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"Noi. Testimonianze e documenti in un libro per S. Lorenzo di ...

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Nel 1938 Dante sposa Ines Ubol<strong>di</strong>.<br />

Dopo breve tempo, <strong>in</strong> seguito allo scoppio della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, il giovane,<br />

nonostante sia già padre <strong>di</strong> due figli, viene richiamato alle armi.<br />

Parte <strong>per</strong> Acqui Terme <strong>in</strong> attesa <strong>di</strong> essere chiamato <strong>per</strong> la Russia.<br />

La preoccupazione <strong>per</strong> la famiglia è molta: ha già due figli con <strong>un</strong> terzo <strong>in</strong> arrivo,<br />

non riesce neppure a consumare i pasti che passa all'amico e compaesano Giovanni<br />

Musazzi, molto più giovane e più affamato <strong>di</strong> lui, che gli chiede <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uazione:<br />

«Ma come fai a vivere?» Dante sa <strong>per</strong>ché vuole lasciarsi de<strong>per</strong>ire, nutre la s<strong>per</strong>anza<br />

<strong>di</strong> non partire <strong>per</strong> la Russia e fort<strong>un</strong>atamente questo si avvera <strong>per</strong>ché dopo qualche<br />

tempo viene rimandato a casa, proprio a motivo del suo stato fisico precario.<br />

Quegli anni furono travagliati dall'im<strong>per</strong>versare delle guerre: papà ci raccontava<br />

spesso che il tempo passato <strong>in</strong> armi non gli aveva dato niente, gli aveva rubato<br />

sicuramente quasi sei anni della migliore età: la sua gioventù.<br />

Nonostante questo, si riteneva fort<strong>un</strong>ato <strong>di</strong> aver portato a casa almeno il "telaio"<br />

poiché pesava solo 45 chilogrammi ma pensava ai suoi compagni che non erano più<br />

tornati.<br />

Qualche tempo fa, al f<strong>un</strong>erale <strong>di</strong> Giovanni Musazzi, abbiamo ricordato <strong>in</strong>sieme ai<br />

suoi parenti ed amici quei momenti lontani. Siamo riconoscenti verso Giovanni<br />

<strong>per</strong>ché ogni volta che ci <strong>in</strong>contrava raccontava sempre <strong>di</strong> Pà Dante e <strong>di</strong> quei tempi<br />

grami; gli eravamo <strong>in</strong> <strong>un</strong> certo senso grati dello scampato <strong>per</strong>icolo <strong>di</strong> nostro padre<br />

dalla campagna <strong>di</strong> Russia.<br />

Questi erano momenti che ci rasserenavano e che ci facevano riflettere su come era<br />

<strong>di</strong>fficile sopravvivere <strong>in</strong> quei tempi quando la sete <strong>di</strong> potere <strong>di</strong> chi comandava e la<br />

fame <strong>di</strong> terra, che ne costituiva il paravento, portarono milioni <strong>di</strong> <strong>per</strong>sone a<br />

sopportare miserie e sacrifici <strong>in</strong>descrivibili.<br />

È giusto e doveroso mantenere vivo il ricordo <strong>per</strong> non <strong>di</strong>menticare i sacrifici che essi<br />

fecero <strong>per</strong> noi e <strong>per</strong> le nuove generazioni che sono cresciute nella “bambagia”, <strong>per</strong><br />

<strong>un</strong> futuro migliore <strong>di</strong> quello che purtroppo era toccato a loro e <strong>per</strong> <strong>un</strong> monito, <strong>per</strong>ché<br />

<strong>un</strong> popolo senza memoria può <strong>di</strong>ventare <strong>un</strong> popolo senza storia.<br />

Sezione III - San <strong>Lorenzo</strong> e la storia d’Italia 1915-1945<br />

Lettere <strong>di</strong> Antonio Musazzi<br />

alla fidanzata<br />

Pag<strong>in</strong>e sparse, ovvero, lettere delicate recanti notizie da <strong>di</strong>fferenti zone <strong>di</strong><br />

guerra e campi <strong>di</strong> prigionia, i cui nomi risultano anneriti dalla censura. Leggeri<br />

fogli colorati, come petali <strong>di</strong> fiori esotici trasportati dal vento, da terre lontane,<br />

fogli gialli, azzurri, bianchi; carta sacrificata a qualche sigaretta, su cui<br />

confidare le proprie passioni, le proprie amarezze, ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> attimi <strong>in</strong>tensi<br />

vissuti al paesello con l’amata nei tempi felici, che si s<strong>per</strong>a poter riprendere<br />

quando la guerra sarà f<strong>in</strong>ita.<br />

Albania, 10 maggio 1943<br />

Sono le 5.30 <strong>di</strong> sera, dopo aver viaggiato tutto il giorno, ora mi trovo fermo <strong>per</strong> 2<br />

ore <strong>per</strong>ciò, solo che montagna e sassi e qualche “tocullo” ...la mia premura mi<br />

sono preoccupato dei fogli <strong>di</strong> cui sono partito sprovvisto, gentilmente me li ha dati<br />

<strong>un</strong> mio amico, s<strong>per</strong>iamo <strong>di</strong> trovarne dove sono dest<strong>in</strong>ato...<br />

Mia Rosetta sono già 9 giorni che sono <strong>in</strong> viaggio purtroppo, non mi rattristo<br />

<strong>per</strong>ché me lo aspettavo questo l<strong>un</strong>go viaggio, ti <strong>di</strong>co l<strong>un</strong>go <strong>per</strong>ché ho fatto Mestre,<br />

Postumia, Lubiana, Zagabria, tutta la Serbia, l’Albania, <strong>in</strong> seguito farò la Bulgaria,<br />

la Romania, poi? Lasciamo <strong>per</strong>dere, il più <strong>di</strong> proseguire il viaggio come è<br />

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