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"I Robinson italiani" di Emilio Salgari - Altervista

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Il mostro, vedendo quel nuovo nemico, aveva lasciato il<br />

marinaio e si era rizzato sulle sue anella <strong>di</strong>latando enormemente<br />

la sua gola, potendo, a volontà, aprire le sue due prime costole.<br />

Pronto come il lampo Albani tese il braccio e con un solo<br />

colpo lo decapitò, poi balzando sopra il corpo che si contorceva<br />

rabbiosamente, ricevette fra le braccia il marinaio. Senza<br />

perdere un istante lo adagiò su <strong>di</strong> un cumulo <strong>di</strong> foglie secche, gli<br />

rimboccò i calzoni mettendo a nudo il polpaccio, lacerò un<br />

fazzoletto, l'unico che possedeva, e legò strettamente la gamba.<br />

Ciò fatto, senza pensare che poteva avvelenarsi, applicò le<br />

labbra alla ferita, nel luogo ove scorgevansi due leggeri puntini<br />

sanguinosi e aspirò fortemente, sputando a più riprese.<br />

Il marinaio, semisvenuto, pareva che non vedesse nulla.<br />

Pallido come un cadavere, coi lineamenti alterati, gli occhi<br />

vitrei, la fronte coperta <strong>di</strong> sudore che doveva essere freddo,<br />

respirava affannosamente, con grande stento.<br />

Il signor Albani non era meno pallido del marinaio, né<br />

meno alterato. Anche la sua fronte era bagnata d'un sudore<br />

freddo, ma operava senza perdere un istante. Egli non ignorava<br />

le terribili proprietà del veleno del serpente dagli occhiali<br />

chiamato anche cobra-capello; sapeva che iniettato in certa<br />

quantità, produce la morte in meno <strong>di</strong> un quarto d'ora.<br />

Egli tentava tutte le risorse suggeritegli dall'esperienza, ma<br />

aveva ben poca fiducia <strong>di</strong> riuscire a salvare il <strong>di</strong>sgraziato<br />

compagno. Solo un miracolo poteva strapparlo alla morte.<br />

Succhiata la ferita, mezzo eroico ma pericolosissimo,<br />

poiché poteva bastare una ferita impercettibile alle labbra o alle<br />

gengive per avvelenare il generoso uomo, impugnato il coltello<br />

aveva fatto sul polpaccio morsicato una profonda incisione in<br />

forma <strong>di</strong> croce.<br />

Colle <strong>di</strong>ta allargò il taglio facendo, con un'energica<br />

pressione, schizzare fuori il sangue, poi raccolta la torcia che era<br />

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