Indice - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ...
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G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2006; 28:3, Suppl 107<br />
www.gimle.fsm.it<br />
Corrispondenza: Nicola Magnavita - Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>,<br />
Università Cattolica <strong>del</strong> Sacro Cuore, Largo Gemelli 8,<br />
00168 Roma, Italy - Tel. 3473300367, Fax 0661909399,<br />
E-mail: nicolamagnavita@tiscali.it<br />
VIGILANCE OF NON-INJURY OCCUPATIONAL RISKS<br />
IN CONTRUCTION WORKERS<br />
Key words: construction, occupational <strong>di</strong>sease, vigilance,<br />
risk assessment and communication.<br />
ABSTRACT. Construction is a dangerous industry, with high rates<br />
of both fatal and nonfatal occupational <strong>di</strong>seases. Despite the institution<br />
of explicit safety practices in construction, there continue to be<br />
excee<strong>di</strong>ngly high rates of work-relat<strong>ed</strong> illnesses. This study’s purpose<br />
was to identify views of construction managers regar<strong>di</strong>ng construction<br />
risks, as they emerge from yard safety plans, and compare and contrast<br />
such views with data drawn from me<strong>di</strong>cal surveillance of workers.<br />
Safety plan analysis of construction yards in the Local Sanitary Unit<br />
RMF, 1 st District, show<strong>ed</strong> that hazardous substances had often been<br />
identifi<strong>ed</strong>, but rarely measur<strong>ed</strong>. Data from me<strong>di</strong>cal surveillance of 807<br />
construction workers report<strong>ed</strong> high prevalence of hearing impairment<br />
(31%), and of respiratory impairment (23%); surprisingly, however,<br />
none of these <strong>di</strong>seases had been associat<strong>ed</strong> with occupational exposure.<br />
Only one physician out of 38 report<strong>ed</strong> skin <strong>di</strong>seases, occurring in 15%<br />
of the workers of his yard. No case of musculoskeletal <strong>di</strong>sorder,<br />
occupational cancer, or other occupational <strong>di</strong>sease had been report<strong>ed</strong>.<br />
The lack of coherence between risk assessment and me<strong>di</strong>cal<br />
surveillance data apparently obstacles consistent safety practice.<br />
Construction managers and occupational health physicians play<br />
a pivotal role in the definition and implementation of risk prevention<br />
practices in the workplace. In order to succe<strong>ed</strong> in this role, they require<br />
a wide variety of professional and management skills that will help<br />
them to maintain a positive safety culture.<br />
INTRODUZIONE<br />
La prevalenza <strong>del</strong> rischio infortunistico nel comparto e<strong>di</strong>le non deve<br />
far trascurare l’esistenza <strong>di</strong> un rilevante rischio <strong>di</strong> malattie professionali.<br />
La vigilanza sui cantieri e<strong>di</strong>li deve quin<strong>di</strong> valutare il modo in cui i datori<br />
<strong>di</strong> lavoro, i servizi <strong>di</strong> prevenzione <strong>ed</strong> i me<strong>di</strong>ci competenti affrontano tale<br />
rischio.<br />
MATERIALI E METODI<br />
Sono stati esaminati i Piani operativi <strong>di</strong> sicurezza (POS/PSC) <strong>del</strong>le<br />
imprese che svolgono attività e<strong>di</strong>li nel territorio <strong>del</strong>la ASL RMF, Distretto<br />
I (Civitavecchia); contemporaneamente sono state esaminate le corrispondenti<br />
relazioni sanitarie r<strong>ed</strong>atte dai me<strong>di</strong>ci competenti e comprendenti<br />
i dati anonimi collettivi. Le 38 relazioni riguardavano 807 lavoratori.<br />
RISULTATI<br />
Dall’analisi dei POS emerge che i rischi non infortunistici (<strong>di</strong> igiene<br />
<strong>del</strong> lavoro) sono menzionati, ma non approfon<strong>di</strong>ti o misurati/valutati adeguatamente.<br />
Sono tuttavia citati in alcuni casi i seguenti rischi: rumore,<br />
rischio chimico, movimentazione manuale carichi, fibre, vibrazioni. I documenti<br />
sono spesso generici, schematici e non riferiti alle problematiche<br />
specifiche <strong>del</strong> cantiere in oggetto.<br />
L’esame dei dati sanitari anonimi collettivi relativi a 807 lavoratori<br />
in<strong>di</strong>ca la presenza <strong>di</strong> ipoacusia nel 31% dei lavoratori (253 casi); la presenza<br />
<strong>di</strong> deficit <strong>del</strong>la funzionalità respiratoria nel 23% dei lavoratori (186<br />
casi) e quella <strong>di</strong> patologie cutanee, segnalate da un solo me<strong>di</strong>co, in 4 operai,<br />
pari allo 0,5% <strong>del</strong> campione totale, ma al 15% dei lavoratori sorvegliati<br />
da quel me<strong>di</strong>co. Nessuna <strong>del</strong>le relazioni precisa se i deficit au<strong>di</strong>ometrici<br />
e quelli ventilatori siano da ritenersi correlati al rischio. In nessun<br />
caso viene in<strong>di</strong>cata la presenza <strong>di</strong> patologie <strong>del</strong> rachide, o <strong>del</strong>l’arto superiore.<br />
Non ci sono in<strong>di</strong>cazioni sulle vaccinazioni praticate ai lavoratori.<br />
Lo stile <strong>del</strong>le relazioni sui dati anonimi collettivi è spesso schematico e<br />
ripetitivo; i commenti sono scarsi o assenti.<br />
DISCUSSIONE<br />
Nel settore e<strong>di</strong>lizio si verificano in Italia circa 1000 casi <strong>di</strong> malattie<br />
professionali l’anno, metà <strong>del</strong>le quali viene indennizzata dall’INAIL. La<br />
prevalenza <strong>del</strong>le malattie rispetto al totale <strong>del</strong>l’industria è <strong>del</strong> 15%, men-<br />
tre gli occupati in e<strong>di</strong>lizia sono solo il 10% <strong>del</strong> totale, il che <strong>di</strong>mostra che<br />
il rischio <strong>di</strong> malattia è <strong>di</strong> almeno il 50% più alto che negli altri settori industriali.<br />
Le denunce riguardano principalmente l’ipoacusia da rumore<br />
(60% dei casi), le malattie cutanee (20%), le patologie da sovraccarico<br />
biomeccanico (18%) <strong>ed</strong> i mesoteliomi (2%).<br />
Il rischio rumore è un problema comune al mondo industrializzato.<br />
Negli USA più <strong>di</strong> mezzo milione <strong>di</strong> lavoratori <strong>del</strong> settore è esposto a rumore;<br />
l’uso <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione è molto scarso, anche perché interferisce<br />
con la possibilità <strong>di</strong> sentire segnali <strong>di</strong> pericolo(17); le esposizioni<br />
eccessive sono comuni (3).<br />
Le dermatiti da cemento assumono sovente prevalenza elevata (attorno<br />
al 14%); gli esposti presentano sensibilità a cromati e cobalto. L’affezione<br />
appare correlata a scarso uso <strong>di</strong> guanti, anni <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong>retta manipolazione<br />
<strong>del</strong> cemento; sovente essa è sotto-<strong>di</strong>agnosticata e non trattata<br />
adeguatamente(7). Il cromo esavalente può essere responsabile anche <strong>del</strong><br />
tumore <strong>del</strong> polmone e <strong>del</strong>la cute e <strong>di</strong> asma e rinite allergica; per questo,<br />
l’OSHA ha recentemente ridotto il PEL da 100 a 5µg/m 3 (OSHA). Contatto<br />
con metalli duri tossici come cobalto, cadmio, cromo, può verificarsi<br />
durante operazioni <strong>di</strong> taglio e molatura o saldatura <strong>di</strong> metalli (6).<br />
Le patologie <strong>del</strong>l’apparato muscoloscheletrico, largamente <strong>di</strong>ffuse,<br />
rappresentano la principale causa <strong>di</strong> mobilità e <strong>di</strong> ritiro dal lavoro (16),<br />
anche se è stato <strong>di</strong>mostrato che è possibile ottenere successi con programmi<br />
<strong>di</strong> esercizi (11) e con interventi ergonomici (8).<br />
Le patologie più gravi, tuttavia, riguardano l’apparato respiratorio.<br />
Ancora una volta, l’esposizione a rischio è comune a tutti i paesi sviluppati.<br />
In Olanda in più <strong>di</strong> metà <strong>del</strong>le rilevazioni condotte nei cantieri si supera<br />
il MAC per il quarzo (0,075 mg/m 3 ) e si arriva fino a 63 volte tale<br />
limite (18). Negli USA il limite per la silice (0,05 mg/m 3 ) è superato nel<br />
65-100% dei casi, quello per le polveri respirabili (3 mg/m 3 ) nel 10-90%<br />
dei casi (15). L’uso <strong>di</strong> respiratori non basta a ridurre il rischio; occorrono<br />
misure <strong>di</strong> abbattimento ad umido <strong>del</strong>le polveri, cabine o aspirazione (2,5).<br />
L’asbesto, per il quale recentemente l’EPA ha fornito nuove in<strong>di</strong>cazioni<br />
per la protezione dei lavoratori (4) è stato sostituito dalle fibre <strong>di</strong> vetro,<br />
che pure possi<strong>ed</strong>ono un certo effetto cancerogeno per l’uomo. Il rischio<br />
per un installatore <strong>di</strong> MMMF è compreso tra 6 su milione e zero per anno.<br />
Ciò significa che su <strong>di</strong>ecimila installatori può esserci un cancro ogni 16<br />
anni (20).<br />
Le costruzioni in ambienti chiusi (tunnel) comportano un significativo<br />
aumento <strong>del</strong> rischio respiratorio. Indagini longitu<strong>di</strong>nali in<strong>di</strong>cano nei<br />
lavoratori dei tunnel un significativo decremento <strong>del</strong> FEV1, che si accentua<br />
nei fumatori (1). Nei tunnel <strong>di</strong>fatti c’è eccesso <strong>di</strong> polveri totali e respirabili,<br />
quarzo, aerosol <strong>di</strong> oli, NO 2 ; il decremento <strong>del</strong> FEV1 è correlato<br />
soprattutto ai livelli <strong>di</strong> polvere respirabile e quarzo (19).<br />
Di rilievo anche l’esposizione ad altri agenti chimici, come i fumi <strong>di</strong><br />
asfalto contenenti idrocarburi policiclici aromatici (PAH). Negli USA in<br />
un terzo dei casi nell’applicazione <strong>di</strong> guaine bituminose i valori <strong>di</strong> particelle<br />
inalabili contenenti benzene superano il limite ACGIH <strong>di</strong> 0,5 mg/m 3<br />
(10). Nei lavoratori esposti l’1-idrossipirene urinario (1-OHP) è un in<strong>di</strong>catore<br />
<strong>di</strong> dose assorbita per i PAH. Si <strong>di</strong>mostra che esso aumenta durante<br />
il turno e durante la settimana. L’assorbimento percutaneo dei PAH è 8<br />
volte più importante <strong>di</strong> quello respiratorio (12). Altro rischio rilevante<br />
sono i policloro<strong>di</strong>fenili (PCB). I lavoratori addetti all’applicazione <strong>di</strong> isolanti<br />
mostrano un significativo aumento <strong>del</strong>le concentrazioni seriche <strong>di</strong><br />
PCB (9).<br />
A fronte <strong>di</strong> tutti questi rischi, la formazione-informazione dei lavoratori<br />
è spesso simbolica. Una recente indagine <strong>di</strong>mostra che i lavoratori latini<br />
in USA ricevono me<strong>di</strong>amente un’ora <strong>di</strong> formazione pro capite in inglese,<br />
anche se non conoscono tale lingua (13).<br />
In questo quadro, il livello qualitativo dei servizi <strong>di</strong> salute e sicurezza,<br />
così come si configura nel territorio <strong>del</strong>la ASL RMF, non è confortante.<br />
CONCLUSIONI<br />
Lo svolgimento dei <strong>di</strong>versi atti preventivi (valutazione <strong>del</strong> rischio,<br />
sorveglianza sanitaria, informazione e formazione dei lavoratori) in modo<br />
afinalistico e scoor<strong>di</strong>nato, configura uno spreco <strong>di</strong> risorse inefficace ai<br />
fini <strong>del</strong> miglioramento <strong>del</strong>la sicurezza e salute dei lavoratori.<br />
La vigilanza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro, basandosi sul confronto dei documenti<br />
prodotti dalle <strong>di</strong>verse figure professionali, deve mirare a ricostruire<br />
la corretta sequenza degli adempimenti preventivi, così da stimolare il<br />
management aziendale ad assumere in prima persona le responsabilità<br />
<strong>del</strong>la gestione <strong>del</strong> rischio, e le <strong>di</strong>verse figure professionali a fornire evi-