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un artificio marketing, come nel caso precedente» ma una
suggestione di futuro in linea con le icone cinematografiche
lanciate pochi anni prima da Stanley Kubrick e Ridley Scott.
L’inversione di tendenza arriva con Positano, lavabo freestanding
interamente in terracotta messo a punto per Rapsel
e che, nel 1997, traduce, attraverso l’utilizzo dell’archetipo
racchiuso nella fonte battesimale,
«quella sensorialità, quella matericità
e quel non-design» che, per Thun,
diventano “forma zero”, «dove a predominare
è la volontà di tattilità».
Dal 1999 al 2001, con Isy System, è
tempo di sviluppare per Zucchetti un
sistema di rubinetti rivoluzionari che,
in ottica “reduce to max”, grazie al diametro
inferiore applicato al miscelatore,
rispetto al foro del lavabo chiamato a
contenere la connessione con l’acqua,
fa in modo che a essere visibile sia
solo la bocca di erogazione e il corpo
attraverso il quale è possibile definire
temperatura e intensità di flusso.
«In questo modo, in ottica di riduzione
semantica e tecnologica - è la contestualizzazione
-, già all’inizio del
XXI secolo, ci siamo posti il problema
del competere con aziende straniere,
soprattutto del Far East, realizzando
quella produzione “just in time”
grazie alla quale è possibile ridurre lo
stock e, quindi, il costo di gestione del
magazzino».
Con criteri diametralmente opposti è,
invece, la serie Bellagio, sempre per
Zucchetti «un prodotto, che quattro
anni più tardi, sarà esclusivamente
pensato per soddisfare le esigenze
degli utenti del lusso, gli hotel a
cinque stelle e le ville senza budget».
Lo stesso piano su cui si pongono, nel 2007, i rubinetti della
serie Venezia, prodotti per Fantini in vetro di Murano.
Con la Collezione Barcellona messa a punto per Rapsel, il fascino
materico della pietra torna a caratterizzare la sensorialità
ideata per il bagno privato, mentre nel progetto Pluviae,
il tubo che porta l’acqua al soffione rappresenta il tentativo
di realizzare un nuovo funzionalismo volto a evitare il box
doccia «che, nelle sue più svariate forme - ci spiega il nostro
interlocutore -, identifico come un errore di pensiero volto a
Rapsel, Positano, 1997
Zucchetti, Isystick, 2001
basis of the mood of those around them, «no longer realising a
marketing artifice, as in the previous example», but an evocation
of the future, in line with cinematographic icons launched
a few years earlier by Stanley Kubrick and Ridley Scott.
An inversion of this trend came with Positano, a freestanding
washbasin entirely in terracotta, created for Rapsel, and
which, in 1997, conveyed, through the
use of the baptismal font as an archetype,
«that sensoriality, that materialism
and non-design» which, for Thun,
became a “zero form”, «where it is the
desire for tactility that predominates».
From 1999 to 2001, with Isy System, it
was time to develop a system of revolutionary
faucets for Zucchetti which, in
a “reduce to max” context, thanks to the
reduced diameter applied to the mixer,
with respect to the washbasin plug hole,
needed to contain the connection with
water, ensured that only the outlet was
visible, as was the unit through which
it was possible to define flow intensity
and temperature.
«In this way, within a framework of
technological and semantic reduction
- this is the context - already from
the start of the XXI century we have
focused on the challenge of competing
with foreign companies, especially in
the Far East, realising “just in time”
production, thanks to which it is possible
to reduce stock and, therefore, the
cost of warehouse management».
With diametrically opposed criteria, on
the other hand, we have the Bellagio
series, once again for Zucchetti: «a
product, which four years later, was exclusively
conceived to satisfy customer
luxury requirements, five star hotels
and the villas of the super wealthy». The same approach was
taken, in 2007, regarding faucets in the Venezia series, produced
for Fantini in Murano glass.
With the Barcellona Collection, created for Rapsel, the materic
allure of stone returned to characterise a sensoriality conceived
for private bathrooms; while in the Pluviae design, the pipe
that carried water to the showerhead represented an attempt to
realise a new functionalism, one aimed at circumventing the
need for a shower box «which, in its widely varying forms -
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