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"Noi. Testimonianze e documenti in un libro per S. Lorenzo di ...

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“Carlo Fontana”<br />

<strong>di</strong> Maria Luisa Cipran<strong>di</strong><br />

Il nonno Carlo spesso faceva rivivere con toni appassionati ed avv<strong>in</strong>centi le sue<br />

imprese <strong>di</strong> guerra, <strong>di</strong> vita <strong>in</strong> tr<strong>in</strong>cea, <strong>di</strong> battaglie, <strong>di</strong> attacchi, <strong>di</strong> ritirate, <strong>di</strong><br />

spe<strong>di</strong>zioni notturne <strong>per</strong> controllare le zone nemiche.<br />

Una notte <strong>un</strong>a pattuglia si smarrì, fu il nonno che da buon contad<strong>in</strong>o <strong>in</strong><strong>di</strong>cò al<br />

suo tenente la <strong>di</strong>rezione del nord, fece toccare dove nasceva il muschio<br />

sull'albero: quella era la parte più <strong>in</strong> ombra, d<strong>un</strong>que quella era la <strong>di</strong>rezione nord<br />

ed essi stavano andando proprio nella <strong>di</strong>rezione opposta al proprio<br />

accampamento cioè <strong>in</strong> terra nemica.<br />

Così il tenente portò la propria pattuglia alla base: erano tutti salvi!<br />

In seguito <strong>per</strong> <strong>di</strong>mostrare la sua riconoscenza, si fece mandare da casa <strong>un</strong><br />

pacco con tante prelibate vivande e si festeggiò <strong>in</strong>sieme lo scampato <strong>per</strong>icolo.<br />

Il nonno Carlo doveva avere nelle orecchie il martellare degli ord<strong>in</strong>i militari che<br />

gli venivano impartiti dai suoi su<strong>per</strong>iori, spesso li ripeteva con realismo:<br />

«Baionetta <strong>in</strong> canna! All'attacco! Si salvi chi può! Ritirata!»<br />

Ma specialmente ritornava sulla <strong>di</strong>sfatta <strong>di</strong> Caporetto e sulla sua scampata<br />

fucilazione <strong>in</strong> campo <strong>per</strong> <strong>di</strong>serzione.<br />

Le sue parole tuonavano come colpi <strong>di</strong> cannone, i suoi occhi si <strong>di</strong>latavano e<br />

roteavano, sembravano palle <strong>in</strong>fuocate, come quelle che avevano illum<strong>in</strong>ato<br />

l'<strong>in</strong>term<strong>in</strong>abile notte nera e <strong>in</strong>fernale quando gli ord<strong>in</strong>i concitati si mescolavano<br />

ai tuoni, ai rombi, ai sibili delle macch<strong>in</strong>e da guerra, mentre gli uom<strong>in</strong>i<br />

cadevano sotto l'<strong>in</strong>furiare del nemico.<br />

Molti scapparono, anche il nonno che custo<strong>di</strong>va <strong>un</strong> mulo col quale portava i<br />

rifornimenti fece lo stesso, poi si presentò due giorni dopo alla sua compagnia:<br />

seconda compagnia del 24° Reggimento <strong>di</strong> Fanteria. Rischiò app<strong>un</strong>to la<br />

fucilazione <strong>per</strong> <strong>di</strong>serzione, ma egli <strong>di</strong>sse che dovette <strong>in</strong>seguire il suo mulo che<br />

si era imbizzarrito ed era fuggito via. E concludeva affermando che doveva la<br />

vita al suo mulo.<br />

I nomi da lui pron<strong>un</strong>ciati quali: Tagliamento, Isonzo, Piave, Carso, Caporetto,<br />

non uscirono più dalla mia piccola mente e neppure il nome del suo generale<br />

Luigi Cadorna, sostituito <strong>in</strong> seguito alla tremenda sconfitta con gli Austriaci,<br />

app<strong>un</strong>to a Caporetto, da Armando Diaz.<br />

Quando trovai nei libri <strong>di</strong> storia quei nomi pregni <strong>di</strong> significato vissuto,<br />

ripensavo al nonno che era solo, là <strong>in</strong> quei luoghi, presente, combattente: quei<br />

nomi non erano <strong>un</strong>icamente parole scritte, ma vita <strong>di</strong> guerra, alla quale io ero<br />

già stata ammessa.<br />

Mi sentivo orgogliosa <strong>per</strong>ché la Storia d'Italia era passata anche attraverso la<br />

storia della mia famiglia; e la guerra non era solamente combattuta dai fanti o<br />

dai generali. Essa entrava anche nella vita dei civili, dei congi<strong>un</strong>ti: spose,<br />

madri, fratelli, padri trepidavano <strong>per</strong> la sorte dei propri cari lanciati <strong>in</strong> prima<br />

l<strong>in</strong>ea, costretti nel fango delle tr<strong>in</strong>cee, bersaglio <strong>di</strong> mitragliatrici e cannoni,<br />

affamati e stremati dal logorio della guerra, che trasc<strong>in</strong>a con sé ogni genere <strong>di</strong><br />

mali e <strong>di</strong> sofferenze.<br />

Le famiglie soffrivano della lontananza dei figli, dei fratelli, dei mariti ed <strong>un</strong><br />

affetto rapito risultava <strong>in</strong>colmabile; quando poi si aggi<strong>un</strong>geva il timore <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

<strong>per</strong>icolo mortale <strong>in</strong>combente, si sprofondava nell'angoscia e allora solo la fede<br />

e la s<strong>per</strong>anza davano conforto e lenimento.<br />

Così fu <strong>per</strong> la nonna Matilde Sozzi, moglie <strong>di</strong> Carlo Fontana, che esprimeva la<br />

propria generosità con chi si trovava nell'<strong>in</strong><strong>di</strong>genza.<br />

106 Sezione III - San <strong>Lorenzo</strong> e la storia d’Italia 1915-1945

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