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"Noi. Testimonianze e documenti in un libro per S. Lorenzo di ...

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Trattoria Castol<strong>di</strong>, sventrando la cuc<strong>in</strong>a, il pranzo, due camere da letto ed <strong>un</strong><br />

bagno. L’<strong>in</strong>cidente provocò alc<strong>un</strong>e ferite e contusioni ad <strong>un</strong>a parente, molto<br />

spavento e molti <strong>di</strong>sagi prima della ricostruzione.<br />

Per <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> fatti non ben decifrabili, da quel momento la Trattoria <strong>per</strong>se<br />

molto della sua f<strong>un</strong>zione storica. Ricostruita <strong>di</strong>ventò meno trattoria e più bar<br />

portando alc<strong>un</strong>i elementi <strong>di</strong> <strong>in</strong>trattenimento <strong>di</strong> grande novità come il gioco del<br />

bigliardo <strong>per</strong> il quale si fecero gare memorabili. Da tutti fu considerato, allora,<br />

il miglior giocatore il Sig. Celest<strong>in</strong>o Ferrario, tra l’altro primo <strong>in</strong>dustriale<br />

calzaturiero <strong>in</strong>novatore e illum<strong>in</strong>ato.<br />

Si ricordano alc<strong>un</strong>e <strong>in</strong>iziative del Nando, che hanno segnato almeno qualche<br />

<strong>per</strong>iodo della com<strong>un</strong>ità: la fondazione della “Unione Sportiva S. <strong>Lorenzo</strong>” con<br />

colori delle maglie <strong>di</strong> competizione ben def<strong>in</strong>ite a t<strong>in</strong>te molto violente, due<br />

strisce laterali viola e <strong>un</strong>a centrale arancione, non bellissime, ma molto<br />

appariscenti: i colori della società rappresentavano almeno due attività gestite:<br />

<strong>un</strong>a squadra <strong>di</strong> calcio e <strong>un</strong>a squadra <strong>di</strong> ciclismo.<br />

La società organizzava e gestiva manifestazioni conseguenti.<br />

Il torneo <strong>di</strong> calcio con altre squadre delle frazioni e conf<strong>in</strong>i limitrofi.<br />

E <strong>per</strong> il ciclismo “Il trofeo coppa caduti <strong>di</strong> San <strong>Lorenzo</strong>”: queste manifestazioni,<br />

legate anche ad <strong>un</strong> pronostico privato (specie <strong>di</strong> totocalcio), durarono pochi<br />

anni ma occorre almeno ricordare: il v<strong>in</strong>citore del 1° trofeo <strong>di</strong> ciclismo, che fu<br />

il ciclista Seghezzi, <strong>di</strong>ventato poi professionista.<br />

Alle gare <strong>di</strong> San <strong>Lorenzo</strong> partecipò sempre, senza v<strong>in</strong>cere, il concittad<strong>in</strong>o<br />

Carugo Umberto detto Berto, medaglia d’argento al valor militare; il Carugo<br />

Umberto, a titolo <strong>di</strong> cronaca, fu Campione Italiano <strong>di</strong> ciclismo della categoria<br />

veterani.<br />

Altro protagonista e v<strong>in</strong>citore <strong>di</strong> quelle gare fu il ciclista catanese Musumeci,<br />

o<strong>per</strong>aio ciabatt<strong>in</strong>o emigrante <strong>in</strong> San <strong>Lorenzo</strong>, ma con la maglia del “Pedale<br />

Monzese”.<br />

Negli anni c<strong>in</strong>quanta ci fu l’avvento della televisione e, <strong>in</strong> particolare <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>i<br />

programmi storici. Il “Lascia o Raddoppia” del giovedì sera costituiva nella<br />

trattoria il p<strong>un</strong>to d’<strong>in</strong>contro <strong>di</strong> tutti gli appassionati sprovvisti <strong>di</strong> TV.<br />

Le serate erano decisamente numerose e la partecipazione era costituita anche<br />

da <strong>in</strong>teri gruppi famigliari.<br />

“L'Albergo dell’Angelo con stallazzo”<br />

<strong>di</strong> Maria Maggioni Bracciani<br />

Ho trascorso i primi anni della mia <strong>in</strong>fanzia a Milano. Sono arrivata a San<br />

<strong>Lorenzo</strong> nel 1927 e ho frequentato <strong>in</strong> paese la classe quarta elementare, la classe<br />

qu<strong>in</strong>ta l’ho frequentata a Parabiago facendo quattro volte al giorno la strada a<br />

pie<strong>di</strong>. Dopo la scuola si facevano i compiti e nelle ore libere la mia mamma mi<br />

faceva ricamare.<br />

Quando sono stata <strong>in</strong> possesso del libretto <strong>di</strong> lavoro – che allora si andava a<br />

prendere <strong>in</strong> Com<strong>un</strong>e - mio padre mi mandò a lavorare presso la Litografia Ditta<br />

Fracaro <strong>di</strong> San <strong>Lorenzo</strong> f<strong>in</strong>o all’età <strong>di</strong> 20 anni e quando la <strong>di</strong>tta fallì ho lavorato<br />

<strong>per</strong> tre anni a Milano sempre presso <strong>un</strong>a litografia. Prendevo il tram alle 6 del<br />

matt<strong>in</strong>o <strong>per</strong> essere <strong>in</strong> <strong>di</strong>tta alle 8.<br />

Nel 1939 mi sono sposata con Ferruccio (detto Antonio) Bracciani. Egli era il<br />

nipote <strong>di</strong> Giuseppe Bracciani, detto el sciur P<strong>in</strong>ela proprietario dell’Albergo<br />

216 Sezione IV - Famiglia e lavoro nel tempo

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