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FuoriAsse_n_22

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ti vuole aiutare, e allora ti dice di goderti<br />

questo male, che in questo male c’è il<br />

sale della vita, che la vita alla fine è<br />

questo, misurarsi con questo male salato<br />

che ti impone di fare cose sbagliate<br />

e grandiose. Direbbe le stesse cose<br />

Nietzsche. Forse anche lui (ma non lo<br />

diceva perché qualche riserva che gli<br />

veniva dal cristianesimo gli faceva ritenere<br />

giusto di adorare soltanto Dioniso),<br />

forse anche lui amava Pan. Certo, perché<br />

Nietzsche sapeva che la vita non ha<br />

nulla a che fare con la serenità e la pulizia<br />

e questa cose qui. Quelle cose che<br />

piacciano agli orfici, questi maniaci dell’igiene<br />

e del politicamente corretto, e<br />

che poi sono piaciute ai cristiani, questi<br />

smaniosi di paradisi, inutile aggiungere<br />

artificiali, e via giù per lo scolo dei tempi<br />

fino ad oggi, fino a quest’epoca così pulita,<br />

in cui tutti se ne vanno in giro leggeri,<br />

con tutti questi pensieri leggeri,<br />

precotti, asciugati, che addormentano e<br />

che nientificano.<br />

Hillman ha anche scritto un libro su<br />

Pan 1 . Un libro che oggi, forse, nessuno<br />

legge davvero volentieri. È un libro pieno<br />

di stupri, e orge, e immagini raccapriccianti<br />

che fanno venire certe fantasie,<br />

fantasie da cui nascono molti pensieri.<br />

È il segreto della famosa intelligenza. È<br />

il segreto di quella che una volta si chiamava<br />

vita, la vita, quella cosa che viene<br />

da quelle immagini intelligenti e raccapriccianti<br />

che fanno venire voglia di fare<br />

l’amore e filosofare nello stesso tempo,<br />

come in un poema indiano. Fare l’amore<br />

e dirsi cose che fanno accapponare: la<br />

vita è solo un sogno e io ti farei di tutto.<br />

Le immagini che ci spara in testa Pan, al<br />

meriggio, quando veniamo presi dalla<br />

foja e, quindi, dal panico. O dal panico,<br />

e quindi dalla foja. Di queste immagini<br />

Hillman, in questo libro, spiega la necessità<br />

ineludibile. È un libro ineludibile<br />

e necessario.<br />

Ma non è l’avere scritto un libro su<br />

Pan, che ha reso interessante ai miei<br />

occhi Hillman come se avessi davanti<br />

l’immagine potente del dio.<br />

In realtà, della forza raccapricciante<br />

delle immagini, delle immagini che vivono<br />

fuori e dentro di noi, nelle quali<br />

viviamo, e che possiamo chiamare l’anima,<br />

la nostra anima o l’anima del mondo,<br />

di queste immagini Hillman ha scritto<br />

incessantemente, in ogni suo libro,<br />

che è un solo libro. Un libro scritto come<br />

fosse un inno a Pan? Un unico grande<br />

inno scritto da Pan stesso? O sono io<br />

che sto scrivendo un inno? E a chi? Non<br />

lo so, anche perché, a questo punto,<br />

sentendo sempre di più nelle mie parole<br />

l’impulso di questo inno, mi diventa difficile<br />

capire se parlo di Hillman o di Pan.<br />

Però, mi diventa chiaro, infine, perché<br />

parlo di tutto questo.<br />

È una questione poetica. Parlo di tutto<br />

questo perché sto parlando della poesia<br />

che viene da Pan per via della paura e<br />

del desiderio che mette dentro le cose,<br />

con tutto ciò che ne consegue. È un<br />

1 J. Hillman, Saggio su Pan, Adelphi edizioni, Milano 1977.<br />

FUOR ASSE<br />

146 Biblioteca Essenziale

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