Selvicoltura nelle foreste di protezione - INTERREG Forêts de ...
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I cedui erano matricinati o composti con castagno: le classi <strong>di</strong> età <strong>de</strong>lle<br />
riserve <strong>di</strong> rovere sono <strong>di</strong>stribuite irregolarmente, con ten<strong>de</strong>nza alla<br />
coetaneizzazione e quin<strong>di</strong> alla costituzione <strong>di</strong> un unico piano <strong>di</strong> vegetazione,<br />
raggiunto anche dai polloni in seguito all’abbandono colturale.<br />
Le classi <strong>di</strong> età sono fi no a 50 anni e oltre. Il castagno e il faggio costituiscono<br />
i principali accompagnatori: il faggio, a quote superiori ai 1.000 m, ten<strong>de</strong><br />
localmente a rinnovarsi sotto copertura e, nel me<strong>di</strong>o periodo, dovrebbe<br />
costituire boschi misti. Negli ambiti rupestri o fortemente rocciosi la rovere<br />
è più stabile.<br />
La ceduazione o i forti <strong>di</strong>radamenti, con prelievi superiori al 25%, in cedui<br />
invecchiati causano spesso il regresso <strong>de</strong>l bosco o lo schianto <strong>di</strong> matricine<br />
e polloni isolati.<br />
Querceti xero-acidofi li<br />
Sono popolamenti <strong>di</strong> roverella, puri o in mescolanza con subor<strong>di</strong>nato<br />
pino silvestre, in cedui <strong>di</strong> scarso sviluppo, talora invecchiati, xerofi li e<br />
variabilmente acidofi li.<br />
Si trovano sovente a contatto con il castagneto ceduo, occupando<br />
generalmente le stazioni meno adatte al castagno in quanto troppo<br />
rocciose e ari<strong>de</strong>. Si formano tuttavia popolamenti misti nei quali roverella<br />
e castagno sono in concorrenza e dove la roverella prevale sul castagno,<br />
in<strong>de</strong>bolito da problemi fi tosanitari, <strong>nelle</strong> stazioni più ari<strong>de</strong>; mentre <strong>nelle</strong><br />
stazioni a suolo più evoluto è il castagno, soprattutto se regolarmente<br />
ceduato, a soppiantare la roverella. Poche sono le altre specie che<br />
intervengono nei processi <strong>di</strong>namici <strong>de</strong>l Querceto (es. sorbo montano).<br />
Nel settore endalpico i Querceti sono sottoposti a con<strong>di</strong>zioni ancora più<br />
severe e sono a contatto con fi tocenosi aperte <strong>di</strong> tipo steppico: la roverella<br />
è talvolta infi ltrata dal pino silvestre, sotto il quale tuttavia può rinnovarsi<br />
e accrescersi nei perio<strong>di</strong> giovanili.<br />
Si tratta <strong>di</strong> popolamenti ecologicamente assai stabili nel tempo, la cui<br />
colonizzazione negli spazi aperti steppici proce<strong>de</strong> anch’essa molto<br />
lentamente.<br />
In<strong>di</strong>rizzi selvicolturali generali<br />
Il recupero <strong>de</strong>l governo a ceduo, anche in popolamenti non molto<br />
invecchiati, è generalmente sconsigliato in quanto in stazioni montane<br />
con suoli spesso superfi ciali un <strong>di</strong>ametro <strong>de</strong>i fusti <strong>di</strong> 12 cm viene<br />
raggiunto non prima <strong>di</strong> 25-30 anni; quin<strong>di</strong> la funzione <strong>di</strong> <strong>protezione</strong> è<br />
assicurata solo per massi <strong>di</strong> piccolissime <strong>di</strong>mensioni. Ne consegue che,<br />
mentre le stazioni rupicole sono da lasciare in evoluzione monitorata,<br />
in quelle più favorevoli si possono effettuare <strong>di</strong>radamenti/conversioni<br />
assecondando e conservando la composizione mista <strong>de</strong>i popolamenti<br />
per avere, in un secondo tempo, un margine <strong>di</strong> stabilità selvicolturale<br />
più ampio che permetta un’autoregolazione naturale. In generale,<br />
nei <strong>di</strong>radamenti, è bene favorire le piante affrancate nate da seme<br />
più stabili, <strong>di</strong>radare i polloni e i gruppi <strong>di</strong> rinnovazione troppo <strong>de</strong>nsi<br />
tramite tagli progressivi su piccole superfi ci per non scoprire troppo<br />
il suolo e isolare piante s<strong>nelle</strong>; queste potrebbero facilmente curvarsi<br />
o schiantare, in quanto spesso mantengono le foglie marcescenti<br />
per tutto l’inverno, o <strong>de</strong>perire ricoprendosi <strong>di</strong> rami epicormici. Per la<br />
messa in rinnovazione si possono aprire <strong>de</strong>i “corridoi”, con larghezza<br />
approssimativa <strong>di</strong> un’altezza d’albero, evitando <strong>di</strong> farli sulla linea <strong>di</strong>