POETICA

286 DELIA T 0 E T 1 C A.
11 medefimo è da eredere anco délia Comedia, pofeia che e
di attorî, e di Chori, corne laTragedia era com pofta. e corne
ella nella meta del fuo nome ténia l'Ode ,che canto c
non altrimenti,che nella Rapfodia, c nelle fopradette Cita.
rodia,Lirodia,cd Aulodia,cheiI canto atali iftrumenri fi~
gnificarono. eche iNomi ancora fi cantalfero,il medefimo
nclxvi i i.fa teftimonio. onde l'vno venne detre generi di
Melodiafopradetti. Moire altre pruoueaddurre fi potreb
bono,in pruoua che tutte le poefie fi cantaffero per an tico.
ma e'cibaftcrà oltre aile cofedette vna gentil memoria,che
eièdmafa,regiftratanel fuo hbro da Vincenzo Galilei.
eciô fono vn'Ode Grcca di vn Dionigi, con fegni a ciafeuna
fillaba foprapofti,di quegli che AUpio scrittore Mufico,
pone,per fegni délie corde di ciafeun Tropo,Dorio,Frigio,
e gli altri. 1 quali fegni.ragionc è che additino,come quellefillabcecon
che tuono fi deano cantare per levoci délie
corde da loro dinotate* llchc l'efempio feguente t farà
piuchiaro.
t t 9 9
tititl (MU9tL (AU Ç/AH .
9 £ 9 a '
Canta mufa mia cara^.
Ncl quai verfo la prima fillaba ha la «•. che nel tuono Lidioèfegno
délia cordalpatemefon.e délia voce alla cor*davnifona,ledue
feguenti,fonol'vna laparanete die—
: zeugmenon, e l'altra la nete finemmenon nella corda. e le
. doppiàèla_ichanoslpatonnellavoce.ele** ,
.lame