"Noi. Testimonianze e documenti in un libro per S. Lorenzo di ...
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Possiamo ragionevolmente pensare che la pescosità delle acque dell’Olona<br />
abbia garantito il sostentamento ai primi abitanti e favorito le attività legate ai<br />
bisogni della sopravvivenza; probabilmente anche i boschi davano selvagg<strong>in</strong>a<br />
e carne.<br />
Inoltre nelle imme<strong>di</strong>ate a<strong>di</strong>acenze del fiume si trovava la creta con cui<br />
plasmare non solo vasellame, ma anche mattoni, come testimoniano le<br />
fornaci gi<strong>un</strong>te f<strong>in</strong>o ai giorni nostri.<br />
Quando poi verso la f<strong>in</strong>e del XII secolo si sviluppò l’agricoltura, il terreno<br />
situato ad Ovest del fiume, essendo più asciutto ed <strong>in</strong> posizione più elevata e<br />
non <strong>in</strong>teressato dalle <strong>in</strong>ondazioni, fu a<strong>di</strong>bito alla coltivazione <strong>di</strong> cereali, come<br />
frumento o granoturco, mentre la parte corrispondente alla valle nella quale<br />
scorreva il fiume risultava più idonea al foraggio.<br />
Secondo il regolamento fluviale, si att<strong>in</strong>geva acqua <strong>per</strong> l’irrigazione <strong>di</strong> prati<br />
<strong>in</strong>scritti nel catasto consorziale, me<strong>di</strong>ante bocche o rogge. In tal modo si<br />
assicurava il mangime agli animali da stalla, durante il <strong>per</strong>iodo <strong>in</strong>vernale, e <strong>in</strong><br />
abbondanza.<br />
La fertilità dei nostri luoghi e la pros<strong>per</strong>ità dei frutti della terra appare f<strong>in</strong><br />
dall’a<strong>per</strong>tura della presente pubblicazione, quando alla f<strong>in</strong>e del sec. XIII<br />
viene <strong>in</strong>vocava la legittimità <strong>di</strong> godere dei frutti e dei red<strong>di</strong>ti delle tenute dalle<br />
Monache del Convento <strong>di</strong> S. Maria <strong>di</strong> Cantalupo, e riconfermata da <strong>un</strong><br />
documento sco<strong>per</strong>to dallo storico Alessandro Giul<strong>in</strong>i all’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong><br />
Milano, come riportato <strong>in</strong> Storia <strong>di</strong> Parabiago <strong>di</strong> Mons. Ceriani.<br />
Trattasi <strong>di</strong> <strong>un</strong>a lista <strong>di</strong> cibi utilizzati <strong>per</strong> <strong>un</strong> regale ricevimento offerto dai<br />
monaci Cistercensi nel loro convento a Parabiago.<br />
A ricordare lo storico avvenimento essi posero <strong>un</strong>a nera marmorea lapide a<br />
caratteri d’oro all’<strong>in</strong>terno dell’<strong>in</strong>gresso del monastero, tuttora esistente. Del<br />
Monastero, oggi rimane solo la Chiesa <strong>di</strong> S. Ambrogio della Vittoria.<br />
La lapide ricordava l’ospitalità offerta dai monaci alla reg<strong>in</strong>a <strong>di</strong> Spagna e<br />
duchessa <strong>di</strong> Milano, Elisabetta Crist<strong>in</strong>a <strong>di</strong> Br<strong>un</strong>swich, sposa <strong>di</strong> Carlo III re delle<br />
Spagne nell’anno 1708, che sedettero a tavola <strong>per</strong> due giorni.<br />
La citazione storica è f<strong>in</strong>alizzata alla lettura della lista pre<strong>di</strong>sposta <strong>per</strong> il<br />
ricevimento dal Padre Su<strong>per</strong>iore del Convento P. Giorgio Ra<strong>in</strong>ol<strong>di</strong>, <strong>per</strong><br />
sod<strong>di</strong>sfare il regale palato e quello del seguito, 69 <strong>per</strong>sone, degli <strong>in</strong>vitati <strong>di</strong><br />
riguardo, dei Padri, dei nobili locali, <strong>di</strong> ben 700 commensali, esclusa la<br />
soldatesca che da sola toccava 400 <strong>per</strong>sone, più i cavalli dei quali 8 soltanto<br />
<strong>per</strong> la carrozza reale.<br />
Vennero serviti: pesce fresco, gamberi, erbaggi, frutta, agrumi bruschi, aranci <strong>di</strong><br />
Portogallo, moscato, mostarde, pasta <strong>di</strong> Genova, cervelata, luganiga, l<strong>in</strong>gue<br />
salate, rondoni e lepri, manzetto, vitello castrato, poll<strong>in</strong>i, pollastri, capponi,<br />
piccioni, anatre, oche, latte, panna, formaggio, stracch<strong>in</strong>i, pane...<br />
Il menù fa supporre che la ricchezza delle portate doveva utilizzare anche i<br />
prodotti nostrani dalle terre della zona, pur non comprendendo<br />
nell’equazione la mensa del misero contad<strong>in</strong>o.<br />
Scopo dell’ospitalità era <strong>di</strong> chiedere a Sua Maestà il privilegio <strong>di</strong> poter<br />
usufruire <strong>di</strong> qualche porzione dell’acqua dell’Olona senz’obbligo <strong>di</strong> rimandarla<br />
nell’alveo del fiume al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> poterla utilizzare, nell’<strong>in</strong>verno, <strong>per</strong> la produzione<br />
<strong>di</strong> ghiaccio, <strong>in</strong> estate, come acquario e vivaio <strong>di</strong> pesci. Pare che il privilegio<br />
fosse concesso subito il mese successivo.<br />
188 Sezione IV - Famiglia e lavoro nel tempo