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Selvicoltura nelle foreste di protezione - INTERREG Forêts de ...

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134<br />

Buca <strong>di</strong> rinnovazione<br />

in Pineta endalpica <strong>di</strong><br />

pino silvestre<br />

Dinamismo e fattori con<strong>di</strong>zionanti<br />

la gestione<br />

In funzione <strong>de</strong>ll’origine le Pinete sono <strong>di</strong>fferenziabili in primarie e secondarie.<br />

Quest’ultime si sono originate per infi ltrazione in soprassuoli <strong>de</strong>gradati da tagli o<br />

pascolo oppure per invasione <strong>di</strong> coltivi e praterie ari<strong>de</strong> abbandonate; sono formazioni<br />

transitorie suscettibili <strong>di</strong> evoluzione. Le Pinete primarie sono tipiche invece <strong>di</strong> ambienti<br />

rupestri, dove la limitazione <strong>de</strong>lla <strong>di</strong>sponibilità idrica consente alla specie <strong>di</strong> rinnovarsi<br />

e dominare sulle altre. In Valle d’Aosta e <strong>nelle</strong> vallate piemontesi con sviluppo Est-<br />

Ovest le Pinete primarie creano formazioni estese sui versanti meri<strong>di</strong>onali.<br />

Le Pinete <strong>di</strong> pino silvestre si presentano come popolamenti ten<strong>de</strong>nzialmente<br />

coetanei e monoplani, talora <strong>di</strong>setanei per gruppi in funzione <strong>de</strong>lle variabili stazionali.<br />

Localmente si può assistere alla presenza <strong>di</strong> strutture biplane per invasione <strong>di</strong> specie<br />

secondarie, sia <strong>di</strong> conifere (abete rosso e bianco), sia <strong>di</strong> latifoglie (castagno, roverella,<br />

sorbi). Al variare <strong>de</strong>lle con<strong>di</strong>zioni stazionali sono possibili evoluzioni <strong>de</strong>lle Pinete verso<br />

formazioni a maggior ricchezza specifi ca e a struttura più articolata.<br />

La <strong>di</strong>namica <strong>de</strong>lle Pinete <strong>di</strong> pino silvestre è fortemente con<strong>di</strong>zionata dalla presenza<br />

<strong>di</strong> scoliti<strong>di</strong> (Ips acuminatus e Ips sex<strong>de</strong>ntatus), <strong>de</strong>lla processionaria <strong>de</strong>l pino<br />

(Thaumetopea pityocampa), dagli incen<strong>di</strong> boschivi e dal fenomeno <strong>de</strong>l “<strong>de</strong>perimento”<br />

particolarmente evi<strong>de</strong>nte dopo estati siccitose in stazioni con scarsa capacità idrica.<br />

I rimboschimenti <strong>di</strong> pino silvestre e pino nero si presentano come fustaie<br />

monoplane e coetaniformi, spesso con tessiture irregolari causate dalla morte <strong>di</strong><br />

molti in<strong>di</strong>vidui, da danni meteorici o da incen<strong>di</strong>. La presenza <strong>di</strong> strutture biplane<br />

si ha quando la rinnovazione <strong>di</strong> latifoglie o conifere autoctone si è affermata nel<br />

piano dominato.<br />

Le Pinete <strong>di</strong> pino montano svolgono, nella maggior parte <strong>de</strong>i casi, una funzione <strong>di</strong><br />

vicariante ecologica, in con<strong>di</strong>zioni edafi che <strong>di</strong>ffi cili, <strong>de</strong>l pino silvestre e <strong>de</strong>gli abeti nel<br />

piano montano, <strong>de</strong>l larice e <strong>de</strong>l pino cembro nel piano subalpino. Sono generalmente,<br />

per composizione e struttura, popolamenti stabili che formano boschi pionieri su<br />

macereti mobili o particolarmente acclivi.<br />

I rimboschimenti <strong>di</strong> pino montano in ambiente subalpino raramente presentano<br />

fenomeni successionali o questi sono particolarmente lenti con possibilità evolutive<br />

molto limitate.<br />

Pinete <strong>di</strong> pino silvestre a lenta evoluzione<br />

Formazioni stabili dove il pino silvestre è la specie dominante e più vigorosa.<br />

Le latifoglie e le altre conifere, quando presenti, restano sempre subor<strong>di</strong>nate. La<br />

competitività <strong>di</strong> questa specie si manifesta soprattutto negli ambienti caratterizzati<br />

da una limitata <strong>di</strong>sponibilità idrica legata a suoli poco evoluti o a elevato<br />

drenaggio.<br />

Pinete <strong>di</strong> pino silvestre a rapida evoluzione<br />

Formazioni spesso miste con latifoglie e secondariamente con conifere; assumono<br />

quin<strong>di</strong> carattere <strong>di</strong> transitorietà. Le possibilità evolutive sono strettamente legate<br />

al bilancio idrico <strong>de</strong>l suolo: i popolamenti più stabili ecologicamente sono quelli<br />

su stazioni <strong>de</strong>tritiche o rocciose <strong>de</strong>i versanti soleggiati mentre i popolamenti a più<br />

rapida evoluzione sono quelli posti su versanti colluviali meno asciutti.<br />

Pinete <strong>di</strong> pino montano<br />

I popolamenti <strong>di</strong> pino uncinato eretto sono formazioni molto stabili, localizzate<br />

in con<strong>di</strong>zioni ambientali <strong>di</strong>ffi cili con assenza <strong>de</strong>lla concorrenzialità <strong>di</strong> altre specie<br />

arboree. I popolamenti <strong>de</strong>l piano montano sono più spesso transitori, con una<br />

evoluzione molto lenta a causa <strong>de</strong>lla scarsa fertilità <strong>de</strong>l suolo. Nel piano subalpino<br />

prevalgono popolamenti che assumono la struttura a collettivi, dove si evi<strong>de</strong>nzia una<br />

maggior <strong>di</strong>setaneità. Il pino montano prostrato forma boscaglie stabili senza evi<strong>de</strong>nti<br />

segni <strong>di</strong> evoluzione.

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