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"Noi. Testimonianze e documenti in un libro per S. Lorenzo di ...

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sei ufficiali e l’attendente <strong>di</strong>ciottenne...<br />

Nonostante l’opposizione <strong>di</strong> Avam<strong>in</strong>i, del Prevosto <strong>di</strong> Nerviano, Don Luigi Piazzi<br />

e del “barbetta” commerciante e partigiano delle brigate Carroccio, che fu quasi<br />

malmenato, Garibal<strong>di</strong> passò all’azione; <strong>in</strong>gannando la folla <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> essere <strong>in</strong><br />

possesso dell’autorizzazione del Comando <strong>di</strong> Milano, ma che la decisione<br />

spettava alla popolazione.<br />

... i sette condannati a morte <strong>per</strong> fucilazione furono caricati su <strong>un</strong> camionc<strong>in</strong>o<br />

sco<strong>per</strong>to, con loro salì anche il Prevosto Don Piazzi tra due ali <strong>di</strong> folla, tra <strong>in</strong>sulti<br />

e grida. Piano, piano si raggi<strong>un</strong>se il Cimitero. Vennero fatti scendere <strong>in</strong> <strong>un</strong>a<br />

strad<strong>in</strong>a alla destra dov’era <strong>un</strong>a cappella e appoggiati al muro del Cimitero.<br />

Erano le 15.35, lo ricordo bene, <strong>per</strong>ché <strong>un</strong> partigiano mi chiese che ora era ...Il<br />

prevosto dopo averli confessati tentò ancora <strong>di</strong> strapparli alla morte. «Salvate<br />

almeno il figlio del Gimelli e il giovane attendente» -<strong>di</strong>sse ...<br />

«Salvate mio figlio, lui non ha colpa, l’ho trasc<strong>in</strong>ato io ancora giov<strong>in</strong>etto<br />

nell’ambiente fascista!»...<br />

E si decide <strong>di</strong> graziare i due. Ormai gli Ufficiali sono come <strong>in</strong> trance: non<br />

sembrano più uom<strong>in</strong>i, ma sacchi semivuoti; si lasciano spostare, girare e<br />

ancora al petto, alla schiena; essi <strong>in</strong>fatti avevano chiesto <strong>di</strong> essere fucilati al<br />

petto, e non alla schiena come volevano i partigiani che li consideravano<br />

tra<strong>di</strong>tori e fu <strong>un</strong> vero calvario. La prepotente baldanza <strong>di</strong> qualche giorno prima,<br />

l’arroganza e la ferocia, aveva cambiato ban<strong>di</strong>era. Inf<strong>in</strong>e fu dato l’ord<strong>in</strong>e <strong>di</strong><br />

esecuzione, ma ...<strong>in</strong> quel preciso istante, <strong>un</strong> attimo prima della scarica del mitra,<br />

si accascia al suolo <strong>un</strong>o dei sottotenenti, forse svenuto, evitando i colpi sparati<br />

...si rialza carponi, si gira smarrito, come se si svegliasse da <strong>un</strong> profondo sonno<br />

...La folla grida: «Lé viv...! Màsal...!» (È vivo! Ammazzalo!) Il condannato si rende<br />

conto ora <strong>di</strong> quello che sta succedendo mentre si p<strong>un</strong>tano <strong>di</strong> nuovo i mitra.<br />

Ricordo il forte grido <strong>di</strong>s<strong>per</strong>ato / e gli occhi alluc<strong>in</strong>ati del Sottotenente / mi<br />

provocò <strong>un</strong>a fitta dentro il cuore / e mi restò <strong>per</strong> anni nella mente / cessò col<br />

crepitar del nuovo fuoco!... / quello straziante grido <strong>di</strong>sumano / e fu come <strong>per</strong><br />

Cristo morto <strong>in</strong> croce / l’andar della folla piano piano. / Ora giacevan morti gli<br />

ideali, / la furia crim<strong>in</strong>ale la vendetta / il sangue misto all’erba, gli Ufficiali / i<br />

teschi sul cappello e la giacchetta. / E ne ho visti tanti tanti ancora / Ho visto<br />

<strong>di</strong>eci corpi su <strong>un</strong>a sponda / anche se crim<strong>in</strong>ali erano <strong>in</strong> pace. / Qualc<strong>un</strong>o nella<br />

roggia non profonda / tra margherite e fiori delle acacie, / rosse <strong>di</strong> sangue le<br />

camicie nere / <strong>di</strong> v<strong>in</strong>ti e v<strong>in</strong>citor come ban<strong>di</strong>ere. / Ricordo <strong>un</strong> prigioniero, forse<br />

fascista / mi <strong>di</strong>sse <strong>un</strong> giorno, oggi torno a casa / sapeva <strong>di</strong>segnare da vero artista<br />

/ l’ho ritrovato morto sulla strada. / Ho visto anche il Sampietro, detto il<br />

“Pipa”/Giocava a carte al bar, fu <strong>un</strong> attentato / spararon sette colpi i partigiani<br />

/ al fianco e alla gola e si è salvato. Era sott’ufficiale dei fascisti / della brigata<br />

nera Ettore Muti / terror degli sbandati e dei partigiani/Più che fascisti<br />

del<strong>in</strong>quenti e bruti / Anche lui dal balcone giu<strong>di</strong>cato (come era successo <strong>per</strong> il<br />

Colonnello Gimelli ed i suoi) / ed il 28 aprile messo al muro dai partigiani venne<br />

fucilato./ Giusto..? Com’era tutto giusto <strong>in</strong> quel momento / <strong>di</strong> partigiani fucilati<br />

a cento./Ma l’o<strong>di</strong>o e la vendetta, mai porta soluzioni /<strong>per</strong> giusta libertà / Mai più<br />

fucilazioni.<br />

Era passato <strong>un</strong> anno da quel 25 aprile che segnò la f<strong>in</strong>e del fascismo e della<br />

<strong>di</strong>ttatura e <strong>di</strong> quella guerra tanto crudele. La libertà <strong>di</strong> esprimere le proprie idee,<br />

<strong>di</strong> scegliersi <strong>un</strong> partito, il progresso evidente, la ricostruzione, la voglia <strong>di</strong> fare,<br />

specialmente <strong>di</strong> noi giovani, che vedevamo nel progresso <strong>un</strong> fulgido avvenire, ci<br />

Sezione III - San <strong>Lorenzo</strong> e la storia d’Italia 1915-1945<br />

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