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ti vuole aiutare, e allora ti dice di goderti<br />
questo male, che in questo male c’è il<br />
sale della vita, che la vita alla fine è<br />
questo, misurarsi con questo male salato<br />
che ti impone di fare cose sbagliate<br />
e grandiose. Direbbe le stesse cose<br />
Nietzsche. Forse anche lui (ma non lo<br />
diceva perché qualche riserva che gli<br />
veniva dal cristianesimo gli faceva ritenere<br />
giusto di adorare soltanto Dioniso),<br />
forse anche lui amava Pan. Certo, perché<br />
Nietzsche sapeva che la vita non ha<br />
nulla a che fare con la serenità e la pulizia<br />
e questa cose qui. Quelle cose che<br />
piacciano agli orfici, questi maniaci dell’igiene<br />
e del politicamente corretto, e<br />
che poi sono piaciute ai cristiani, questi<br />
smaniosi di paradisi, inutile aggiungere<br />
artificiali, e via giù per lo scolo dei tempi<br />
fino ad oggi, fino a quest’epoca così pulita,<br />
in cui tutti se ne vanno in giro leggeri,<br />
con tutti questi pensieri leggeri,<br />
precotti, asciugati, che addormentano e<br />
che nientificano.<br />
Hillman ha anche scritto un libro su<br />
Pan 1 . Un libro che oggi, forse, nessuno<br />
legge davvero volentieri. È un libro pieno<br />
di stupri, e orge, e immagini raccapriccianti<br />
che fanno venire certe fantasie,<br />
fantasie da cui nascono molti pensieri.<br />
È il segreto della famosa intelligenza. È<br />
il segreto di quella che una volta si chiamava<br />
vita, la vita, quella cosa che viene<br />
da quelle immagini intelligenti e raccapriccianti<br />
che fanno venire voglia di fare<br />
l’amore e filosofare nello stesso tempo,<br />
come in un poema indiano. Fare l’amore<br />
e dirsi cose che fanno accapponare: la<br />
vita è solo un sogno e io ti farei di tutto.<br />
Le immagini che ci spara in testa Pan, al<br />
meriggio, quando veniamo presi dalla<br />
foja e, quindi, dal panico. O dal panico,<br />
e quindi dalla foja. Di queste immagini<br />
Hillman, in questo libro, spiega la necessità<br />
ineludibile. È un libro ineludibile<br />
e necessario.<br />
Ma non è l’avere scritto un libro su<br />
Pan, che ha reso interessante ai miei<br />
occhi Hillman come se avessi davanti<br />
l’immagine potente del dio.<br />
In realtà, della forza raccapricciante<br />
delle immagini, delle immagini che vivono<br />
fuori e dentro di noi, nelle quali<br />
viviamo, e che possiamo chiamare l’anima,<br />
la nostra anima o l’anima del mondo,<br />
di queste immagini Hillman ha scritto<br />
incessantemente, in ogni suo libro,<br />
che è un solo libro. Un libro scritto come<br />
fosse un inno a Pan? Un unico grande<br />
inno scritto da Pan stesso? O sono io<br />
che sto scrivendo un inno? E a chi? Non<br />
lo so, anche perché, a questo punto,<br />
sentendo sempre di più nelle mie parole<br />
l’impulso di questo inno, mi diventa difficile<br />
capire se parlo di Hillman o di Pan.<br />
Però, mi diventa chiaro, infine, perché<br />
parlo di tutto questo.<br />
È una questione poetica. Parlo di tutto<br />
questo perché sto parlando della poesia<br />
che viene da Pan per via della paura e<br />
del desiderio che mette dentro le cose,<br />
con tutto ciò che ne consegue. È un<br />
1 J. Hillman, Saggio su Pan, Adelphi edizioni, Milano 1977.<br />
FUOR ASSE<br />
146 Biblioteca Essenziale