POETICA

3Î4-,. 7) E L L A TO E T I C A
Efuilballareintanta Aimai chevollonoi poeti, chei
Dei ballaffero, eziandio. & Artino Corinthio ,di Gioue in
vn verfo,difle
B aVaua in me%%o a loro,
il gran padre de gli huomini, e de Dei.
Et Omero in vn Inno di Apolline, diffe.
E con la bella fua forminga in mano,
BaUaua Apollo,ben alto faltando.
E Pindaro inuoeô il medefimo.
0 ballator, Signor d'ogni fflendore.
Largafaretra Apollo.
E Anacreonre fe ballar le Mufe.
* * Del gran Chue le figlie, *
t>a be' capei ballauano leggiadro.
Et Efiodo afferma hauerle vedutc danzarepreffo ad vna
fonte
Intorno a vn fonte, di viole adorno, »
!
Co* molli pie, ballauano le UMupLJ.
O R O H E S li
Ma non folo del ballo fecero i poeti,e gli altri ftima gran
de, ma di tutta la reliante orcheli. La quale Platone in ge
nerai cofi deferifle.
- • Queflo adunque dalla orebefi, cbe fi fa nell'armi, penfando, che fia
poflo {cioèil nome aTallade) dirittamente io flimo 7che penferemo.
Tercioche, o fe fieffo, o altro, leuar in alto , o da terra, o per mano di
*nenare(pallein,epallejle)chiamiamo,Orchein, &çrchifte^j.
Adunque orchefi farà tutto quel mouimento délia perfona,
col quaie, o s'alza ella da terra, o altro, o con le ma
ni dimena, o uibra.o cri(pa,o quai (I voglia al tra voce,che
ilPallein,e'lpallefte,ci pofla eiprimere, e come che perla
leggiadria dedetti mouimenti l'haueflero iri môlto contp,
fi Iaportarono eglino anche in grande ftima per l'vtileche
netraeuano.
4
« Con-