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Indice - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ...

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G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2006; 28:3, Suppl 145<br />

www.gimle.fsm.it<br />

Figura 1. In alto a sinistra. Andamento <strong>del</strong> rischio <strong>di</strong> avere un incidente<br />

(FHF) in funzione <strong>del</strong>le ore trascorse dall’inizio <strong>del</strong> ciclo <strong>di</strong> turnazione.<br />

Gli altri tre grafici mostrano le funzioni <strong>di</strong> rischio simulate<br />

(SFHF) nel caso ipotetico in cui le categorie lavorative seguano sistemi<br />

<strong>di</strong> turnazione <strong>di</strong>fferenti da quello effettivamente adottato.<br />

DISCUSSIONE<br />

I nostri dati in<strong>di</strong>cano che l’occorrenza degli infortuni stu<strong>di</strong>ati sembra<br />

<strong>di</strong>pendere in parte dalla mansione lavorativa <strong>ed</strong> in parte dal sistema <strong>di</strong><br />

turno adottato. Il fattore anzianità contribuisce poco ad aumentare il rischio<br />

d’infortunio. In generale, le tre categorie lavorative mostrano un rischio<br />

<strong>di</strong> infortunio intrinseco, in<strong>di</strong>pendente dal piano <strong>di</strong> turnazione adottato:<br />

tale rischio è simile per I e P, mentre è significativamente più basso<br />

per i F, pur avendo questi una maggiore anzianità <strong>di</strong> turnazione. Il rischio<br />

<strong>di</strong> infortunio <strong>di</strong> I e P si <strong>di</strong>versifica a partire dal terzo turno lavorativo. Gli<br />

I concludono il ciclo <strong>di</strong> turnazione dopo tre turni lavorativi, mentre i P devono<br />

affrontare un ulteriore turno lavorativo, quello <strong>di</strong> notte, durante il<br />

quale il rischio <strong>di</strong> infortunio aumenta ulteriormente, rendendolo quello a<br />

rischio più elevato.<br />

Pertanto, il sistema <strong>di</strong> turnazione in quinta, adottato dai P e più in generale<br />

dalle forze <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne in Italia, sembra costituire un ulteriore fattore<br />

<strong>di</strong> rischio nell’occorrenza degli infortuni: il turno in quinta ha un<br />

20% <strong>di</strong> rischio in più, dovuto semplicemente alla lunghezza <strong>del</strong> ciclo <strong>di</strong><br />

turnazione, insufficientemente compensato dal minor numero <strong>di</strong> cicli<br />

(ogni 4 cicli dei P, gli I <strong>ed</strong> i F ne fanno 5).<br />

L’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> tipologie <strong>di</strong> turno particolarmente a rischio <strong>di</strong><br />

infortunio e l’in<strong>di</strong>viduazione all’interno <strong>di</strong> esse <strong>di</strong> aree temporali critiche<br />

stimolano il Me<strong>di</strong>co Competente ad impostare un intervento che deve in<br />

primo luogo privilegiare l’informazione e la formazione <strong>del</strong> lavoratore<br />

(abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> sonno-veglia <strong>ed</strong> alimentari, stili <strong>di</strong> vita etc.). Nell’ambito<br />

<strong>del</strong>la sorveglianza sanitaria si cercheranno i possibili segnali <strong>di</strong> aumentato<br />

rischio con particolare attenzione ai turni più <strong>di</strong>sagevoli, anche ai fini<br />

<strong>del</strong> giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità. Qualora le con<strong>di</strong>zioni lo richi<strong>ed</strong>ano, sarà infine<br />

opportuno collaborare con il datore <strong>di</strong> lavoro nella ricerca <strong>di</strong> soluzioni organizzative<br />

più appropriate.<br />

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE<br />

1) Costa G. Shift Work and occupational me<strong>di</strong>cine: an overview. Occup<br />

M<strong>ed</strong> 2003; 53: 83-88.<br />

2) Härma M. In<strong>di</strong>vidual <strong>di</strong>fferences in tolerance to shift-work. A review.<br />

Ergonomics 1993; 36: 97-110.<br />

3) Garbarino S, Nobili L, Beelke M, Balestra V, Cor<strong>del</strong>li A, Ferrillo F.<br />

Sleep <strong>di</strong>sorders and day time sleepiness in state police shiftworkers.<br />

Arc Environ Health 2002; 57: 167-173.<br />

4) Garbarino S, Mascialino B, Borraccia V, De Carli F, La Paglia G, Nobili<br />

L, Ravera G, Zanar<strong>di</strong> S, Ferrillo F. Tipologia lavorativa e sistema<br />

<strong>di</strong> turnazione: <strong>di</strong>fferenziazione <strong>del</strong>l’influenza sul rischio <strong>di</strong> infortunio<br />

nei turnisti. G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2003; 25 (3) suppl.: 405-406.<br />

P-10<br />

I DISTURBI DA COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA IN AMBITO<br />

INAIL NEL PERIODO 1999-2004. ASPETTI MEDICO-LEGALI<br />

E TUTELA ASSICURATIVA<br />

V. Anzelmo1 , F. D’Auria2 , P. Bianco3 1 Istituto Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università Cattolica S. Cuore, Roma<br />

2 INAIL Salerno<br />

3 Servizio Sanitario RAI Ra<strong>di</strong>otelevisione Italiana Roma<br />

INAL (1999-2004): MOBBING CASES. MEDICAL AND LEGAL<br />

ISSUES<br />

Key words: mobbing, malattia professionale, tutela assicurativa,<br />

mobbing, occupational <strong>di</strong>sease, workers’ compensation law.<br />

Corrispondenza: F. D’Auria - INAIL Salerno, Via De Leo, 12<br />

- 84100 Salerno, Italy - E-mail: f.dauria@inail.it<br />

ABSTRACT. This study is focus<strong>ed</strong> on mobbing cases signall<strong>ed</strong> to the<br />

INAIL from 1999 to 2004. The 432 cases present<strong>ed</strong> have been stu<strong>di</strong><strong>ed</strong><br />

analysing the <strong>di</strong>stribution for sex, age, job profile, productive and<br />

geographic area. The cases have been <strong>di</strong>fferentiat<strong>ed</strong> in connection with<br />

the final result: 41 positive case.<br />

INTRODUZIONE<br />

L’entità <strong>del</strong> fenomeno <strong>del</strong> mobbing, <strong>del</strong>ineatosi negli ultimi due decenni,<br />

è stato oggetto <strong>di</strong> recenti stime epidemiologiche sia a livello europeo<br />

che a livello nazionale. La normativa <strong>del</strong>la Comunità Europea riporta<br />

riferimenti <strong>di</strong> tutela e nei Paesi <strong>del</strong> Nord Europa sono stati emanati provve<strong>di</strong>menti<br />

legislativi specifici sul mobbing. In Italia, l’INAIL con la <strong>del</strong>ibera<br />

n. 473/2001 ha approvato un’impostazione <strong>di</strong> attenta apertura a questa<br />

tematica, riconoscendo la possibile rilevanza assicurativa <strong>di</strong> situazioni<br />

<strong>di</strong> rischio tecnopatico determinato dalle con<strong>di</strong>zioni organizzative-ambientali<br />

in cui il lavoratore svolge le sue prestazioni La Circolare n. 71 <strong>del</strong><br />

<strong>di</strong>cembre 2003 forniva in<strong>di</strong>cazioni sulla modalità <strong>di</strong> trattazione dei casi.<br />

Il Decreto 27 aprile 2004 (con il quale è stato approvato l’elenco <strong>del</strong>le<br />

malattie per le quali è obbligatoria la denuncia ai sensi <strong>del</strong>l’art. 139 <strong>del</strong><br />

T.U. n. 1124/65) nella lista II, contenente le malattie la cui origine lavorativa<br />

è <strong>di</strong> limitata probabilità, include le malattie psichiche e psico-somatiche<br />

da <strong>di</strong>sfunzione <strong>del</strong>l’organizzazione <strong>del</strong> lavoro. La recente sentenza<br />

<strong>del</strong> TAR <strong>del</strong> Lazio (n. 5454 <strong>del</strong> 4 luglio 2005) ha annullato la Circolare<br />

INAIL 71/2003 riaprendo il <strong>di</strong>battito sulla necessità <strong>di</strong> una norma<br />

che tuteli i lavoratori dal mobbing.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Per definire l’entità <strong>del</strong> fenomeno in ambito INAIL <strong>ed</strong> in<strong>di</strong>viduarne<br />

elementi caratterizzanti,<br />

sono state analizzate le Tabella I. Caratteristiche denunce<br />

482 denunce pervenute,<br />

nel periodo 1999-2004,<br />

presso la Sovrintendenza<br />

Me<strong>di</strong>ca Generale. Sono<br />

stati valutati i seguenti<br />

dati: la <strong>di</strong>stribuzione per<br />

sesso, età, mansione lavorativa,<br />

comparto produttivo,<br />

area geografica.<br />

Sono state quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziate<br />

le denunce in<br />

rapporto all’esito finale.<br />

RISULTATI<br />

I dati ottenuti, sintetizzate<br />

nelle Tabelle I e II,<br />

hanno consentito <strong>di</strong> rilevare<br />

che la prevalenza<br />

<strong>del</strong>le denunce riguardava<br />

il sesso maschile (59,5%)<br />

rispetto a quello femminile<br />

(40,5%). In riferi-

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