Selvicoltura nelle foreste di protezione - INTERREG Forêts de ...
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Ceppaie tagliate alte durante<br />
un’utilizzazione in<br />
foresta <strong>di</strong> <strong>protezione</strong><br />
ni occorre realisticamente operare con le specie presenti, senza<br />
proiettarsi eccessivamente nel lungo periodo, in quanto i tempi<br />
necessari per l’inse<strong>di</strong>amento e l’accrescimento <strong>de</strong>lla rinnovazione<br />
naturale o artificiale sono <strong>de</strong>ll’or<strong>di</strong>ne <strong>de</strong>i <strong>de</strong>cenni: le mo<strong>di</strong>fiche<br />
strutturali e <strong>di</strong> composizione possono essere efficaci<br />
ai fini protettivi solo nel me<strong>di</strong>o-lungo termine.<br />
Va ricordato che le esigenze <strong>di</strong> stabilità legate a <strong>di</strong>versi pericoli<br />
coesistenti nella stessa stazione possono talora essere in contrasto,<br />
soprattutto per quanto riguarda il ruolo <strong>de</strong>i gran<strong>di</strong> alberi,<br />
utili per la <strong>di</strong>fesa da valanghe e caduta massi <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni,<br />
ma potenzialmente <strong>de</strong>stabilizzanti in caso <strong>di</strong> stazioni soggette<br />
a scivolamenti superficiali.<br />
Per particolari rischi si evi<strong>de</strong>nziano anche possibili effetti negativi<br />
<strong>de</strong>l bosco, quali ad esempio la <strong>de</strong>stabilizzazione legata alla<br />
presenza <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> alberi inclinati nella zona <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco <strong>de</strong>i massi<br />
o l’effetto trampolino <strong>de</strong>i fusti per i massi stessi, i quali talora possono<br />
essere <strong>de</strong>viati verso bersagli sensibili.<br />
L’approccio generale qui proposto per i boschi <strong>di</strong> <strong>protezione</strong> è<br />
quello <strong>di</strong> una gestione attiva attraverso interventi selvicolturali<br />
mirati. In particolari casi la gestione può essere <strong>di</strong> tipo passivo, ovvero<br />
attraverso un’evoluzione monitorata tramite la compilazione<br />
perio<strong>di</strong>ca <strong>de</strong>lla scheda <strong>di</strong> <strong>de</strong>scrizione e valutazione (capitolo<br />
7). L’evoluzione libera/naturale non è invece ritenuta compatibile<br />
con la <strong>protezione</strong>. La scelta <strong>di</strong> intervenire <strong>de</strong>ve essere <strong>de</strong>ttata in<br />
primo luogo dall’efficacia, compatibilmente con la sostenibilità <strong>de</strong>i<br />
costi in relazione al risultato atteso.<br />
Di seguito si forniscono gli in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> buone pratiche da seguire<br />
per la gestione, anche in relazione ai singoli pericoli naturali da<br />
cui i boschi <strong>de</strong>vono <strong>di</strong>fen<strong>de</strong>re.<br />
Gestione <strong>de</strong>lle piante abbattute<br />
La produzione <strong>di</strong> legname nei boschi <strong>di</strong> <strong>protezione</strong> non è l’obiettivo<br />
prioritario <strong>de</strong>lla gestione e, spesso, il legname abbattuto<br />
viene rilasciato in foresta. Ove possibile ed economicamente<br />
compatibile, è comunque opportuno valorizzare il legname tagliato,<br />
sia per la produzione <strong>di</strong> assortimenti commerciabili, sia<br />
per la costruzione <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> supporto (ad esempio cavalletti<br />
e rastrelliere). Gli alberi abbattuti vanno quin<strong>di</strong> esboscati a patto<br />
che ci siano con<strong>di</strong>zioni favorevoli:<br />
• dal punto <strong>di</strong> vista economico (prezzo <strong>di</strong> macchiatico positivo);<br />
• dal punto <strong>di</strong> vista <strong>de</strong>lla stabilità <strong>de</strong>l popolamento (l’esbosco<br />
non <strong>de</strong>ve provocare <strong>de</strong>i danni <strong>di</strong>retti e/o in<strong>di</strong>retti al popolamento);<br />
• per prevenire attacchi <strong>di</strong> scoliti<strong>di</strong> o per <strong>di</strong>minuire il rischio<br />
d’incen<strong>di</strong>o.<br />
Il legname lasciato sul posto <strong>de</strong>ve essere posizionato in <strong>di</strong>agonale,<br />
evitando sia l’orientamento lungo la massima pen<strong>de</strong>nza<br />
che può favorire lo scivolamento <strong>de</strong>l tronco verso il basso, sia