VERBUM DOMINI BENEDETTO XVI - La Santa Sede

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nunciando la Parola di Dio nella forza dello SpiritoSanto, desideriamo comunicare anche la fontedella vera gioia, non di una gioia superficiale edeffimera, ma di quella che scaturisce dalla consapevolezzache solo il Signore Gesù ha parole divita eterna (cfr Gv 6,68).« Mater Verbi et Mater laetitiae »124. Questa intima relazione tra la Parola di Dioe la gioia è posta in evidenza proprio nella Madredi Dio. Ricordiamo le parole di santa Elisabetta:« Beata colei che ha creduto nell’adempimento diciò che il Signore le ha detto » (L c 1,45). Mariaè beata perché ha fede, perché ha creduto, ed inquesta fede ha accolto nel proprio grembo il Verbodi Dio per donarlo al mondo. <strong>La</strong> gioia ricevutadalla Parola, si può ora dilatare a tutti coloroche nella fede si lasciano cambiare dalla Parola diDio. Il Vangelo di Luca ci presenta in due testi questomistero di ascolto e di gaudio. Gesù afferma:« Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro cheascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica »(8,21). E davanti all’esclamazione di una donnadalla folla che intende esaltare il grembo che loha portato e il seno che lo ha allattato, Gesù rivelail segreto della vera gioia: « Beati piuttosto coloroche ascoltano la parola di Dio e la osservano »(11,28). Gesù mostra la vera grandezza di Maria,aprendo così anche a ciascuno di noi la possibilitàdi quella beatitudine che nasce dalla Parola accoltae messa in pratica. Per questo, a tutti i cristianiricordo che il nostro personale e comunitario192
apporto con Dio dipende dall’incremento dellanostra familiarità con la divina Parola. Infine, mirivolgo a tutti gli uomini, anche a coloro che sisono allontanati dalla Chiesa, che hanno lasciatola fede o non hanno mai ascoltato l’annuncio disalvezza. A ciascuno il Signore dice: « Ecco, stoalla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia vocee mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con luied egli con me » (Ap 3,20).Ogni nostra giornata sia dunque plasmatadall’incontro rinnovato con Cristo, Verbo del Padrefatto carne: Egli sta all’inizio e alla fine e « tuttele cose sussistono in lui » (Col 1,17). Facciamosilenzio per ascoltare la Parola del Signore e permeditarla, affinché essa, mediante l’azione efficacedello Spirito Santo, continui a dimorare, a viveree a parlare a noi lungo tutti i giorni della nostravita. In tal modo la Chiesa sempre si rinnova eringiovanisce grazie alla Parola del Signore che rimanein eterno (cfr 1 Pt 1,25; Is 40,8). Così anchenoi potremo entrare nel grande dialogo nuzialecon cui si chiude la sacra Scrittura: « Lo Spiritoe la sposa dicono: “Vieni!”. E chi ascolta ripeta:“Vieni!” … Colui che attesta queste cose dice: “Sì,vengo presto!”. Amen. Vieni, Signore Gesù ». (Ap22,17.20).Dato a Roma, presso San Pietro, il 30 settembre,memoria di San Girolamo, dell’anno 2010,sesto del mio Pontificato.193
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LIBRERIA EDITRICE VATICANACITTÀ DE
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Infatti, la Chiesa si fonda sulla P
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continuità del proprio cammino sot
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Come non ricordare poi che durante
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PRIMA PARTEVERBUM DEI« In principi
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pare alla vita divina in Cristo. Il
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Legge nuova, la Legge del Vangelo,
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come l’unico Dio vivo e vero, in
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Seguendo il racconto dei Vangeli, n
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vata può introdurre nuovi accenti,
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Lo stesso Spirito, che ha parlato p
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Dio per il dono dello Spirito sui f
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definitiva, è la viva Tradizione d
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ile suggerire un’analogia: come i
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« furono fatti i cieli, dal soffio
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atto di intesa tra due parti uguali
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Egli ci dà le parole con cui possi
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dell’uomo di sottrarsi a questo d
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centro più intimo della verità cr
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L’ERMENEUTICA DELLA SACRA SCRITTU
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se l’autorità della Chiesa catto
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menta la comunione ecclesiale con q
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da studiare con i metodi della seri
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l’appartenenza della «determinaz
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Il pericolo del dualismo e l’erme
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nella preparazione delle omelie ».
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ifiuti aprioristicamente tutto ciò
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critico, dall’esegesi patristica
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iore: “Il Signore è lo Spirito,
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tende, in modi diversi, a contrappo
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questo tema. È importante, dunque,
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Papa Giovanni Paolo II ha dichiarat
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testo sacro nella sua autentica nat
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Sacro Magistero, studino e spieghin
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In questo lavoro di studio e di pre
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zione, la sacra Scrittura e il Magi
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che nei suoi scritti continuamente
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SECONDA PARTEVERBUM IN ECCLESIA« A
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Dice suggestivamente sant’Agostin
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no: « Io sono tuo, mi dono a te »
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gia quel modo di leggere e di inter
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e di Dio nella storia della salvezz
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in quei giorni non appare più come
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di Dio sta propriamente il mistero
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i suoi frutti arricchendo l’acces
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lettori una certa facilità nel per
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non ascolta nel suo intimo ». 213
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la sua contrizione, poi, è bene ch
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staccarsi, anche per un momento, da
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della Parola divina. In tal senso
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... Che invece dei gioielli e dei v
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della Chiesa Cattolica, in quanto r
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nel proprio stato di vita. 263 È n
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Da essa è sgorgato ogni carisma e
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