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iattualizzando una tradizione fenomenologica<br />
da Husserl a Merleau-Ponty, è<br />
come «la categoria di intersoggettività»<br />
possa essere oggi ancora utilizzata nella<br />
formazione dell’identità soggettiva, come<br />
il «riconoscimento operato dall’alterità»<br />
possa avere ancora valore nella percezione<br />
e nello sviluppo della propria<br />
identità.<br />
L’integrazione dell’altro, lo sappiamo,<br />
richiede un ridimensionamento dell’io,<br />
ce lo ricordano Husserl, Merleau-Ponty,<br />
ma già anche Leibniz, aggiungiamo noi;<br />
tuttavia, questo depotenziamento è perlopiù<br />
avvertito come limite alla propria<br />
potenza espansiva. La presenza condizionante<br />
dell’altro si può tradurre allora<br />
solo in estenuante conflitto? Ne era convinto<br />
Sartre: «il conflitto è il senso originario<br />
dell’essere-per-altri» (L’essere e il<br />
nulla, 1943). Foucault (La volontà di<br />
sapere, in Storia della sessualità, 1976)<br />
da parte sua analizza come il potere si<br />
eserciti non sulla base di un unico<br />
«centro di sovranità», ma «a partire da<br />
innumerevoli punti, e nel gioco di relazioni<br />
diseguali e mobili». Dunque in quel -<br />
l’incessante scambio solidale dei ruoli<br />
servo-padrone – nel tentativo di affermare,<br />
per ciascuna delle parti, sempre<br />
il ruolo di padrone – che ci mostra molta<br />
letteratura oggi: a partire da Cecità<br />
(1995) di Saramago, dai romanzi di<br />
Philip Roth, L’animale morente (2001) e<br />
Umiliazione (2009) a La comparsa (2014)<br />
di Abraham B. Yehoshua fino all’estre -<br />
mo Cosmopolis (2003) di De Lillo; tutti<br />
esempi calzanti che Mazzarella esamina<br />
attentamente.<br />
Se la dialettica hegeliana, attraverso il<br />
ribaltamento della dipendenza mirava<br />
a una ideale emancipazione del servo<br />
– l’uomo storico –, oggi sembra prevalere<br />
la circolarità di un legame di dipendenza,<br />
in cui, a turno, entrambe le parti<br />
si scoprono in debito verso l’altro, in<br />
cui ciascuno, a turno, vorrà assoggettare<br />
l’altro. Viviamo un’epoca di desimbolizzazione,<br />
ci ricorda Mazzarella: il simbolo<br />
non adempie più ad una funzione<br />
FUOR ASSE<br />
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©Sarthak Ghatak<br />
Il rovescio e il diritto