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"Noi. Testimonianze e documenti in un libro per S. Lorenzo di ...

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proseguì il viaggio <strong>per</strong> l'Africa.<br />

Restammo tutto il giorno <strong>per</strong> le riparazioni senza scendere dalla nave.<br />

Si era constatato che la prua era molto danneggiata, non sapevamo come tutto ciò<br />

fosse accaduto, ci raccontarono che la nostra nave aveva s<strong>per</strong>onato <strong>un</strong> nostro caccia<br />

<strong>di</strong> scorta.<br />

La notte seguente partimmo e arrivammo al porto <strong>di</strong> Biserta. Da lì si seppe che<br />

sottomar<strong>in</strong>i nemici avevano attaccato il convoglio partito <strong>in</strong> precedenza e fu<br />

affondata <strong>un</strong>a nave, con il nostro materiale bellico e con gli autisti al seguito.<br />

Anche <strong>un</strong>'altra nave, con a bordo la truppa <strong>di</strong> <strong>un</strong> reparto <strong>di</strong> <strong>un</strong> altro reggimento, fu<br />

affondata, così prendemmo le armi <strong>di</strong> quel reparto poiché erano come le nostre e<br />

avanzammo verso l'<strong>in</strong>terno.<br />

Fu <strong>un</strong> cont<strong>in</strong>uo avanzare e ritirarsi, f<strong>in</strong>o a che gli Inglesi dalla Libia e gli Americani<br />

dall'altro fronte ci accerchiarono e ci obbligarono alla resa.<br />

Ci fecero prigionieri il giorno 12 giugno 1943 e ci <strong>in</strong>ternarono <strong>in</strong> <strong>un</strong> campo<br />

provvisorio dei Francesi.<br />

Dopo alc<strong>un</strong>i giorni ci fecero camm<strong>in</strong>are, sempre a pie<strong>di</strong>, <strong>per</strong> 900 chilometri <strong>per</strong><br />

trasferirci dal campo provvisorio al campo fisso.<br />

Che cosa facevi nei campi <strong>di</strong> prigionia?<br />

Nei campi <strong>di</strong> prigionia i Francesi ci trattarono malissimo <strong>per</strong>ché ci consideravano<br />

dei tra<strong>di</strong>tori, poiché eravamo entrati <strong>in</strong> guerra contro <strong>di</strong> loro proprio nel momento<br />

della loro <strong>di</strong>sfatta, ad o<strong>per</strong>a dei Tedeschi.<br />

Eravamo cento prigionieri trasferiti <strong>in</strong> <strong>un</strong>a grossa fattoria; lavoravamo nei campi<br />

dall'alba al tramonto, <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni veramente <strong>di</strong>sumane e sempre guardati a vista<br />

dai militari marocch<strong>in</strong>i.<br />

Il cibo era costituito da brodaglia con verdure <strong>di</strong> stagione: nel <strong>per</strong>iodo dei pomodori<br />

c'erano solo pomodori, nel <strong>per</strong>iodo delle verze, verze e così via ...cipolle, rape, erbe<br />

strane.<br />

Anziché pasta o riso ci davano dei ceci che sembravano pall<strong>in</strong>e <strong>di</strong> gomma; il pane<br />

era buono, peccato che era poco! (<strong>un</strong>a pagnottella <strong>per</strong> quattro <strong>per</strong>sone).<br />

Per più <strong>di</strong> tre anni non vi<strong>di</strong> mai pasta, riso, formaggi e salumi. La carne (sembrava<br />

caprone) ce la <strong>di</strong>edero solo l'ultimo anno, dopo l'armistizio, <strong>un</strong>a volta alla settimana.<br />

Non parliamo poi dell'igiene e degli <strong>in</strong>dumenti!<br />

Eravamo <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni miserevoli.<br />

Come è avvenuto il ritorno?<br />

Dalla fattoria ci trasferirono <strong>in</strong> <strong>un</strong> forte militare alla <strong>per</strong>iferia <strong>di</strong> Algeri.<br />

Aspettammo <strong>per</strong> circa <strong>un</strong> mese la nave che ci doveva riportare <strong>in</strong> Italia (mi sembrò<br />

<strong>un</strong>'eternità!).<br />

F<strong>in</strong>almente il 28 aprile 1946 arrivò il nostro cacciatorped<strong>in</strong>iere e ci portarono sul<br />

piazzale del porto <strong>per</strong> essere imbarcati.<br />

Fu <strong>un</strong>a gioia e <strong>un</strong>a commozione <strong>in</strong>descrivibili: eravamo tutti con le lacrime agli occhi<br />

nel vedere tutto l'equipaggio schierato sulla nave che ci salutava a gran voce.<br />

Il comandante, dal microfono, ci porgeva i saluti dell'equipaggio e <strong>di</strong> tutti gli Italiani<br />

assicurandoci che avrebbero fatto presto a preparare la nave <strong>per</strong> l'imbarco e <strong>per</strong> la<br />

partenza.<br />

Ci avvisò che i loro bravi cuochi stavano preparando <strong>un</strong>a "buona e abbondante<br />

pastasciutta”.<br />

Partimmo prima <strong>di</strong> sera; il tempo era bellissimo.<br />

Il matt<strong>in</strong>o seguente il cappellano della nave ci <strong>in</strong>vitò sulla plancia e celebrò la Santa<br />

Messa. Verso sera arrivammo a Napoli. Trovammo <strong>un</strong>a grande confusione nella<br />

Sezione III - San <strong>Lorenzo</strong> e la storia d’Italia 1915-1945<br />

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