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POETICA

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me voci, e modi quelle de gli antichi, e de Fiorentini del di dWt<br />

ed'alcun'altri, che loro fonfimili, efecondofuo potere, feguir£L<br />

gli efempi loro : &anco alcuna fiata, quando bene gli verra, fi<br />

fi farà lecito di mettere m opéra l'mfegnamemo di Ariftotile,frapo<br />

nendo tra le proprie, e pure parole, c forme, alcuna voce, e manie,<br />

ra peregnna : pofciache, cio è quello intra l'altre, che lieua di baffez<br />

zalefcntture, elorodabellezza,edegnità, edolcezza. Efimil.<br />

mente, ch'egh vferà tal'ora voci, e forme, da altri Scrittori non v&.<br />

te (mirandoperô fempreallachiarezza) edimefticheràdeJleGreche,<br />

e délie Latine, fecondo la neceflïtà, che le gli porrà dayianri, fe<br />

ben non foflero per altri ftatedimefticate. Edice, ches'altri, per<br />

non fi noiare di quefta, onouità, oantichità ,chefia, fuggiràdile»<br />

gère gli fcritti moi, egiifacerto, che ne portera non leggiere peni!<br />

tenza,reftando ignorante di moite cofe, di-non picciolo momento.<br />

Crede poi cheal buio fode pronôçiata la quarta accufa, cheil fuo<br />

ftile fofle duro, e difufato. fe per iftiie, fu in tcfo, le voci, e modi fopradetti.<br />

Perciochefra ftile, equefti,vi ha non pocadifferenzajla<br />

qualenon puoconofcere,chinonha primaveduti, einiefiiCarat<br />

teri, o Generi,oIdee, diDemetrio Falereo, di Cicérone, di Dienigi<br />

Alicarnafleo, ediErmogene. Sicomenon„paredi comprenderla,<br />

chi dice che Cicérone fcrifle le lettere, elecofedi Filofofia,<br />

colmedefirnopuro-ftile. hauendo Platonein cio per guida- Non<br />

comprendedico, chedifFcrenzadi ftile fia tra le letterefteflediCicérone,<br />

mentrefcriueaLentulOjO a Pompeo,oa Cefarejverfoquelle<br />

fcritte a Terenzia,& a Tirone. E che fomiglianza è tra lo ftile del<br />

la Filofofia di Cicérone tutto proprio, e piano, aquello di Platone,<br />

figurato, e femipoetico j'e tra fe diuerfo, mentre, facheparli Socrate,<br />

altrimente co' Giouani, e co' Sofifti d'altra guifa. eco'Saui<br />

d'altra. Nefacoluiladiuerfirà che ne ftili porta, la diuerfità délia<br />

materia, ne gli fcritti di coloro che fànnociô che fia ftile; ecome,<br />

ein.qualicoie, l'vno ftile dail'altro fia différente-, equaleadvna,e<br />

quale âd altra materia s'acconuenga-.. E s'acconuiene alla materia<br />

prefen te, la qualenon è lettere, ne cortigianie, neamorofeleggiadrie,<br />

ma iftoria, e filofofîa, ed è lo ftile, di che l'ha il Patncio vèftite.adeffe,<br />

anco per giudiciod'aitri appropriato. Il quale fe dure<br />

ad alcuno pare, fi l'ammollifca egli con qualchefua ricetta, o il lafci<br />

ftare. PerchequantoadjfufatoconfrflailPatricioilfuoftiloeflete<br />

taie, e tal yolerlo. Poi che quello di Platone, e quello di Cicérone, '<br />

furono ftili, da loro foli, e non daaltri Scritrori viati, neformatiad<br />

imitazione degliartrui ftili. ecofi afferma il Patricio, nonhanere<br />

nel fuo, volutoimitare, ne rafiomigliare ftile alcuno d'altri ,mavo-<br />

1ère, corne propriofuo, e che fi refti difufato.<br />

— - * - — - — e _

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