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"Noi. Testimonianze e documenti in un libro per S. Lorenzo di ...

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sprezzante del <strong>per</strong>icolo, <strong>di</strong>ede rifugio nei fienili o nelle soffitte ai giovani<br />

partigiani e ai soldati sbandati def<strong>in</strong>iti <strong>di</strong>sertori. Il popolo delle città e delle<br />

campagne accanto alle formazioni partigiane <strong>di</strong>ede vita quasi a <strong>un</strong> secondo<br />

Risorgimento, questa volta non più d’élite aristocratica e borghese.<br />

“Resistenza partigiana”<br />

<strong>di</strong> Mar<strong>in</strong>a Resch<strong>in</strong>i<br />

Io non c’ero, non ci sarei voluta essere, <strong>per</strong>ché vivere nel mezzo <strong>di</strong> <strong>un</strong>a guerra non è<br />

né il mio, né quello <strong>di</strong> molti altri, ideale <strong>di</strong> vita. Sa<strong>per</strong>e <strong>per</strong>ò <strong>di</strong> provenire da <strong>un</strong>a<br />

famiglia <strong>di</strong> partigiani mi fa sentire orgogliosa. Orgogliosa <strong>per</strong>ché? I partigiani non<br />

sono stati dei Santi, ma hanno dato il loro contributo <strong>per</strong>ché la guerra f<strong>in</strong>isse, si sono<br />

sacrificati come del resto tutti i caduti <strong>di</strong> guerra. Quando mia madre e i nonni mi<br />

parlavano <strong>di</strong> quei tempi non mi stancavo mai <strong>di</strong> ascoltarli e porto con me i ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

quelle “storie”. Il ricordo più ricorrente era quello dello zio che non volendo<br />

combattere <strong>per</strong> i fascisti era <strong>di</strong>ventato partigiano, nascondeva <strong>in</strong> casa i volant<strong>in</strong>i<br />

“sovversivi”, li metteva <strong>di</strong>etro il quadro della Madonna. Un giorno i fascisti vennero<br />

a cercarlo, lui si nascose nella casc<strong>in</strong>a sotto il fieno. Cercarono dap<strong>per</strong>tutto, la<br />

mamma ricorda la paura quando, entrati nella casc<strong>in</strong>a, con le baionette, si misero ad<br />

<strong>in</strong>filzare il fieno. Per fort<strong>un</strong>a non lo trovarono e non trovarono nemmeno i volant<strong>in</strong>i,<br />

altrimenti sarebbe stata la f<strong>in</strong>e <strong>per</strong> tutta la famiglia. Un altro dei ricor<strong>di</strong> si riferisce<br />

alle bombe, quando com<strong>in</strong>ciavano i bombardamenti si rifugiavano nella campagna<br />

dove avevano <strong>un</strong> capanno “gabanot” e vi restavano f<strong>in</strong>o a quando erano f<strong>in</strong>iti. Con<br />

loro si nascondevano anche i “signori” che venivano da Milano scappati dalle loro<br />

case <strong>per</strong> rifugiarsi nei paes<strong>in</strong>i. Nel capanno che abitualmente era a<strong>di</strong>bito a deposito<br />

attrezzi usati <strong>per</strong> lavorare i campi, <strong>in</strong> quel <strong>per</strong>iodo venivano messi i viveri e ciò che<br />

serviva durante i bombardamenti. La mamma, i suoi fratelli e gli altri bamb<strong>in</strong>i<br />

andavano a rubare i frutti<br />

nei campi vic<strong>in</strong>i durante la<br />

notte, quando ness<strong>un</strong>o li<br />

poteva vedere, <strong>per</strong> loro era<br />

<strong>un</strong> gioco ma anche <strong>un</strong> modo<br />

<strong>per</strong> sopravvivere. Il primo<br />

bombardamento la mamma,<br />

allora bamb<strong>in</strong>a, lo sentì<br />

mentre faceva la spesa,<br />

corse a casa spaventata e le<br />

<strong>di</strong>ssero che era la guerra.<br />

Dalla sua casa vedeva i carri<br />

armati che si spostavano su<br />

quella che adesso è<br />

<strong>un</strong>’autostrada (nei pressi <strong>di</strong><br />

La<strong>in</strong>ate).<br />

Nella maggior parte dei<br />

casi i coman<strong>di</strong> tedeschi<br />

riuscivano nell’<strong>in</strong>tento <strong>di</strong><br />

deportare i giovani italiani<br />

che cercavano <strong>di</strong> sottrarsi<br />

all’obbligo sventurato <strong>di</strong><br />

Partigiani che combattono a Milano<br />

156 Sezione III - San <strong>Lorenzo</strong> e la storia d’Italia 1915-1945

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