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Selvicoltura nelle foreste di protezione - INTERREG Forêts de ...

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24<br />

Deviatore<br />

<strong>di</strong> valanga <strong>de</strong>l 1841,<br />

Saint-Rhémy<br />

(Valle d’Aosta)<br />

Amministrazione _<br />

Forestale<br />

<strong>de</strong>terminò un bisogno <strong>di</strong> conoscenza <strong>di</strong>verso da quello <strong>de</strong>gli utenti<br />

locali <strong>de</strong>l territorio. In Alta Valle Susa le <strong>foreste</strong> sono state oggetto <strong>di</strong><br />

carte tematiche da parte <strong>de</strong>i tecnici al servizio <strong>de</strong>ll’esercito austriaco<br />

durante le note vicen<strong>de</strong> seguenti il trattato <strong>di</strong> Utrecht <strong>de</strong>l 1713. In<br />

tali cartografie è <strong>de</strong>scritto un territorio molto <strong>di</strong>verso dall’attuale, in<br />

cui l’uso agricolo e zootecnico <strong>de</strong>terminava estese superfici prive <strong>di</strong><br />

bosco e in cui le superfici forestali erano limitate proprio ai soli boschi<br />

ban<strong>di</strong>ti, ai boschi inaccessibili o troppo acclivi e alle <strong>foreste</strong> in cui<br />

era riconosciuta la capacità <strong>di</strong> produrre legname utile per l’uomo.<br />

Lo stesso permanere <strong>de</strong>ll’Uso Civico in ampie porzioni <strong>de</strong>lle Alpi piemontesi,<br />

inteso come uso <strong>de</strong>l citta<strong>di</strong>no o <strong>de</strong>lla citta<strong>di</strong>nanza, evi<strong>de</strong>nzia<br />

come in assenza <strong>di</strong> limitazioni la proprietà pubblica, ovvero non privata<br />

all’uso collettivo, era gestita rispetto alle reali esigenze socioeconomiche<br />

<strong>de</strong>ll’intera collettività, tra cui anche la <strong>protezione</strong> <strong>de</strong>i centri abitati.<br />

L’equilibrio tra questi aspetti ha permesso il perdurare nel tempo <strong>de</strong>lle<br />

<strong>foreste</strong> ban<strong>di</strong>te e <strong>de</strong>l loro beneficio per la collettività.<br />

La prima metà <strong>de</strong>ll’Ottocento fu caratterizzata dalla ricostituzione<br />

<strong>de</strong>gli Stati nazionali, a seguito <strong>de</strong>l Congresso <strong>di</strong> Vienna che<br />

sancì formalmente la fine <strong>de</strong>l sogno napoleonico. In Piemonte,<br />

all’interno <strong>de</strong>l dominio <strong>de</strong>i Savoia, nascono gestioni organizzate<br />

<strong>de</strong>lle proprietà forestali pubbliche, mentre per le proprietà private<br />

vengono <strong>de</strong>ttate norme restrittive e vincolistiche per la conduzione<br />

<strong>de</strong>lle superfici forestali poste a <strong>protezione</strong> <strong>di</strong> fiumi, centri<br />

abitati e versanti ritenuti a rischio.<br />

In particolare con le Regie Patenti <strong>de</strong>l 1822, Carlo Felice stabilì<br />

la costituzione <strong>de</strong>ll’Amministrazione Forestale. In esse si legge,<br />

infatti: “Abbiamo pure riputato conveniente <strong>di</strong> creare un’Amministrazione<br />

per la custo<strong>di</strong>a e vigilanza <strong>de</strong>’ boschi”. Questa<br />

<strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> intenti era supportata dalle norme relative alla<br />

gestione e ai vincoli sui boschi <strong>de</strong>l Regno, particolarmente rigi<strong>di</strong>,<br />

e trovò concreta applicazione con la <strong>de</strong>finizione <strong>de</strong>gli organici e<br />

<strong>de</strong>i compiti affidati all’Amministrazione nel relativo regolamento<br />

applicativo. Per la prima volta si costituiva un’organizzazione

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