05.08.2013 Views

Indice - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ...

Indice - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ...

Indice - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2006; 28:3, Suppl 115<br />

www.gimle.fsm.it<br />

P-02<br />

TRASDUZIONE DEL SEGNALE MEDIATA DA CAMPI MAGNETICI:<br />

UN NUOVO APPROCCIO PER GLI EFFETTI DELL’ESPOSIZIONE<br />

AI CAMPI MAGNETICI<br />

C. Cerella, M.C. Alberini1 , A. Accorsi1 , M. De Nicola, L. Ghibelli,<br />

A. Magrini2 , L. Coppeta2 , A. Bergamaschi3 Dipartimento <strong>di</strong> Biologia, Università <strong>di</strong> Roma Tor Vergata<br />

1 Istituto <strong>di</strong> Chimica Biologica, Università <strong>di</strong> Urbino Carlo Bo<br />

2 Catt<strong>ed</strong>ra <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università <strong>di</strong> Roma Tor Vergata,<br />

Via Montpellier, 1 - 00133 Roma<br />

3 Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università Cattolica <strong>del</strong> Sacro Cuore,<br />

Largo Francesco Vito, 1 - 00168 Roma<br />

Corrispondenza: Andrea Magrini - Catt<strong>ed</strong>ra <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>,<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma Tor Vergata - 00133 Roma, Italy<br />

- Tel. 06-20902201, E-mail: andrea.magrini@uniroma2.it<br />

SIGNAL TRANSDUCTION BY MAGNETIC FIELDS: A NOVEL<br />

APPROACH TO THE EFFECTS OF MAGNETIC FIELDS<br />

EXPOSURE<br />

Key words: magnetic fields, signal transduction.<br />

ABSTRACT. Concern for possible health hazard due to increasing<br />

exposure to magnetic fields (MFs), came from epidemiological reports<br />

in<strong>di</strong>cating a correlation between exposure to MFs and development<br />

of some types of tumours. Great interest is being given to the fin<strong>di</strong>ng<br />

that only a subset of tumours are sensitive to MFs exposure. Parallel<br />

experimental stu<strong>di</strong>es at the cell level are beginning to show also<br />

<strong>di</strong>fferences in the sensitivity of <strong>di</strong>fferent cells to the metabolic<br />

alterations produc<strong>ed</strong> by MFs. The large mass of data that only recently<br />

is beginning to accumulate, strongly suggests that MFs are able<br />

to initiate canonical signal transduction events on sensitive cells,<br />

suggesting that cells may have evolv<strong>ed</strong> sensors to MFs. This poses<br />

the interesting novel question on whether nowadays MFs exposure<br />

may affect living matter by altering a physiological MFs-specific<br />

intracellular signaling. Different sensitivity may thus be attribut<strong>ed</strong><br />

to a tissue-specific or in<strong>di</strong>vidual-specific expression/lack of expression<br />

of the specific receptors.<br />

La rapida evoluzione in campo tecnologico a cui assistiamo in questi<br />

anni, ha comportato una notevole <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> apparecchi, capaci <strong>di</strong><br />

generare campi magnetici (CM) <strong>di</strong> intensità e natura variabili. La <strong>di</strong>retta<br />

conseguenza <strong>del</strong> crescente uso <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>spositivi è l’inevitabile e frequente<br />

esposizione <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> noi a numerose sorgenti <strong>di</strong> CM. Numerosi<br />

stu<strong>di</strong> epidemiologici, avendo <strong>di</strong>mostrato una correlazione positiva<br />

tra l’esposizione ai CM e l’incidenza/sviluppo <strong>di</strong> alcuni tipi <strong>di</strong> tumori,<br />

hanno alimentato crescente interesse. In particolare è stata riscontrata, in<br />

soggetti esposti a specifiche sorgenti <strong>di</strong> CM, un’incidenza significativamente<br />

aumentata <strong>di</strong> tumori <strong>del</strong> sistema ematopoietico (1), cerebrali (2) e<br />

<strong>del</strong>la pelle (3). Viceversa, altri stu<strong>di</strong> non hanno descritto nessuna capacità<br />

dei CM <strong>di</strong> favorire l’incidenza <strong>di</strong> altri tipi <strong>di</strong> tumori (4). Le contrad<strong>di</strong>zioni<br />

emerse dagli stu<strong>di</strong> epidemiologici hanno spinto la ricerca biome<strong>di</strong>ca ad<br />

indagare i possibili effetti biologici dei CM. L’ampia varietà <strong>di</strong> approcci<br />

sperimentali usata non facilita il perseguimento <strong>di</strong> questo obiettivo. Ciononostante,<br />

un numero crescente <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> condotti su sistemi in vitro <strong>di</strong>mostrano<br />

una capacità dei CM <strong>di</strong> interferire con il metabolismo cellulare<br />

<strong>ed</strong> in particolare con eventi <strong>di</strong> segnalazione intracellulare (5), velocità <strong>di</strong><br />

proliferazione cellulare (6), espressione genica (7), attività <strong>di</strong> enzimi (8),<br />

formazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali (9). Altri effetti esercitati dai CM riguardano la<br />

modulazione/attivazione <strong>di</strong> risposte complesse da parte dei sistemi cellulari,<br />

per es. la modulazione <strong>del</strong>l’apoptosi (10; 11) o l’attivazione <strong>di</strong> risposte<br />

a con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stress (12). Gli stu<strong>di</strong> su cellule hanno anche evidenziato<br />

che a parità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> esposizione, sistemi cellulari <strong>di</strong>fferenti<br />

sono <strong>di</strong>fferentemente sensibili alle alterazioni metaboliche prodotte<br />

dai CM (10). Sistemi cellulari sensibili agli effetti biologici dei CM sono<br />

prevalentemente colture cellulari <strong>di</strong> origine i) ematopoietica e ii) nervosa<br />

(10). Facendo un confronto con i dati epidemiologici, osserviamo che i<br />

sistemi cellulari che in vitro sono sensibili ai CM, sono anche quei si-<br />

stemi da cui possono originare tumori, la cui incidenza è significativamente<br />

aumentata in in<strong>di</strong>vidui esposti ai CM. Queste analogie fanno ipotizzare<br />

che esista una sensibilità cellulo- o tessuto-specifica ai CM. I CM<br />

sono in grado <strong>di</strong> influenzare risposte a livello cellulare estremamente varie<br />

e complesse probabilmente interferendo con eventi <strong>di</strong> trasduzione <strong>del</strong><br />

segnale. Infatti il primo effetto biologico descritto per i CM riguarda l’influenza<br />

dei CM sul comportamento <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>atore <strong>di</strong> segnalazione intracellulare,<br />

quale il Ca 2+ (7). Infatti, l’esposizione a CM modula positivamente<br />

in sistemi cellulari sensibili i flussi <strong>di</strong> Ca2+ (in particolare, gli<br />

influssi <strong>di</strong> Ca 2+ dall’ambiente extracellulare attraverso la membrana plasmatica)<br />

(10). Recentemente, numerosi lavori hanno <strong>di</strong>mostrato una capacità<br />

dei CM <strong>di</strong> iniziare eventi <strong>di</strong> trasduzione <strong>del</strong> segnale me<strong>di</strong>ati da proteine<br />

G (15) o da cascata <strong>di</strong> chinasi (tirosin chinasi). Il sensore primario<br />

su cui i CM agiscono, da cui può <strong>di</strong>pendere l’innesco CM-me<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> entrambe<br />

queste due principali vie <strong>di</strong> segnalazione intracellulare, non è<br />

stato ancora in<strong>di</strong>viduato, ma il fatto che siano stati identificati me<strong>di</strong>atori<br />

assai precoci, per entrambe le vie <strong>di</strong> segnalazione, attivati dai CM, fa pensare<br />

che possa trattarsi <strong>di</strong> un recettore localizzato sulla membrana plasmatica.<br />

Questo farebbe pensare che nelle cellule si sarebbe evoluto un<br />

sensore capace appunto <strong>di</strong> “sentire” i CM, così come accade per una sostanza<br />

chimica, e innescare un evento <strong>di</strong> trasduzione <strong>del</strong> segnale adeguato.<br />

Questo mo<strong>del</strong>lo ha almeno due implicazioni importanti: 1) devono<br />

esistere recettori specifici per stimoli fisici nelle cellule; 2) l’esistenza <strong>di</strong><br />

tali recettori, prefigura che i CM potrebbero rappresentare un sistema fisiologico<br />

<strong>di</strong> comunicazione inter- e intracellulare. Per quanto riguarda il<br />

punto 1), ci sono noti esempi <strong>di</strong> recettori capaci <strong>di</strong> sentire e trasdurre a livello<br />

intracellulare stimoli fisici; per es., il recettore rodopsina, che attiva<br />

la proteina G trasducina, presente sulle cellule <strong>del</strong>la retina (16). Per<br />

quanto riguarda il punto 2), è ormai noto che cellule nervose contenute<br />

nell’ippocampo sono capaci <strong>di</strong> indursi dei piccoli CM con i quali promuovono<br />

la comunicazione tra cellule (14). Alcune evidenze sperimentali<br />

suggeriscono che anche cellule <strong>del</strong> sistema immunitario possono percepire<br />

segnali <strong>di</strong> tipo elettromagnetico e attivare o modulare <strong>del</strong>le risposte<br />

consequenziali (18). Di nuovo, siamo davanti a sistemi cellulari notoriamente<br />

sensibili ai CM come rivelato dagli stu<strong>di</strong> epidemiologici e molecolari<br />

sopra citati. Tutto questo potrebbe avere implicazioni importanti:<br />

l’esposizione a sorgenti ambientali artificiali <strong>di</strong> CM potrebbe influenzare<br />

i sistemi biologici perché fondamentalmente va ad interferire con eventi<br />

fisiologici <strong>di</strong> segnalazione intracellulare, che sono normalmente me<strong>di</strong>ati<br />

endogenamente da CM <strong>di</strong> tipo terrestre o ad<strong>di</strong>rittura prodotti dalle cellule<br />

stesse. In altre parole, la presenza artificiale <strong>di</strong> CM potrebbe cortocircuitare<br />

un sistema fisiologico <strong>di</strong> CM endogeni esistente nelle cellule. L’esistenza<br />

<strong>di</strong> un ipotetico sensore a livello cellulare per i CM capace <strong>di</strong> attivare<br />

precisi eventi <strong>di</strong> trasduzione <strong>del</strong> segnale, potrebbe fornire una spiegazione<br />

plausibile alla <strong>di</strong>fferente sensibilità dei sistemi cellulari ai CM.<br />

Dal momento che cellule che appartengono a tessuti <strong>di</strong>versi esprimono<br />

per via <strong>del</strong> <strong>di</strong>fferenziamento un set <strong>di</strong> recettori <strong>di</strong>versi e specifici attraverso<br />

cui attivare risposte adeguate a specifici stimoli, si può immaginare<br />

che in seguito a <strong>di</strong>fferenziamento solo alcuni tipi cellulari potrebbero<br />

esprimere l’ipotetico sensore ai CM, il che porterebbe a <strong>di</strong>stinguere cellule<br />

sensibili ai CM, appunto esprimenti il sensore CM-specifico, da cellule<br />

insensibili, non esprimenti il sensore. Questo implica che l’espressione<br />

accidentale o indotta <strong>del</strong>l’ipotetico sensore per i CM possa variare<br />

la responsività <strong>del</strong>le cellule ai CM. Le cellule <strong>del</strong> sistema immunitario,<br />

per la loro <strong>del</strong>icata funzione, possono variare il loro metabolismo cellulare<br />

in seguito a fenomeni <strong>di</strong> attivazione. L’attivazione si traduce nell’espressione<br />

e comparsa <strong>di</strong> nuove classi <strong>di</strong> recettori, generalmente identificabili<br />

come marcatori <strong>di</strong> superficie (CD). È stato <strong>di</strong>mostrato che cellule<br />

<strong>del</strong> sistema immunitario come monociti o linfociti, possono variare la<br />

loro sensibilità ai CM, passando da una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> totale insensibilità<br />

ai CM <strong>del</strong>lo stato quiescente, ad una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sensibilità ai CM in<br />

seguito ad opportuna attivazione (19). Questo potrebbe essere spiegato<br />

ipotizzando che l’attivazione comporta anche l’espressione <strong>del</strong> sensore ai<br />

CM, altrimenti mancante (non espresso) in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> quiescenza. L’esistenza<br />

<strong>di</strong> un sensore-recettore ai CM potrebbe spiegare queste e altre<br />

apparenti contrad<strong>di</strong>ttorie osservazioni. Ulteriori e più mirati stu<strong>di</strong> sperimentali<br />

sono necessari per <strong>di</strong>mostrare la consistenza dei mo<strong>del</strong>li proposti.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Feychting M, Ahlbom A. Magnetic fields leukaemia and central nervous<br />

system tumours in Swe<strong>di</strong>sh adults resident near high voltage<br />

power lynes. Epidemiology 1994; 5: 501-509.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!