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"I Robinson italiani" di Emilio Salgari - Altervista

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decisione, signore: non possiamo vivere sotto la minaccia <strong>di</strong><br />

venire da un istante all'altro assaliti.<br />

– Lo so e la decisione l'ho presa.<br />

– E quale sarebbe?<br />

– Costruirci un canotto e perlustrare tutte le coste. Se<br />

quegli uomini sono accampati verso il sud, scopriremo la loro<br />

capanna o la loro scialuppa.<br />

– E abbandoneremo a loro la casa aerea ed i nostri<br />

raccolti?...<br />

– Qualcuno <strong>di</strong> noi rimarrà a guar<strong>di</strong>a, Enrico, e cercheremo<br />

intanto <strong>di</strong> fortificare la nostra piccola possessione. Spero, del<br />

resto, che quegli sconosciuti nulla intraprenderanno contro <strong>di</strong><br />

noi durante la stagione delle piogge. Non occupiamoci <strong>di</strong> loro<br />

per ora e pensiamo a riempire i nostri magazzini.<br />

Ripresero la raccolta delle noci e delle mandorle e quando<br />

il carretto fu ben carico, fecero ritorno alla loro abitazione.<br />

Alla notte però, per prudenza, stabilirono i quarti <strong>di</strong><br />

guar<strong>di</strong>a. Non sapendo ancora chi erano quegli uomini sbarcati<br />

nell'isola, né conoscendo le loro intenzioni, la più elementare<br />

prudenza li consigliava a vegliare.<br />

Nessuna persona però, fu veduta ronzare nei <strong>di</strong>ntorni dei<br />

recinti, né quella notte, né in quelle seguenti. Senza dubbio<br />

quegli sconosciuti non avevano più osato inoltrarsi in quella<br />

parte dell'isola e chissà, forse al pari dei naufraghi si tenevano<br />

lontani, temendo qualche brutta sorpresa.<br />

Intanto il veneziano ed i suoi compagni continuavano a<br />

riempire i loro magazzini.<br />

Tutti i giorni si recavano nella foresta e ritornavano col<br />

carretto carico <strong>di</strong> noci <strong>di</strong> cocco, <strong>di</strong> frutta d'artocarpo, <strong>di</strong><br />

mandorle <strong>di</strong> cay-cay, <strong>di</strong> banani che poi mettevano in conserva<br />

nello sciroppo estratto dalle arenghe saccarifere e anche <strong>di</strong><br />

nuova farina per rinnovare la loro provvista <strong>di</strong> pane.<br />

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