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Selvicoltura nelle foreste di protezione - INTERREG Forêts de ...

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Dinamismo e fattori con<strong>di</strong>zionanti<br />

la gestione<br />

La Pecceta rappresenta una componente fondamentale <strong>de</strong>lla vegetazione <strong>de</strong>i<br />

piani montano e subalpino. Il più <strong>de</strong>lle volte essa si colloca in una fascia interme<strong>di</strong>a,<br />

vicino alle categorie poste ai suoi estremi altitu<strong>di</strong>nali. I tagli effettuati nel passato<br />

ne hanno mo<strong>di</strong>ficato la composizione favorendo il larice ed eliminando il pino<br />

cembro. In Valle d’Aosta i popolamenti puri sono stati favoriti dall’uomo a scapito<br />

<strong>di</strong> abete bianco e latifoglie, in Piemonte, le Peccete pure sono poco frequenti e<br />

localizzate <strong>nelle</strong> zone endalpiche (es. nell’alta Val <strong>di</strong> Susa) e intralpica (es. <strong>nelle</strong><br />

valli Ossolane). In stazioni relativamente umi<strong>de</strong> si rinnova in forre, canalini <strong>di</strong><br />

valanga e alneti d’ontano ver<strong>de</strong>. In generale, l’insufficiente apporto idrico nel<br />

periodo vegetativo, gli inverni troppo miti, la brevità <strong>de</strong>lla stagione vegetativa e la<br />

frequenza <strong>de</strong>lle gelate tar<strong>di</strong>ve sono tra i fattori che limitano la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> questa<br />

specie. Avendo un apparato ra<strong>di</strong>cale superficiale è scarsamente competitiva sui<br />

suoli con carenze idriche. La rinnovazione può essere ostacolata dalle alte erbe.<br />

Nei popolamenti dove si è praticato per molto tempo il taglio saltuario c’è una<br />

progressiva riduzione <strong>de</strong>lla <strong>de</strong>nsità che accentua le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> rinnovazione a<br />

causa <strong>de</strong>ll’infittirsi <strong>de</strong>l sottobosco a mirtilli o <strong>de</strong>ll’infeltrirsi <strong>de</strong>lla cotica erbacea.<br />

L’abete rosso è spesso oggetto <strong>di</strong> brucamento, scortecciamento e sfregamento<br />

da parte <strong>de</strong>gli ungulati; quando la loro <strong>de</strong>nsità è molto alta, la rinnovazione può<br />

risultare compromessa. Il brucamento è particolarmente dannoso per il novellame<br />

in quanto lo espone maggiormente alla concorrenza erbacea. In certe situazioni<br />

invece, l’azione <strong>de</strong>gli ungulati impe<strong>di</strong>sce la rinnovazione <strong>de</strong>lle altre specie che<br />

concorrono ecologicamente al mantenimento <strong>de</strong>lla mescolanza specifica.<br />

Peccete montane <strong>de</strong>l settore endalpico<br />

Nei versanti a Nord l’abete rosso si alterna con l’abete bianco, e/o con larice e pino<br />

silvestre in Piemonte nella Valle <strong>di</strong> Susa. In quelli a Sud in Valle d’Aosta compare<br />

in concomitanza e/o successione a larice inse<strong>di</strong>atosi per ragioni antropiche<br />

o d’invasione. Nelle formazioni con pino silvestre entra solo <strong>nelle</strong> situazioni più<br />

mature, quando l’ari<strong>di</strong>tà <strong>de</strong>l suolo è meno pronunciata.<br />

Questa specie ten<strong>de</strong> a riconquistare i pascoli abbandonati me<strong>di</strong>ante la rinnovazione<br />

a gruppi. Si riscontra una forte concorrenza a livello <strong>di</strong> chioma, facilitando il<br />

progressivo <strong>de</strong>perimento <strong>de</strong>gli alberi dominati.<br />

Per effetto <strong>de</strong>l rapido accrescimento si ha presto una monostratificazione <strong>de</strong>l<br />

popolamento con conseguenti problemi <strong>di</strong> stabilità meccanica. L’abete rosso è<br />

perciò molto vulnerabile ai colpi <strong>di</strong> vento.<br />

In popolamenti <strong>de</strong>nsi vi è accumulo <strong>di</strong> lettiera in<strong>de</strong>composta. A basse altitu<strong>di</strong>ni<br />

si verificano sintomi <strong>di</strong> senescenza già all’età <strong>di</strong> 120-150 anni. Le Peccete a<br />

queste altitu<strong>di</strong>ni sono soggette, più <strong>di</strong> quelle subalpine, ad attacchi <strong>di</strong> scoliti<strong>di</strong> (Ips<br />

typographus). Le plantule possono nascere e crescere sotto copertura, ma negli<br />

sta<strong>di</strong> successivi necessitano <strong>di</strong> calore <strong>di</strong>retto per svilupparsi.<br />

Peccete montane <strong>de</strong>l settore mesalpico<br />

Si tratta <strong>di</strong> popolamenti generalmente ecologicamente stabili; ove in associazione<br />

con larice o pino silvestre, l’abete rosso, ten<strong>de</strong> a rinnovarsi <strong>nelle</strong> microstazioni più<br />

umi<strong>de</strong> o in successione sotto copertura.<br />

Rara è la rinnovazione <strong>de</strong>l larice e ancor più <strong>de</strong>ll’abete bianco. Il faggio, se presente,<br />

talvolta si rinnova a piccoli gruppi senza <strong>di</strong>venire mai abbondante.<br />

Solo le Peccete che vegetano in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> buona fertilità possono evolvere verso<br />

gli ”Abieti-pecceti” in presenza <strong>di</strong> opportuni portaseme.<br />

Apparato ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong> abete rosso<br />

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