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"Noi. Testimonianze e documenti in un libro per S. Lorenzo di ...

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Tuttavia a volte sembra che l'<strong>in</strong>fermiera stia svolgendo <strong>un</strong>a crociera.<br />

Nella seconda missione, dopo la partenza da Bari alle c<strong>in</strong>que del matt<strong>in</strong>o, la<br />

nave dopo due ore <strong>di</strong> navigazione, è <strong>in</strong> prossimità della costa dalmata. Alle<br />

<strong>di</strong>eci sono a Zara, vengono imbarcati i militari ammalati e feriti, ma Olga e<br />

altre croceross<strong>in</strong>e scendono <strong>per</strong> la visita della città e poi si riparte <strong>per</strong><br />

Sebenico, Spalato, Ragusa <strong>in</strong> Croazia e <strong>per</strong> Mel<strong>in</strong>e <strong>di</strong> Cattaro.<br />

La terza missione si svolge nel mar Egeo.<br />

A Ro<strong>di</strong> vengono ricevuti dal governatore della città, che dona ad ogni sorella<br />

<strong>un</strong>a rosa e <strong>un</strong> pacco contenente 400 sigarette, mentre dal Vescovo ricevono<br />

<strong>un</strong>a medaglia d'argento.<br />

Poi è la volta <strong>di</strong> Lero e Samo.<br />

A Vathi <strong>di</strong> Samo sono ricevuti dal Generale <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione italiana: è l<strong>un</strong>edì 16<br />

marzo 1943, dopo la visita dell'isola il Generale <strong>in</strong>vita le sorelle e gli ufficiali<br />

liberi dal servizio ad <strong>un</strong> solenne ricevimento alla presenza <strong>di</strong> ufficiali, signore<br />

e autorità e all'uscita ricevono rose <strong>in</strong> omaggio.<br />

Ma da ora <strong>in</strong> poi <strong>per</strong> Olga e <strong>per</strong> tutto l'equipaggio, colonnello me<strong>di</strong>co, ufficiali,<br />

me<strong>di</strong>ci, cappellano, colonnello farmacista, ufficiali <strong>di</strong> mar<strong>in</strong>a, il peso della<br />

guerra si farà sentire più duramente.<br />

La base <strong>di</strong> partenza e <strong>di</strong> arrivo <strong>per</strong> le missioni è sempre Bari.<br />

Al ritorno della 1° missione <strong>in</strong> Grecia, il 24 febbraio 1943 vengono sbarcati<br />

più <strong>di</strong> 700 soldati; dalla 2° missione <strong>in</strong> Dalmazia più <strong>di</strong> 600 e con essi anche<br />

le bare dei soldati morti durante il viaggio.<br />

Tra i vivi c'è Catania Liborio, o<strong>per</strong>ato al cranio durante la navigazione e<br />

sbarcato a Bari senza aver ripreso conoscenza. Olga lo r<strong>in</strong>contrerà presso<br />

l'ospedale <strong>di</strong> Modugno il venerdì 23 aprile 1943.<br />

“L'ospedale militare... non è proprio <strong>un</strong> vero ospedale; nella scuola com<strong>un</strong>ale del<br />

paese, svuotate le aule dai banchi, sono stati messi dei lett<strong>in</strong>i e <strong>in</strong> questo posto ci<br />

sono i soldati reduci dal fronte <strong>per</strong> la convalescenza... <strong>un</strong> militare <strong>in</strong> pigiama,<br />

appoggiato al muro del corridoio, che sta guardandoci, mi viene <strong>in</strong>contro e mi<br />

chiede: «È vero sorella che voi siete della nave ospedale Aquileia? ...Qual è la<br />

sorella della prima chirurgia? Perché la voglio conoscere, io sono stato o<strong>per</strong>ato<br />

sulla nave ai primi <strong>di</strong> marzo».<br />

Subito mi viene <strong>in</strong> mente l'o<strong>per</strong>azione fatta al cranio <strong>per</strong> estrarre la scheggia che<br />

era penetrata, lo stato gravissimo nel quale si trovava il ferito, il consulto fatto tra<br />

i me<strong>di</strong>ci sul da farsi, la decisione def<strong>in</strong>itiva presa sotto la sua responsabilità dal<br />

cappellano militare <strong>di</strong> bordo che aveva detto: «Qual<strong>un</strong>que sia l'esito bisogna<br />

tentare».<br />

Non avrei certo pensato che a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quasi due mesi l'avrei rivisto <strong>in</strong> via <strong>di</strong><br />

guarigione, poiché non aveva mai ripreso conoscenza, <strong>in</strong>fatti l'avevamo sbarcato<br />

ancora <strong>in</strong> coma col capo completamente fasciato. Emozione e gioia mi presero<br />

contemporaneamente nel <strong>di</strong>rgli che quella sorella ero io e nel vedere nei suoi occhi<br />

non ancora completamente normali, la riconoscenza che non ha manifestato a<br />

parole ma con <strong>un</strong>a calorosa stretta <strong>di</strong> mano”.<br />

Nel <strong>di</strong>ario non mancano i momenti <strong>di</strong> gioia filiale: l'emozione <strong>per</strong> la posta che<br />

viene da casa, <strong>per</strong> il pacco ricevuto contenente scarpe e <strong>in</strong>dumenti, <strong>per</strong> la<br />

raccomandata con i sol<strong>di</strong> e <strong>per</strong> la visita del padre, il 4 aprile 1943. Si avverte<br />

epidermicamente l'orgoglio del genitore, nel vedere la figlia o meglio, forse<br />

solo <strong>un</strong>a croceross<strong>in</strong>a; (il padre era già stato alp<strong>in</strong>o nella guerra ’15-’18 alle<br />

<strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong> <strong>un</strong> capitano me<strong>di</strong>co, come <strong>in</strong>fermiere <strong>in</strong> ospedale da campo<br />

senza essere <strong>di</strong>plomato) “...<strong>un</strong>a croceross<strong>in</strong>a, <strong>un</strong>a delle tante che formano quella<br />

134 Sezione III - San <strong>Lorenzo</strong> e la storia d’Italia 1915-1945

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