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Pobreza e Patrimônio - Avsi

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PERSONA E TALENTI • 101Era infatti sufficiente posizionare una passerella sopra il livello delle acqueed infilare un altro pezzo di legno nei battenti della porta così da impedireall’acqua di invadere la casa.Collocati poi alcuni gradini all’interno era possibile accedere dallapassarella alla casa.Mi aveva spiegato come aveva “risolto” il problema facendo uso di unostrumento che chiamava “porta para a agua”.Una soluzione, quella descritta da dona Efigenia, che in verità avevo giàconosciuto in un altro contesto. E’ usata in grande stile e tempestività dalComune di Venezia quando le acque della laguna invadono la città nei giornidella cosidetta “acqua alta”.Ma dona Efigenia continuò la sua spiegazione dicendo che quello che leiaveva costruito durante gli anni era più importante che il problema oggettivo chedoveva affrontare stagionalmente. Infatti abitava la casa centrale di un nucleo ditre casette molto vicine ed apparentemente costruite in un unico lotto. In unaabitava suo figlio, nell’altra una sua cara amica. Dona Efigenia era la proprietariadelle case, ma concedeva all’uno ed all’altra la possibilità di abitarvi perchè ilfiglio l’accudiva, a motivo della sua età, e la sua amica si preoccupava di “farlela spesa”. Aveva, insomma, ricreato una unità “familiare” che non viveva sottolo stesso tetto. Una soluzione difficile da riprodurre in un altro contesto, ma cheaveva risolto il problema della solitudine nella sua vecchiaia.Quella che per noi era una situazione critica e che pertanto meritava unintervento radicale, per dona Efigenia era, al contrario, una risorsa, la principalerisorsa che, con la sua creatività e col suo sforzo, si era costruita nella vita.Il nostro intervento teso ad identificare correttamente le necessità,attraverso un processo di raccolta delle informazioni ed analisi dei dati 4 ,rischiava, per migliorare la condizione della vita e quindi ridurre la situazione dipoverta’, di rompere irrimediabilmente la risorsa “famiglia” che costituiva in quelmomento il principale “patrimonio” di Dona Efigenia.Questo esempio è stato il primo di una lunga serie di casi che in questi 10anni di lavoro hanno indirizzato la scelta metodologica effettuata in variprogrammi di riduzione della povertà in aree cosiddette “a rischio sociale”,affrontando problemi di infrastruttura, di ricerca del lavoro, di educazioneinfantile.4Una descrizione dettagliata degli strumenti e dei metodi di gestione delle informazioni si trova ancora in UNCHS(Habitat) Putting the Urban Poor on the map: an informal settlement upgrading methodology supported by informationtechnology. Nairoby: UNCHS, 2000. p. 141-230.

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