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"Noi. Testimonianze e documenti in un libro per S. Lorenzo di ...

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Questo triste episo<strong>di</strong>o lo raccontai a <strong>un</strong>a ragazza <strong>di</strong> San <strong>Lorenzo</strong> che conobbi al mio<br />

ritorno dalla guerra. In seguito quella ragazza, <strong>di</strong> nome Elisa, <strong>di</strong>venne mia moglie.<br />

Durante le conversazioni con il mio futuro suocero e lo zio, si parlava della vita<br />

militare: essi narravano le vicende vissute durante la prima guerra e io raccontavo <strong>di</strong><br />

aver assistito alla morte <strong>di</strong> Cozzi Angelo, <strong>di</strong> San <strong>Lorenzo</strong>, <strong>in</strong>ternato militare <strong>in</strong><br />

Germania.<br />

Seppi così che la povera famiglia già segnata da questo lutto, subì <strong>in</strong> seguito <strong>un</strong>'altra<br />

grave <strong>per</strong><strong>di</strong>ta: la figlia Anita, vittima del <strong>di</strong>spiacere e <strong>di</strong> <strong>un</strong>a malattia allora<br />

<strong>in</strong>curabile, la tubercolosi.<br />

Le spoglie <strong>di</strong> Angelo furono riportate a San <strong>Lorenzo</strong> nel il 28 marzo 1992 con gli<br />

onori militari: ora riposa <strong>in</strong> pace con la sua famiglia nel cimitero <strong>di</strong> San <strong>Lorenzo</strong>.<br />

Sezione III - San <strong>Lorenzo</strong> e la storia d’Italia 1915-1945<br />

“Il ricordo”<br />

<strong>di</strong> Ettore Bollati<br />

Mio cug<strong>in</strong>o Angelo Cozzi abitava nel mio stesso cortile, tuttora esistente a San<br />

<strong>Lorenzo</strong>, all'angolo della via Mameli con la via Cristoforo Colombo.<br />

Angelo era nato nel 1923, otto anni prima <strong>di</strong> me; lo ricordo come <strong>un</strong> ragazzo allegro,<br />

giocherellone e volenteroso.<br />

Lavorava a Parabiago <strong>in</strong>sieme a mio fratello Paolo <strong>in</strong> <strong>un</strong>a <strong>di</strong>tta che produceva forme<br />

<strong>per</strong> calzature.<br />

Dopo il lavoro, si impegnava ad aiutare gli zii nei lavori agricoli: la sua vita scorreva<br />

così tra la fabbrica, la campagna e i giochi del cortile con i cug<strong>in</strong>i e gli amici.<br />

La mamma Antonia e il papà Giovanni lo guardavano crescere <strong>in</strong>sieme all'altra figlia<br />

Anita più giovane <strong>di</strong> Angelo <strong>di</strong> soli due anni.<br />

Ma <strong>un</strong> giorno ecco arrivare la cartol<strong>in</strong>a ...<strong>di</strong> chiamata alle armi.<br />

Il sorriso scompare dal volto della mamma e della sorella Anita; Angel<strong>in</strong>o vive il<br />

momento, con ansia e preoccupazione <strong>per</strong> la guerra <strong>in</strong> corso, ma sente il dovere quasi<br />

come <strong>un</strong> passaggio dalla vita <strong>di</strong> ragazzo ad uomo.<br />

Prima della partenza ricordo che Angelo festeggiò con gli amici al Circolo, che allora<br />

si trovava <strong>in</strong> via Mameli: io non partecipavo a questi ritrovi <strong>per</strong>ché ero solo <strong>un</strong><br />

ragazz<strong>in</strong>o ma sentivo raccontare dai miei fratelli più gran<strong>di</strong> che questa festa<br />

rappresentava <strong>un</strong> rito <strong>di</strong> buon auspicio <strong>per</strong> il soldato che partiva.<br />

Il giorno della partenza, i parenti e gli amici accompagnarono Angelo alla stazione,<br />

<strong>in</strong>fondendogli coraggio e s<strong>per</strong>anza.<br />

Per la giovane Anita il <strong>di</strong>stacco è sentito <strong>in</strong> modo particolarmente <strong>in</strong>tenso, non riesce<br />

a farsene <strong>un</strong>a ragione, com<strong>in</strong>cia a risentirne anche nel fisico.<br />

Gli scherzi e le risate delle compagne <strong>di</strong> lavoro non bastano a toglierle i tristi pensieri,<br />

presagio <strong>di</strong> trage<strong>di</strong>a, trage<strong>di</strong>a che culm<strong>in</strong>a quando non gi<strong>un</strong>geranno più lettere<br />

dell'amato fratello, quando com<strong>in</strong>ceranno a circolare voci della sua morte.<br />

I familiari cont<strong>in</strong>uano a s<strong>per</strong>are f<strong>in</strong>o all'ultimo, che Angelo sp<strong>un</strong>ti sulla soglia e<br />

illum<strong>in</strong>i la casa col suo sorriso, ma <strong>un</strong> giorno <strong>un</strong> cappellano militare si fa coraggio e<br />

varca il portone <strong>di</strong> via Mameli.<br />

Il ricordo <strong>di</strong> questa famiglia è sempre nel mio cuore e <strong>in</strong> quello dei miei cari e vive<br />

anche nel nome dei miei due nipoti Angelo e Anita Bollati e <strong>di</strong> mia cug<strong>in</strong>a Silvia<br />

Bollati che <strong>di</strong>ventata suora ha scelto il nome Anita.<br />

E parlando <strong>di</strong> Resistenza italiana, non possono essere <strong>di</strong>menticate le migliaia <strong>di</strong><br />

soldati e ufficiali (circa 600.000) catturati dai Tedeschi dopo l’8 settembre e<br />

deportati <strong>in</strong> Germania, cui si oppose <strong>un</strong>a coraggiosa azione del popolo, che<br />

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