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"Noi. Testimonianze e documenti in un libro per S. Lorenzo di ...

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Dopo aver stipulato segretamente il trattato <strong>di</strong> Londra, l'Italia entrò nel<br />

conflitto a fianco dell'Intesa il 24 maggio 1915 <strong>di</strong>chiarando guerra<br />

all'Austria.<br />

Nell'aprile 1917 gli Stati Uniti entrarono <strong>in</strong> guerra a fianco dell’Intesa e il 23<br />

agosto la stessa cosa fece il Giappone che si limitò ad o<strong>per</strong>are <strong>in</strong> Asia,<br />

attaccando i posse<strong>di</strong>menti tedeschi nel Pacifico. L'<strong>in</strong>cen<strong>di</strong>o si era esteso a<br />

tutto il mondo, ma l'Europa era avviata al tramonto, a vantaggio degli Stati<br />

Uniti e del Giappone.<br />

Inizialmente l'Italia aveva <strong>di</strong>chiarato la propria neutralità, ma il Paese si era<br />

<strong>di</strong>viso tra <strong>in</strong>terventisti e neutralisti.<br />

Tra i primi, i nazionalisti, sostenitori della guerra redentrice im<strong>per</strong>iale,<br />

portatori <strong>di</strong> tendenze irrazionalistiche <strong>in</strong>site nella cultura del ’900; la guerra<br />

era non più <strong>in</strong>tesa come <strong>di</strong>fesa dei pr<strong>in</strong>cipi civili, bensì come bagno <strong>di</strong><br />

sangue rigeneratore secondo la scuola <strong>di</strong> Bismarck e <strong>di</strong> D'Ann<strong>un</strong>zio. Tra gli<br />

<strong>in</strong>terventisti c’erano anche gli irredentisti, i ra<strong>di</strong>cali, i socialisti riformisti.<br />

Erano neutralisti: la grande maggioranza degli Italiani, le masse o<strong>per</strong>aie e<br />

contad<strong>in</strong>e rappresentate dai socialisti e dai cattolici, schierati <strong>di</strong>etro al<br />

Pontefice Benedetto XV; i socialisti fedeli all'<strong>in</strong>ternazionalismo pacifista,<br />

conv<strong>in</strong>ti profondamente che ogni guerra fosse contraria agli <strong>in</strong>teressi del<br />

proletariato.<br />

Contrari alla guerra anche Giolitti e i liberali giolittiani <strong>di</strong> cui si faceva<br />

portavoce La Stampa tor<strong>in</strong>ese mentre il Corriere della Sera milanese, <strong>di</strong>retto<br />

dal liberale conservatore Luigi Albert<strong>in</strong>i, si era schierato con gli <strong>in</strong>terventisti.<br />

Neutrali la maggior parte degli <strong>in</strong>tellettuali ad eccezione dei nazionalisti più<br />

esagitati come il D'Ann<strong>un</strong>zio e il Corrad<strong>in</strong>i.<br />

Benito Mussol<strong>in</strong>i, <strong>di</strong>rettore dell'Avanti! f<strong>in</strong>o al luglio 1914, aveva condotto<br />

<strong>un</strong>a campagna contro il nuovo macello <strong>di</strong> popolo ma, passato nel novembre<br />

alla <strong>di</strong>rezione de Il Popolo d'Italia, si fece sostenitore dell'<strong>in</strong>tervento a favore<br />

dell'Intesa.<br />

Espulso dal partito socialista, fondò imme<strong>di</strong>atamente <strong>un</strong> Fascio autonomo <strong>di</strong><br />

azione rivoluzionaria chiamando ad aderirvi tutti i socialisti veramente<br />

rivoluzionari.<br />

Il Parlamento, uscito dalle elezioni del 1913 a suffragio <strong>un</strong>iversale maschile,<br />

era a larga maggioranza neutralista mentre il governo retto da Salandra<br />

(succeduto a Giolitti), espressione del liberalismo conservatore, si orientava<br />

<strong>per</strong> l'<strong>in</strong>tervento a fianco dell'Intesa. La situazione fu sbloccata dalla Corona,<br />

Vittorio Emanuele III f<strong>in</strong>se <strong>di</strong> piegarsi al fermento della piazza e resp<strong>in</strong>se<br />

le <strong>di</strong>missioni presentate dal Salandra.<br />

Anziché dar battaglia alla Camera, i liberali giolittiani e i cattolici rifiutarono<br />

lo scontro con il Re e si rassegnarono a votare poteri straord<strong>in</strong>ari al governo,<br />

lasciando isolati i socialisti, fermi all'opposizione. Si ebbe d<strong>un</strong>que <strong>un</strong>a<br />

soluzione extraparlamentare al problema della pace e della guerra, <strong>un</strong><br />

prelu<strong>di</strong>o all'atto <strong>di</strong> forza dal quale nascerà nell'ottobre 1922, complice<br />

ancora la Corona, il regime fascista.<br />

Si <strong>in</strong>iziava così il 24 maggio 1915 con la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> guerra all' Austria-<br />

Ungheria la tremenda avventura. «Questa guerra, che sembra o<strong>per</strong>a <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>struzione e <strong>di</strong> abom<strong>in</strong>azione», <strong>di</strong>chiarò il D'Ann<strong>un</strong>zio, «è la più feconda<br />

nutrice <strong>di</strong> bellezza e <strong>di</strong> virtù sulla terra».<br />

Con questa mistificante retorica furono tratti a morire seicentomila Italiani.<br />

104 Sezione III - San <strong>Lorenzo</strong> e la storia d’Italia 1915-1945

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