Selvicoltura nelle foreste di protezione - INTERREG Forêts de ...
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Intervento <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>radamento e<br />
conversione a fustaia<br />
in castagneto acidofilo<br />
In<strong>di</strong>rizzi selvicolturali generali<br />
I Castagneti sono habitat forestali d’interesse comunitario (cod. NA-<br />
TURA 2000 9260); tuttavia dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>namico, trattandosi <strong>di</strong><br />
cenosi antropogene, a seguito <strong>de</strong>ll’abbandono tendono a evolvere più o<br />
meno rapidamente verso popolamenti misti. Questo fenomeno avviene<br />
nella maggior parte <strong>de</strong>i casi attraverso una fase interme<strong>di</strong>a a latifoglie<br />
mesofi le o pioniere, in relazione alle caratteristiche stazionali, a cui può<br />
seguire il collasso per progressivo ribaltamento <strong>de</strong>lle ceppaie.<br />
Il mantenimento o il recupero <strong>de</strong>l governo a ceduo è possibile ove vi<br />
sia un numero suffi ciente <strong>di</strong> ceppaie a ettaro, conservando i portaseme<br />
e mettendo in luce il novellame <strong>di</strong> altre latifoglie strutturanti (querce,<br />
faggio) e spora<strong>di</strong>che (specie mesofi le e pioniere) me<strong>di</strong>ante matricinatura<br />
a gruppi e mai regolare.<br />
Ove i popolamenti non sono troppo invecchiati e la fertilità è buona,<br />
è possibile la gestione a fustaia, pura o mista, con <strong>di</strong>radamenti forti e<br />
frequenti (a ca<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>cennale) e cicli fi no a 50-60 anni, per produrre<br />
assortimenti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, con parziale rigenerazione agamica.<br />
Ai fi ni <strong>de</strong>lla conservazione <strong>de</strong>l suolo e <strong>de</strong>ll’assetto territoriale, sono cruciali<br />
il mantenimento <strong>di</strong> una quota <strong>di</strong> copertura permanente, forma e<br />
<strong>di</strong>mensione <strong>de</strong>lle tagliate, che non dovrebbero superare i 30 m lungo la<br />
linea <strong>di</strong> massima pen<strong>de</strong>nza e un ettaro accorpato.<br />
In ogni caso si <strong>de</strong>ve evitare l’abbandono <strong>de</strong>i cedui invecchiati, recuperandoli<br />
me<strong>di</strong>ante rigenerazione per fasce, in caso <strong>di</strong> collasso, o con<br />
<strong>di</strong>radamento/riceppatura <strong>de</strong>lle ceppaie con polloni <strong>de</strong>perienti.<br />
Date le fasce altitu<strong>di</strong>nali e le stazioni ove vegetano i Castagneti, la <strong>protezione</strong><br />
è esplicata essenzialmente nei confronti <strong>di</strong> cadute <strong>di</strong> massi e, localmente,<br />
<strong>di</strong> scivolamenti superfi ciali e lave torrentizie, mentre rari sono<br />
i casi in cui si manifesti l’accumulo o la persistenza <strong>di</strong> un signifi cativo<br />
manto nevoso.<br />
Castagneti <strong>di</strong>namici<br />
La buona fertilità <strong>di</strong> questi Castagneti offre <strong>di</strong>verse possibilità gestionali.<br />
Per i popolamenti in purezza è possibile il mantenimento <strong>de</strong>l governo<br />
a ceduo, sia con turni consuetu<strong>di</strong>nari che allungati, con interventi intercalari,<br />
preferibilmente con matricinatura per gruppi. Nel caso siano<br />
presenti altre specie (var. con latifoglie miste e var. con faggio) e <strong>nelle</strong><br />
aree protette, è prioritaria una progressiva rinaturalizzazione, da attuarsi<br />
con interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>radamento-conversione a fustaia. Nelle varianti con<br />
conifere (è preferibile abete bianco, abete rosso) lasciar agire la <strong>di</strong>namica<br />
naturale, monitorandola.<br />
Castagneti a <strong>di</strong>namica rallentata<br />
Gli interventi gestionali in questi Castagneti non si <strong>di</strong>scostano da<br />
quanto in<strong>di</strong>cato per il C. mesoneutrofi lo, con cui spesso vengono<br />
in contatto; tuttavia in generale la minore fertilità pone alcuni limiti al<br />
proseguimento <strong>de</strong>lla ceduazione, sia consuetu<strong>di</strong>naria sia allungata per<br />
legname da opera, in particolare ove sono abbondanti rovere, roverella,<br />
faggio, conifere e latifoglie pioniere e il castagno è in regresso. In<br />
tali casi si cal<strong>de</strong>ggia la conversione a fustaia mista me<strong>di</strong>ante tagli <strong>di</strong><br />
avviamento.