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Indice - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ...

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G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2006; 28:3, Suppl 63<br />

www.gimle.fsm.it<br />

La rapida crescita <strong>del</strong>la struttura ha creato la necessità <strong>di</strong> definire un<br />

adeguato programma <strong>di</strong> sviluppo e coor<strong>di</strong>namento <strong>del</strong>le attività <strong>di</strong> informazione<br />

e formazione che tenesse conto <strong>del</strong>le seguenti peculiarità: 1) inserimento<br />

nella struttura <strong>di</strong> gruppi consistenti <strong>di</strong> nuovi lavoratori (rapida<br />

crescita); 2) definizione <strong>di</strong> nuove mansioni (apertura <strong>di</strong> nuovi reparti) e<br />

conseguenti nuovi possibili rischi lavorativi; 3) inserimento <strong>di</strong> nuove figure<br />

professionali (OSS, ASA ecc.); 4) elevato turn over <strong>del</strong> personale<br />

(alta richiesta nel territorio <strong>di</strong> infermieri ecc.); 5) presenza <strong>di</strong> personale <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferente nazionalità e lingua; 6) necessità <strong>di</strong> incidere sul comportamento<br />

dei soggetti in funzione <strong>di</strong> mo<strong>del</strong>li organizzativi propri <strong>del</strong>la struttura<br />

(accre<strong>di</strong>tamento Joint Commission International).<br />

Il progetto è stato elaborato nell’ambito <strong>del</strong>la collaborazione tra Me<strong>di</strong>co<br />

Competente e Direzione Risorse Umane <strong>ed</strong> Organizzazione prevista<br />

dai vigenti <strong>di</strong>sposti <strong>di</strong> legge <strong>ed</strong> è stato realizzato in ambito multi<strong>di</strong>sciplinare<br />

con il coinvolgimento dei Rappresentanti per la Sicurezza dei Lavoratori,<br />

<strong>del</strong> Servizio Infermieristico, <strong>del</strong>la Direzione Sanitaria e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti<br />

componenti specialistiche. Sono stati inizialmente in<strong>di</strong>viduati gli argomenti<br />

per i quali erano necessari interventi prioritari: informazione e<br />

formazione generali su temi <strong>del</strong>la sicurezza e prevenzione e organizzazione<br />

<strong>del</strong>la struttura (figure istituzionali, gestione <strong>del</strong>le emergenze ecc.),<br />

tutela <strong>del</strong>la salute <strong>del</strong>le lavoratrici (la larga maggioranza <strong>di</strong> personale<br />

femminile rende tale argomento <strong>di</strong> particolare interesse), rischi lavorativi<br />

specifici (movimentazione manuale <strong>di</strong> pazienti, rischio biologico, antiblastici,<br />

gas anestetici, rischio chimico).<br />

Sono quin<strong>di</strong> stati in<strong>di</strong>viduati tra i lavoratori i soggetti che avevano<br />

già adeguata preparazione <strong>ed</strong> esperienza al fine <strong>di</strong> valorizzarli e coinvolgerli<br />

come formatori o tutors su particolari argomenti. Successivamente<br />

sono state in<strong>di</strong>viduate <strong>di</strong>fferenti tecniche <strong>di</strong> comunicazione che, iniziando<br />

da una fase <strong>di</strong> informazione effettuata attraverso la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> materiale<br />

cartaceo e <strong>di</strong> formazione in aula hanno compreso: a) <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

materiale informativo allo scopo realizzato (norme per la sicurezza generali<br />

e organizzazione <strong>del</strong>la struttura, piano <strong>di</strong> emergenza ecc.); b) realizzazione<br />

<strong>di</strong> posters su temi specifici (movimentazione manuale <strong>di</strong> carichi,<br />

rischio chimico, rischio biologico) affissi nei reparti; c) esercitazioni pratiche<br />

(antiincen<strong>di</strong>o, evacuazione dai reparti); d) attività <strong>di</strong> affiancamento<br />

sul campo <strong>di</strong> tutors; e) acquisizione e realizzazione <strong>di</strong> filmati su argomenti<br />

<strong>di</strong> particolare interesse (rischio biologico, movimentazione <strong>di</strong> pazienti<br />

ecc.); f) organizzazione <strong>di</strong> corsi su temi specifici con esercitazioni<br />

pratiche (formazione al corretto utilizzo <strong>di</strong> ausilii per la movimentazione<br />

manuale <strong>di</strong> pazienti); g)somministrazione <strong>di</strong> questionari <strong>di</strong> verifica <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>mento.<br />

Nello sviluppo e realizzazione <strong>del</strong> programma <strong>di</strong> informazione e formazione<br />

è stato in particolare valorizzato il ruolo dei preposti (caposala)<br />

che hanno svolto un ruolo car<strong>di</strong>ne sia in ambito formativo che nella conseguente<br />

attività <strong>di</strong> vigilanza (puntuale applicazione <strong>del</strong>le proc<strong>ed</strong>ure, utilizzo<br />

<strong>di</strong> DPI ecc.). Si è inoltre rilevato come esista piena sintonia con<br />

l’applicazione all’interno <strong>del</strong>la struttura osp<strong>ed</strong>aliera <strong>di</strong> comportamenti<br />

propri <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> qualità. Nel corso degli anni infatti la struttura osp<strong>ed</strong>aliera<br />

è stata certificata Joint Commision International e l’adesione ai requisiti<br />

richiesti dall’Ente certificatore è stato <strong>di</strong> aiuto per lo sviluppo e la<br />

realizzazione <strong>del</strong> programma oggetto <strong>del</strong>la comunicazione.<br />

RISULTATI E DISCUSSIONE<br />

Gli elementi caratterizzanti la esperienza maturata sono costituiti<br />

dalla realizzazione <strong>di</strong> specifici moduli formativi multime<strong>di</strong>ali da applicare<br />

<strong>di</strong>rettamente nei reparti <strong>ed</strong> utilizzati come supporto alla attività <strong>di</strong><br />

informazione e formazione affidata ai caposala e dall’impiego <strong>di</strong> tecniche<br />

<strong>di</strong> formazione a <strong>di</strong>stanza (E-Learning).<br />

Nel primo caso sono stati ideati e sperimentati con successo 4 moduli<br />

formativi riguardanti <strong>di</strong>fferenti argomenti (movimentazione manuale <strong>di</strong><br />

carichi, rischio biologico, DPI, blocchi operatori); tutti i moduli hanno la<br />

caratteristica <strong>di</strong> utilizzare un approccio multime<strong>di</strong>ale nella parte teorica<br />

(slides, filmati, <strong>di</strong>scussione), lasciando spazio nella settimana successiva<br />

ad attività pratiche che prev<strong>ed</strong>ono affiancamento <strong>di</strong> tutor e una valutazione<br />

finale (sia sulle conoscenze acquisite tramite questionario che sulla<br />

applicazione <strong>del</strong>le stesse nel lavoro nei reparti con formalizzazione <strong>del</strong><br />

giu<strong>di</strong>zio da parte dei caposala).<br />

Il secondo caso rappresenta la più recente evoluzione <strong>del</strong> programma<br />

che si sta avvalendo <strong>del</strong>le tecniche <strong>di</strong> formazione a <strong>di</strong>stanza (E-Learning)<br />

con la realizzazione <strong>di</strong> una originale piattaforma informatica volta a sfruttare<br />

le potenzialità <strong>del</strong>la struttura osp<strong>ed</strong>aliera che è completamente cablata.<br />

Le risorse intranet <strong>ed</strong> internet appaiono nella nostra esperienza<br />

(come confermato nel recente Congresso Internazionale ICOH) una naturale<br />

evoluzione <strong>del</strong> percorso <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> un moderno progetto <strong>di</strong> miglioramento<br />

<strong>del</strong>le attività <strong>di</strong> informazione e formazione anche relativamente<br />

alla me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro in osp<strong>ed</strong>ale, consentendo <strong>di</strong> affrontare<br />

tutti gli argomenti meritevoli <strong>di</strong> attenzione (rischi specifici, conoscenza<br />

<strong>del</strong>la normativa generale ecc.). Risultano inoltre uno strumento prezioso<br />

per la flessibilità <strong>del</strong>l’accesso alle sessioni <strong>di</strong> informazione e formazione,<br />

per la possibilità <strong>di</strong> garantire una formazione continua in virtù <strong>di</strong> un agevole<br />

aggiornamento, per il coinvolgimento e lo sviluppo professionale dei<br />

lavoratori coinvolti, per la possibilità <strong>di</strong> raggiungere anche lavoratori<br />

stranieri utilizzando animazione e parti in lingua non italiana, per la possibilità<br />

<strong>di</strong> verificare l’appren<strong>di</strong>mento all’interno <strong>del</strong> percorso formativo<br />

con questionari, domande ecc. <strong>ed</strong> infine per la facilità <strong>di</strong> proc<strong>ed</strong>ere ad un<br />

opportuno tracciamento <strong>del</strong> percorso informativo e formativo seguito da<br />

ogni singolo lavoratore sotto il controllo dei <strong>di</strong>rigenti e preposti.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) ISPESL La formazione utile. Banca dati nazionale dei percorsi formativi<br />

<strong>di</strong> qualità. Rodame<strong>di</strong>a Comunication 2002.<br />

2) Materzanini P. e coll. Efficacia <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> formazioneinformazione<br />

<strong>di</strong> lavoratori esposti a Pb in funzione <strong>di</strong> variabili psicologiche.<br />

G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2003; 25: 3 suppl 393-394.<br />

3) Cairoli S. e coll. Le strategie preventive: le manovre sono sufficienti<br />

a prevenire il rischio? La formazione <strong>del</strong> personale. La prevenzione<br />

dei rischi da movimentazione manuale degli utenti <strong>del</strong>la sanità<br />

ASL provincia <strong>di</strong> Sondrio Sondrio 2005.<br />

4) Special sessions: International <strong>di</strong>stance learning program for occupational<br />

safety and health Atti 28° International Congress on Occupational<br />

Health 380-381 2006 Milano.<br />

P-07<br />

ASPETTI ETICI E DI LICEITÀ DELL’APPLICAZIONE DEGLI SCREENING<br />

GENETICI IN AMBITO OCCUPAZIONALE<br />

A. Asmundo1 , D. Sapienza1 , G. Spatari2 1 Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legale - Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale<br />

<strong>del</strong> Territorio, Policlinico Universitario “G. Martino”, Messina<br />

2 Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale<br />

<strong>del</strong> Territorio, Policlinico Universitario “G. Martino”, Messina<br />

Corrispondenza: Dr Giovanna Spatari - Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale <strong>del</strong> Territorio, Pad. H<br />

Policlinico Universitario “G. Martino” Gazzi - Messina, Italy<br />

- Tel. 090221.2060/2052, Fax 0902212569, E-mail: gspatari@unime.i<br />

SCREENING GENETIC IN WORKPLACE: ETHICAL ASPECTS<br />

AND LICEITY OF APPLICATION<br />

Key words: genetic screening, ethical aspects, GSTT1 - GSTM1.<br />

ABSTRACT. Genetic stu<strong>di</strong>es regar<strong>di</strong>ng occupational environments<br />

(both experimental and epidemiological) include <strong>di</strong>agnostic proc<strong>ed</strong>ures<br />

that can be done for two purposes: genetic monitoring and genetic<br />

screening. In occupational environments, genetic screening involves the<br />

typization of the genetic polymorphism that <strong>di</strong>rectly co<strong>di</strong>fies for enzymes<br />

associat<strong>ed</strong> with the metabolism of xenobiotic agents. From a legal,<br />

ethical-deontological and social point of view the use of genetic<br />

screening in occupational me<strong>di</strong>cine could be view<strong>ed</strong> as an unacceptable<br />

practice; because rather than preventing risk of exposure, it is more<br />

likely to be us<strong>ed</strong> as a strategy to maintain a work environment of<br />

employees that are more resistant to cancerogenous risk. The analysis<br />

of these genetic polymorphisms is a “pre-symptomatic” test, because<br />

it identifies the risk of developing a <strong>di</strong>sease in a relatively “healthy<br />

worker” when the analysis is conduct<strong>ed</strong> (Dallapiccola B, 2003).<br />

Therefore, the use of genetic tests could be a selective technique that<br />

is not limit<strong>ed</strong> to the collection of familiar and personal me<strong>di</strong>cal history,<br />

but also genetic history in order to verify the state of health and relative<br />

working suitability of potential employees, by revealing hidden<br />

pre<strong>di</strong>spositions and consequently preventing certain people from<br />

working in certain environments because of their genetic defects<br />

(Fiori, 2003).

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