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Indice - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ...

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64 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2006; 28:3, Suppl<br />

www.gimle.fsm.it<br />

INTRODUZIONE<br />

Negli ultimi decenni si è assistito ad un crescente utilizzo dei test genetici<br />

quali strumenti atti a valutare <strong>di</strong>versi in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> suscettibilità in<strong>di</strong>viduale<br />

nei confronti <strong>di</strong> patologie lavoro-correlate. Tra gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong><br />

suscettibilità in<strong>di</strong>viduale, i polimorfismi genetici che co<strong>di</strong>ficano per catene<br />

enzimatiche <strong>di</strong>rettamente coinvolte nel metabolismo <strong>di</strong> agenti xenobiotici,<br />

rivestono un ruolo <strong>di</strong> peculiare importanza. Particolari in<strong>di</strong>catori<br />

<strong>di</strong> suscettibilità in<strong>di</strong>viduale sono rappresentati dai polimorfismi relativi<br />

all’espressione fenotipica <strong>del</strong>la glutatione S-transferasi (GSTs) che<br />

svolge un ruolo essenziale nella biotrasformazione <strong>di</strong> tossici endogeni <strong>ed</strong><br />

esogeni.Per la GSTs sono state indagate 4 sequenze geniche: GSTA,<br />

GSTM, GSTP; GSTT. Dati <strong>del</strong>la letteratura in<strong>di</strong>cano variazioni geografiche<br />

<strong>ed</strong> etniche <strong>del</strong>la <strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>le frequenze dei genotipi dei suddetti<br />

polimorfismi. La percentuale <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui che non esprimono l’enzima<br />

co<strong>di</strong>ficato dal polimorfismo GSTM1 (GSTM1*0) è più elevata<br />

nelle popolazioni caucasica <strong>ed</strong> asiatica che in quella africana; la frequenza<br />

<strong>del</strong> genotipo null <strong>del</strong> GSTT1 (GSTT1*0) è nell’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> 60%<br />

tra gli asiatici, <strong>del</strong> 40% tra africani <strong>ed</strong> all’incirca <strong>del</strong> 20% tra caucasici<br />

(1). Cellule <strong>di</strong> soggetti omozigoti per i genotipi null <strong>del</strong> GSTM1 e <strong>del</strong><br />

GSTT1 risulterebbero maggiormente suscettibili <strong>di</strong> danno al DNA in relazione<br />

all’esposizione a <strong>di</strong>versi agenti cancerogeni (2). Ciò premesso, gli<br />

autori hanno indagato, su un campione popolazionistico i polimorfismi <strong>di</strong><br />

cui ai loci GSTM1 e GSTT1, al fine <strong>di</strong> determinare la frequenza in omozigosi<br />

<strong>del</strong>l’allele “null” responsabile <strong>del</strong>la mancata espressione <strong>del</strong>la proteina<br />

enzimatica a livello cellulare.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto su un campione <strong>di</strong> 150 soggetti non imparentati<br />

tra loro <strong>ed</strong> in apparente stato <strong>di</strong> buona salute, residenti nella provincia<br />

<strong>di</strong> Messina. Il DNA è stato estratto da sangue intero e/o tamponi<br />

buccali con l’impiego <strong>del</strong>la resina “Chelex 100”, secondo comune meto<strong>di</strong>ca<br />

(3). L’amplificazione è stata effettuata me<strong>di</strong>ante reazione polimerasica<br />

a catena (PCR) utilizzando, quali “primers” d’innesco oligo-sequenze<br />

<strong>del</strong>la letteratura, coamplificando (“multiplexing”) i loci GSTT1,<br />

GSTM1 e il gene <strong>del</strong>la β-globina (quest’ultimo quale “controllo interno”,<br />

positivo, <strong>del</strong>la reazione m<strong>ed</strong>esima) con il seguente protocollo <strong>di</strong> amplificazione:<br />

“denaturazione” a 95°C, “annealing” a 60°C <strong>ed</strong> “estensione” a<br />

72°C, per un totale <strong>di</strong> 30 cicli. L’analisi dei prodotti <strong>di</strong> PCR è stata condotta<br />

con elettroforesi verticale su gel denaturante ultrasottile (0.4 mm) <strong>di</strong><br />

poliacrilamide al 6%, in Urea 7 M <strong>ed</strong> in tampone (buffer) TBE 1X <strong>ed</strong> alle<br />

seguenti con<strong>di</strong>zioni: 2000 V, max mA, max W, per 150 minuti. Le bande<br />

<strong>di</strong> migrazione elettroforetica, corrispondenti ai prodotti <strong>di</strong> PCR (480 bp<br />

per GSTT1 e 215 bp per GSTM1), sono state evidenziate me<strong>di</strong>ante “Silver<br />

staining <strong>ed</strong> identificate in base alla definizione comparativa dei rispettivi<br />

pesi molecolari con l’impiego <strong>di</strong> specifico marcatore <strong>di</strong> riferimento<br />

(DNA pGEM® marker, Promega).<br />

RISULTATI E DISCUSSIONE<br />

I risultati <strong>del</strong>la tipizzazione (Tab. I) hanno consentito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

una frequenza allelica <strong>del</strong> genotipo null dei polimorfismi GSTM1 e<br />

GSTT1 sovrapponibile ai dati presenti in letteratura e relativi ad altre popolazioni<br />

caucasiche (4); stante l’elevata frequenza <strong>del</strong> genotipo null <strong>di</strong><br />

tali polimorfismi genetici (più <strong>del</strong> 50% per il polimorfismo GSTM1), l’applicazione<br />

<strong>di</strong> tali screening su popolazioni lavorative esposte a particolari<br />

agenti xenobiotici, risulterebbe una pratica utile con precipue finalità <strong>di</strong> tutela<br />

<strong>del</strong>la salute degli stessi lavoratori quale prevenzione primaria; pur se<br />

poi eventuali proposte <strong>di</strong> screening, utilizzate per identificare “quelle categorie<br />

<strong>di</strong> lavoratori per i quali l’esposizione a taluni agenti cancerogeni<br />

presenta rischi particolarmente elevati” (art. 64 comma 1 <strong>del</strong> D. Lgs.<br />

626/94), vanno considerate con estrema cautela. Il Comitato Nazionale per<br />

la Bioetica, in merito all’applicazione dei test genetici in ambito occupazionale,<br />

si è espresso all’interno <strong>di</strong> specifico parere, raccomandando che<br />

“…uno screening genetico destinato ad identificare la suscettibilità ad am-<br />

Tabella I<br />

Sicilia Orientale<br />

Genotipo N Frequenza<br />

totale 150<br />

GSTM1 null 82 54,7%<br />

GSTT1 null 37 24,7%<br />

GSTM1 e GSTT1 null 18 12%<br />

malarsi nell’ambiente <strong>di</strong> lavoro è eticamente proponibile solo se rivolto<br />

alla protezione <strong>del</strong>la salute <strong>del</strong> lavoratore e se fa riferimento a specifici or<strong>di</strong>namenti<br />

etici quale la libertà <strong>di</strong> scegliere da parte <strong>del</strong> lavoratore <strong>di</strong> sottoporsi<br />

o meno al test e la libertà <strong>di</strong> scegliere un lavoro compatibile, una<br />

volta ottenute informazioni complete sulla natura <strong>del</strong>l’esposizione potenzialmente<br />

cancerogena; prima ancora <strong>del</strong>l’accertamento <strong>del</strong> proprio stato<br />

<strong>di</strong> suscettibilità genetica, il lavoratore dovrebbe trarre maggior beneficio<br />

dalla non esposizione al rischio; il datore <strong>di</strong> lavoro, prima <strong>di</strong> attivare ogni<br />

programma <strong>di</strong> screening genetico, ha l’obbligo morale <strong>di</strong> evitare l’uso <strong>di</strong><br />

sostanze cancerogene nell’ambiente <strong>di</strong> lavoro…” [CNB, Orientamenti<br />

bioetici per i test genetici Sintesi e Raccomandazioni, 19 novembre 1999].<br />

Non bisogna trascurare il rischio <strong>di</strong> finire con il sostituire la prevenzione<br />

primaria con una strategia <strong>di</strong> selezione <strong>di</strong> popolazione più resistente al rischio<br />

cancerogeno, così riducendo la possibilità <strong>di</strong> lavoro a tutti gli altri.<br />

L’eventuale <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>la pratica dei test genetici può rivelarsi una tecnica<br />

selettiva, che non si limita a raccogliere la storia familiare e personale,<br />

anche me<strong>di</strong>ca, <strong>del</strong> soggetto e verificarne lo stato <strong>di</strong> salute e <strong>di</strong> relativa<br />

idoneità lavorativa, ma intende svelare pre<strong>di</strong>sposizioni occulte idonee<br />

a far perdere la competizione nei confronti <strong>di</strong> chi risulti invece esente da<br />

vizi genetici. È opportuno ricordare che l’art 44 <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Deontologia<br />

Me<strong>di</strong>ca stabilisce che: “.il me<strong>di</strong>co non deve, in particolare, eseguire test<br />

genetici pre<strong>di</strong>ttivi a fini assicurativi od occupazionali se non a seguito <strong>di</strong><br />

espressa e consapevole manifestazione <strong>di</strong> volontà da parte <strong>del</strong> citta<strong>di</strong>no interessato”.<br />

Anche il Consiglio d’Europa con la “Convenzione per la protezione<br />

dei <strong>di</strong>ritti <strong>del</strong>l’uomo e la <strong>di</strong>gnità <strong>del</strong>l’essere umano riguardo alle<br />

applicazioni <strong>del</strong>la biologia e <strong>del</strong>la me<strong>di</strong>cina”, realizzata ad Ovi<strong>ed</strong>o nel<br />

1997 e fatta propria anche dallo Stato <strong>Italiano</strong> con la L. 145/2001, ha previsto<br />

all’art. 12 che “non si potrà proc<strong>ed</strong>ere a test pre<strong>di</strong>ttivi <strong>di</strong> malattie genetiche<br />

o che permettano… <strong>di</strong> rivelare una pre<strong>di</strong>sposizione o una suscettibilità<br />

genetica a una malattia se non a fini me<strong>di</strong>ci o <strong>di</strong> ricerca me<strong>di</strong>ca, e<br />

con riserva <strong>di</strong> un’appropriata consulenza genetica”. Gli screening genetici<br />

nei luoghi <strong>di</strong> lavoro vengono oggi effettuati in più <strong>di</strong> 6000 aziende negli<br />

Stati Uniti; mentre la European Trade Union Conf<strong>ed</strong>eration, relativamente<br />

alla liceità degli screening genetici negli ambienti <strong>di</strong> lavoro, nel 2003, ha<br />

richiesto agli Stati membri <strong>del</strong>l’unione europea, la proibizione <strong>di</strong> tali<br />

screening, già vietati in Austria, Belgio e Finlan<strong>di</strong>a.<br />

È <strong>del</strong> tutto verosimile prev<strong>ed</strong>ere che il Legislatore, non essendo possibile<br />

porre limiti all tutela <strong>del</strong>la salute <strong>del</strong> lavoratore, si troverà sempre<br />

più impegnato nel compito <strong>di</strong> stabilire un’esatta <strong>ed</strong> equilibrata linea <strong>di</strong><br />

confine <strong>di</strong> legittimità/liceità tra la pressante evoluzione <strong>del</strong>le conoscenze<br />

scientifiche e l’applicazione <strong>di</strong> indagini <strong>di</strong>agnostiche sempre più accurate.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Rossini A, Rapozo CM, Amorim MF, Mac<strong>ed</strong>o MB, Me<strong>di</strong>na R, Neto<br />

FN, Gallo VM, Pinto FR (2002). Frequencies of GSTM1, GSTT1,<br />

and GSTP1 polymorphisms in a Brazilian population. Genetic and<br />

Molecular Research 2002, 1: 233-240.<br />

2) Strange RC, Fryer AA (1999). The glutathione S-transferase: influence<br />

of polymorphism on cancer susceptibility. In: Metabolic<br />

polymorphisms and susceptibility to cancer (Vineis P, Malats N,<br />

Lang M, d’Errico A, Caporaso N, Cuzick J and Boffetta P, <strong>ed</strong>s) IARC<br />

Scientific Publications, No. 148 (Lyon France) pp 231-249.<br />

3) Walsh PS, Metzger DA, Higuchi R. Chelex 100 as a me<strong>di</strong>um for<br />

simple extraction of DNA for PCR-bas<strong>ed</strong> typing from forensic material.<br />

Biotechniques. 1991; 10(4): 506-13.<br />

4) Ada AO, Suzen SH, Iscan M. Polymorphisms of cytochrome P450<br />

1A1, glutathione S-Transferase M1 and T1 in a Turkish population.<br />

Toxicol Lett. 2004; 151 (1): 311-5.<br />

P-08<br />

I DATI ANONIMI COLLETTIVI COME STRUMENTO DI VERIFICA<br />

DELL’ATTIVITÀ DEL MEDICO COMPETENTE DA PARTE DELL’ORGANO<br />

DI VIGILANZA<br />

G. Becchetti1 , L. Bevilacqua1 , G. Giunta1 , F. Lancia1 , M. Presto1 ,<br />

V. Pisciottano1 , N. Pupp1 , N. Magnavita2 1 Servizio Prevenzione e Sicurezza in Ambienti <strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong> ASL RM F<br />

2 Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università Cattolica Sacro Cuore,<br />

Roma

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