POETICA

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11 piu poi de gli huomini di quefto nome, furono di pro
fefsione propria Sonatoridiaulo ..macantori, non délie
fue, ma délie non fue poefie. E tra quefti direm, che fieno
ftati i piu famofi Pronomo il Tebano, come che egli alcun
Profodio componefle difuo. &Antigenida." & altri
(enza numéro che quefto efercizio andarono facendo. '
1 quali tutti miniftri furono de poeti. Ma di molta lunga
trapafsô quefto numéro di Auledi,il numéro d'Auleti,fem
plici ,e délie donne auletrie. Perciocheconuenendo afonatori
di aulo, non potere nel tempo medefimo fonare, e
cantare, fiu di forza, che eglino dopo hauer fonato, mouef\
fcro il canto. e dimezzare l'armonia, che tutta a vn tempo
fatta, del doppio piu foaue farebbeftata.il che non poten
dofi per vn folo fare, di necefsità hebbe a trouarui compa- '
gno» che o al fuono cantafie, o fonafle al canto. Ma percioche
quefto fu partire indue,Pvtile, che ad vnfolovenia
prima, fi ritirô la cofa per lo piu al fuono. & quefti cofi
fatti artefici in grandilsimo numéro fi multiplicarono,^
tra mafchi, efemine, fi che nouero non vi hebbe. La quai 1
mokitudine fi s'accrebbe per quella cagione che Suidarac
contô in parole a quelle fomiglianti.
Gli antichi, ne conuiui vfarono di fermonare di varie cofe quijlionan
do. Ma i plu moderni v'introdujfero, & auletridi, e Citarifii,
E quefta ftefia cagione era prima ftata da Socrate allegataappo
Platono. Epafsotanto auanti quefto coftumej
che pochi, 6 niuno conuiuio, o Epinicio, o per nozze, o
per altra occalion limilefifecepoi, che délie Auletridi fpeziaJmente,nonviinterucniftecopia.
Etquandodueauli
o più, o vn'aulo,eliracompareano a cantarein concorren
za. diceafiMnaulia.
Di ^4ulo>e di %itmo, fen^a parlare accinente_j. •
E fu tal'ora, che vna medefima femina fofle, & auletria,
e Gitarifttia, o anche Citareda, perche con variera maggio
re di armonie, maggioreil piacere s'ingeneraflene gli vditori,
e maggiore d'indi fofle il fuo profirto. Perche per
ifperienzahaueano prouato,chequell'huom. che la foia
aule-