Selvicoltura nelle foreste di protezione - INTERREG Forêts de ...
Selvicoltura nelle foreste di protezione - INTERREG Forêts de ...
Selvicoltura nelle foreste di protezione - INTERREG Forêts de ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
14<br />
Gruppo <strong>di</strong> abete rosso<br />
<strong>de</strong>l piano montano<br />
essere <strong>de</strong>finite concorrenti assolvono, nei boschi subalpini, una<br />
funzione <strong>di</strong> aiuto e <strong>di</strong> stabilizzazione <strong>de</strong>l gruppo <strong>di</strong> cui fanno<br />
parte. La selezione naturale non si esprime con una semplice affermazione<br />
<strong>de</strong>gli in<strong>di</strong>vidui più vigorosi e socialmente dominanti,<br />
ma con un mosaico <strong>di</strong> vuoti e <strong>di</strong> pieni all’interno <strong>de</strong>lla tessitura<br />
<strong>de</strong>l bosco. I vuoti corrispondono alla presenza <strong>di</strong> fattori stazionali<br />
sfavorevoli all’affermazione <strong>de</strong>lla rinnovazione arborea e alla<br />
sua crescita (<strong>de</strong>pressioni, zone <strong>di</strong> accumulo <strong>de</strong>lla neve, corridoi<br />
<strong>di</strong> assorbimento <strong>de</strong>ll’energia <strong>de</strong>i venti) e i pieni alle zone dove<br />
la presenza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni microstazionali favorevoli ha permesso<br />
l’inse<strong>di</strong>amento e lo sviluppo <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> alberi.<br />
Nella maggior parte <strong>de</strong>lle <strong>foreste</strong> <strong>di</strong> montagna italiane la gestione<br />
operata nel passato ha creato <strong>de</strong>lle strutture <strong>di</strong>verse da quelle<br />
naturali e che si sono <strong>di</strong>mostrate relativamente instabili dal punto<br />
<strong>di</strong> vista ecologico. Gli interventi selvicolturali, in questo caso,<br />
non sono quin<strong>di</strong> finalizzati al mantenimento <strong>de</strong>lle attuali strutture,<br />
ma al loro graduale avviamento verso assetti più naturali e stabili.<br />
Nei popolamenti <strong>di</strong> origine artificiale o resi monostratificati<br />
da pratiche selvicolturali pregresse, la maggiore <strong>di</strong>fficoltà è proprio<br />
quella <strong>di</strong> ottenere strutture complesse con alberi <strong>di</strong> tutte le età o <strong>di</strong><br />
creare le con<strong>di</strong>zioni per l’inse<strong>di</strong>amento <strong>de</strong>lla rinnovazione naturale.<br />
Nelle <strong>foreste</strong> montane e subalpine <strong>di</strong> conifere una <strong>de</strong>lle possibilità è<br />
quella <strong>di</strong> creare fessure strette, <strong>di</strong>sposte in modo trasversale rispetto<br />
alla massima pen<strong>de</strong>nza. Queste fessure, opportunamente <strong>di</strong>mensionate<br />
e orientate per ottenere l’apporto <strong>di</strong> luce favorevole al temperamento<br />
<strong>de</strong>lle <strong>di</strong>verse specie, creano con<strong>di</strong>zioni in grado <strong>di</strong> assicurare la<br />
capacità <strong>di</strong> rinnovazione e lo sviluppo <strong>de</strong>lle giovani piantine.<br />
Infine è bene non <strong>di</strong>menticare che la gestione attiva non è sempre<br />
utile o possibile in tutti i boschi. Infatti, ove i con<strong>di</strong>zionamenti stazionali<br />
sono estremi e in assenza <strong>di</strong> obiettivi <strong>di</strong> <strong>protezione</strong> <strong>di</strong>retta, tali<br />
cenosi possono essere lasciate in evoluzione naturale/monitorata.<br />
2.5 Struttura orizzontale <strong>de</strong>i popolamenti<br />
forestali<br />
La struttura orizzontale è un fattore molto importante da consi<strong>de</strong>rare<br />
per la selvicoltura <strong>di</strong> montagna. Mentre nei boschi planiziali,<br />
collinari e fino al piano montano inferiore gli alberi hanno<br />
la ten<strong>de</strong>nza a <strong>di</strong>stribuirsi per pie<strong>de</strong> d’albero, cioè in modo uniforme<br />
o casuale all’interno <strong>de</strong>i popolamenti forestali, alle quote<br />
superiori sono più evi<strong>de</strong>nti forme aggregate che danno origine a<br />
gruppi o collettivi. Il tipo e il grado <strong>di</strong> aggregazione può variare<br />
naturalmente, tanto che, <strong>nelle</strong> <strong>foreste</strong> <strong>di</strong> montagna, possiamo<br />
in<strong>di</strong>viduare un gra<strong>di</strong>ente che parte dal piano montano e sale al<br />
piano subalpino lungo il quale le <strong>di</strong>mensioni <strong>de</strong>l gruppo <strong>di</strong>minuiscono<br />
e le interazioni tra gli in<strong>di</strong>vidui appartenenti allo stesso<br />
gruppo <strong>di</strong>ventano generalmente via via più forti (Box 1).<br />
In popolamenti <strong>de</strong>l piano montano inferiore i gruppi sono solitamente<br />
<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, poco <strong>di</strong>fferenziati sia orizzontalmente<br />
(a volte in corrispon<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>l confine <strong>di</strong> due gruppi le chiome<br />
scendono più in basso, ma non si osserva soluzione <strong>di</strong> continuità