, facendo notare che partendo dal venerdì pomeriggio, fino<br />

ad arrivare all‘alba del<strong>la</strong> domenica non ci sono tre giorni e tre notti, ma un giorno e mezzo,<br />

calco<strong>la</strong>ndo per un giorno il completamento delle 24 ore.<br />

Eppure per gli ebr<strong>ei</strong> non era così, infatti sant‘Agostino ci spiega che:<br />

Per quanto riguarda il venerdì dovrai intendere come una notte e un giorno, e quindi per un<br />

giorno intero, quelle ore del giorno che seguirono <strong>la</strong> sepoltura aggiungendovi anche <strong>la</strong> notte che<br />

l‘aveva preceduto; il sabato notte e giorno; per <strong>la</strong> domenica sono un giorno intero, <strong>la</strong> notte e l’alba<br />

dello stesso giorno. In tal modo, considerando come un tutto anche <strong>la</strong> parte, hai i tre giorni e le tre<br />

notti. È come quando d‘una donna incinta si dice che è al decimo mese del<strong>la</strong> gravidanza. Non si<br />

vuole dire altro che i nove mesi sono già completi e l‘inizio del decimo mese lo si computa per un<br />

mese intero. Lo stesso notiamo a proposito del<strong>la</strong> trasfigurazione del Signore sul monte. Un<br />

evangelista dice che avvenne dopo s<strong>ei</strong> giorni (Matteo 17,1) mentre un altro dopo otto (Luca 9,28).<br />

Questo secondo computa come giorni interi e l‘ultima parte del primo giorno, (quello nel quale il<br />

Signore promise l‘evento) e <strong>la</strong> prima parte dell‘ultimo giorno (quello cioè in cui <strong>la</strong> promessa si<br />

realizzò). Egli scrive così per farti comprendere che l‘altro, par<strong>la</strong>ndo di s<strong>ei</strong> giorni, si riferisce ai soli<br />

giorni intermedi, che effettivamente furono completi e interi. Da notarsi anche che, nel<strong>la</strong> Genesi, il<br />

giorno comincia col sorgere del<strong>la</strong> luce e finisce con le tenebre, volendosi indicare con ciò <strong>la</strong> caduta<br />

dell‘uomo; nel Nuovo Testamento invece il giorno inizia dalle tenebre per muovere verso <strong>la</strong> luce,<br />

come fu detto: Dalle tenebre sorge <strong>la</strong> luce. Con ciò si indica l‘uomo che, liberato dai peccati,<br />

giunge al<strong>la</strong> luce del<strong>la</strong> giustizia. Senza un‘adeguata spiegazione, solo con <strong>la</strong> preghiera i nostri mezzi<br />

e <strong>la</strong> nostra scarsa umiltà, avremmo capito il perché vengono menzionati giorni diversi dai diversi<br />

agiografi?<br />

I settantadue discepoli Luca 10,2<br />

La terra compie l‘intero suo giro in ventiquattro ore, e ciò anche noi osserviamo. Una cosa simile<br />

avvenne quando fu dato l‘incarico di predicare il Vangelo del<strong>la</strong> Trinità ai settantadue discepoli:

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