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BANDIERE<br />
di Silvia Tomasi<br />
@Alighiero Boetti, Mappa del mondo, 1971-1973 tela di lino ricamata, cm. 232 x 380. Castello di Rivoli- Museo d’arte<br />
contemporanea - Torino<br />
Silvia Tomasi, seguendo un cammino variegato di itinerari, mappe e luoghi, ripercorre<br />
compiutamente l’attività artistica di personaggi illustri quali Claudia<br />
Losi, Elena Berriola, Latifa Echakhch, Claes Oldenburg, El Anatsui, Alighiero<br />
Boetti e molti altri. Un progetto che viene raccontato su «<strong>FuoriAsse</strong>» nel corso di più<br />
pubblicazioni.<br />
How do I imagine being there? Come immagino di essere lì? è il titolo che la Losi dà<br />
a un suo allestimento del 2016, nelle sale della Collezione Maramotti a Reggio<br />
Emilia. Silvia Tomasi spiega: «un’espressione così geograficamente lontana dal<br />
perentorio e assertivo “You are here” di Google Maps» che, al contrario, «vuole certificare<br />
la nostra presenza nell’ologramma di un puntino sul video del cellulare».<br />
In questo nuovo paragrafo la Tomasi si sofferma sulle bandiere colorate di Alighiero<br />
Boetti, su quegli arazzi dai colori spettacolari che «mostrano i veleni della storia<br />
dagli anni Settanta agli anni Novanta»; Sui Porter-Series Tapestry e sui nove arazzi<br />
oversize di Street of the city di William Kentrige, l’artista sudafricano che, attraverso<br />
il suo lavoro, ha esplorato l’ingiustizia sociale, la memoria dell’apartheid. Altri artisti<br />
arazzieri sui quali la Tomasi si sofferma sono: Mona Hatoum, che rappresenta<br />
una terra compromessa da continui pericoli e dalla quale le grandi masse di popolazioni<br />
sono costrette a fuggire; El Anatsui dalla composizione «abbagliante e aurea».<br />
Caterina Arcangelo<br />
FUOR ASSE<br />
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Riflessi Metropolitani