Selvicoltura nelle foreste di protezione - INTERREG Forêts de ...
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36<br />
Masso <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e<br />
<strong>di</strong>mensioni frenato<br />
da polloni <strong>di</strong><br />
castagno<br />
o mitigati dalla presenza <strong>di</strong> una copertura forestale avente <strong>de</strong>terminate<br />
caratteristiche strutturali: caduta massi, valanghe, lave<br />
torrentizie e scivolamenti superficiali. Ogni pericolo naturale è<br />
caratterizzato da un’area <strong>di</strong> insi<strong>de</strong>nza e da una probabilità temporale<br />
che un evento <strong>di</strong> una data intensità si verifichi in un <strong>de</strong>terminato<br />
periodo <strong>di</strong> tempo (tempo <strong>di</strong> ritorno). In molti casi la presenza <strong>de</strong>l<br />
bosco, <strong>di</strong> fatto, impe<strong>di</strong>sce il verificarsi <strong>de</strong>l pericolo naturale e, quin<strong>di</strong>,<br />
la <strong>de</strong>finizione <strong>di</strong> pericolo inclu<strong>de</strong> la potenzialità <strong>de</strong>l suo verificarsi in<br />
assenza <strong>di</strong> bosco.<br />
La pericolosità è la probabilità temporale che un evento naturale<br />
(potenziale o in evoluzione) <strong>di</strong> data intensità riguar<strong>di</strong> una certa area in<br />
un <strong>de</strong>terminato periodo <strong>di</strong> tempo. La pericolosità inclu<strong>de</strong> con<strong>di</strong>zioni<br />
latenti rappresentanti una futura minaccia per l’uomo e/o l’ambiente<br />
e generalmente è espressa in termini <strong>di</strong> probabilità annuale.<br />
Nel manuale non sono invece analizzati in modo <strong>de</strong>ttagliato i<br />
pericoli naturali (o <strong>di</strong> origine antropica) che possono potenzialmente<br />
<strong>di</strong>struggere la foresta quali schianti da vento, incen<strong>di</strong>,<br />
pullulazioni <strong>di</strong> insetti o altri eventi <strong>di</strong> origine biotica. Il verificarsi<br />
<strong>di</strong> questi eventi può d’altron<strong>de</strong> compromettere la stabilità<br />
e il mantenimento <strong>de</strong>lla funzione protettiva, quin<strong>di</strong> la loro presenza<br />
(reale o potenziale) <strong>de</strong>ve essere presa in consi<strong>de</strong>razione al<br />
momento <strong>de</strong>ll’analisi <strong>de</strong>l popolamento (capitolo 7).<br />
4.2.1 Caduta massi<br />
In montagna la presenza <strong>di</strong> pareti rocciose o <strong>di</strong> semplici affioramenti<br />
<strong>de</strong>termina, a causa <strong>de</strong>ll’azione combinata <strong>de</strong>gli elementi<br />
naturali e <strong>de</strong>lle caratteristiche <strong>de</strong>lle rocce, il rotolamento verso<br />
valle <strong>di</strong> massi. Questi possono assumere forme e <strong>di</strong>mensioni estremamente<br />
variabili in funzione <strong>de</strong>lla loro composizione, origine e<br />
percorso. Soprattutto in montagna l’azione <strong>de</strong>ll’acqua e <strong>de</strong>l gelo<strong>di</strong>sgelo<br />
agevolano l’instabilità <strong>de</strong>lle pareti o <strong>de</strong>gli affioramenti<br />
rocciosi favorendone la caduta verso valle. La quota, l’esposizione