Scarica PDF - Turismo Itinerante
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On the road<br />
Alghero, Grotta del Nettuno<br />
La Grotta<br />
del Nettuno<br />
La Grotta di Nettuno. ha una<br />
ricchissima conformazione,<br />
composta da stalattiti e stalagmiti<br />
di età millenaria e diversi<br />
laghi salati generati dal mare tra<br />
i quali spicca il lago La<br />
Marmora, uno dei più vasti<br />
d’Europa. Esplorata per la prima<br />
volta nel 1700 si raggiunge scendendo<br />
i 656 gradini della vertiginosa<br />
“escala del cabirol” scavata<br />
nella roccia del promontorio<br />
negli anni ’50. Oggi viene visitata<br />
da circa 150.000 turisti all’anno.<br />
Situata a sette miglia marine<br />
ad Ovest di Alghero, è custodita<br />
nelle viscere del promontorio di<br />
Capo Caccia. Dal porto di<br />
Alghero è possibile imbarcarsi su<br />
motonavi che fanno linea per la<br />
Grotta, condizioni meteo-marine<br />
permettendo.<br />
<br />
Sardegna nel suo incastonarsi nella<br />
campagna brulla, il cielo azzurro e il<br />
mare limpido. La parlata, che ancora<br />
oggi si sente, è retaggio della denominazione<br />
catalana che concesse ad<br />
Alghero molti privilegi per evitare di<br />
perderla come roccaforte. “Non sono<br />
più in Sardegna, ho l’impressione di<br />
essere in Catalogna. Tutto concorre a<br />
rendere più completa questa sensazione:<br />
i volti, le case, il suono delle voci, la<br />
lingua stessa”. Così Charles Vuillier,<br />
infatti, nelle sue Isole dimenticate racconta<br />
di Alghero. Ancora oggi è particolare<br />
il legame della città con la<br />
Catalogna e prova ne sono le numerose<br />
iniziative promosse per mantenere<br />
con essa stretti legami anche se, forse,<br />
il segno più evidente sta nella lingua<br />
ancora oggi viva nell’uso comune e<br />
nella cultura. Una presenza, quella<br />
catalana, ancora viva nel borgo della<br />
città , nei bastioni e nelle torri a testimonianza<br />
dell’essere stata una delle più<br />
importanti fortezze marinare della<br />
Sardegna e del Mediterraneo. Ne sono<br />
prova la sobrietà e austerità del goticocatalano<br />
degli edifici religiosi e civili, gli<br />
archi e i portici spagnoleggianti, le stradine<br />
in acciottolato dove si ritrova la<br />
vitalità mediterranea della madrepatria<br />
Barcellona. Ma il segreto più evidente<br />
dell’antica denominazione catalana sta<br />
nella lingua, una lingua ancora viva nell’uso<br />
comune e nella cultura. In catalano<br />
si scrivono poesie e canzoni, si pubblicano<br />
riviste, nascono associazioni che<br />
cercano di mantenere viva l’identità linguistica<br />
della città.<br />
Per visitare la città antica si può immaginare<br />
un percorso partendo da Piazza<br />
Sulis, dominata dalla cinquecentesca<br />
Torre dell’Esperò Reial, che rappresenta<br />
il salotto cittadino, luogo di<br />
aggregazione sociale e di riposo soprattutto<br />
durante le animate serate estive.<br />
Si prosegue poi fino a raggiungere la<br />
Torre San Giacomo dal caratteristico<br />
impianto poligonale e, di fronte, si può<br />
ammirare la Chiesa secentesca della<br />
Nostra Signora del Carmelo. Di<br />
seguito la Chiesa della Misericordia<br />
(anch’essa secentesca).<br />
Se si decide di percorrere i bastioni<br />
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