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FuoriAsse_n_22

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moglie ha pure fatto uscire un articolo<br />

su di me, “Carlo Ferrari, un esempio di<br />

continui successi. Orgogliosi di essere<br />

suoi compaesani”.<br />

Perché oggi sono così triste invece?<br />

Alla mia destra improvvisamente la veduta<br />

di una collina con dei colori tendenti<br />

al giallo, data l’arsura eccezionale<br />

di questa rovente estate, mi riporta<br />

immediatamente ad un’altra collina,<br />

diversa. Ma oggi così simile.<br />

Imola, Faenza, Forlì. Cesena, ultima<br />

possibilità per svoltare verso Ravenna, e<br />

andare all’appuntamento.<br />

Oppure continuare verso sud, correre<br />

lungo quell’A14, la strada della gioia,<br />

che da bambino mi portava in vacanza<br />

alla guida di papà?<br />

Abbasso il volume dello stereo. Piede<br />

sull’acceleratore, sorpasso e manco l’ultimo<br />

svincolo per Ravenna, urlando<br />

con tutto l’odio che ho in corpo. “Vaffancuuuuuloooo!”.<br />

Credo che il vicino di corsia abbia sentito,<br />

ma posso solo immaginarlo.<br />

Improvvisamente il cuore mi sembra più<br />

calmo.<br />

Sono pronto a cavalcare la A14 per<br />

una lunga notte, in cui il mio principale<br />

alleato sarà il caffè.<br />

Il navigatore segnala sette ore per arrivare<br />

a Montelupo Lucano. Arriverei in<br />

piena notte, meglio arrivare il mattino<br />

presto. Farò delle tappe, sonnecchiando<br />

con la testa sul volante in qualche area<br />

di servizio o aiuola di sosta.<br />

Sono ormai trent’anni che non metto<br />

piede a Montelupo, da quando nonna<br />

non c’è più. Sono rimasti nei paraggi<br />

solo più la longeva Zì Filù coi suoi figli a<br />

coltivare le terre.<br />

Il marciare sciolto dell’auto è rilassante<br />

nella notte, la musica mi tiene compagnia,<br />

ma restare svegli è davvero una<br />

sfida; da bambini era un piacere farsi<br />

cullare dalle vibrazioni del motore e<br />

della strada.<br />

A Vasto vado in crisi, ricordo che era<br />

anche per papà il momento peggiore,<br />

mancano poche ore all’arrivo, ma il<br />

sonno è una bestia che ti si attacca alla<br />

faccia e cerca di chiuderti le palpebre, è<br />

una lotta. Secondo caffè della notte.<br />

L’effetto è immediato.<br />

Il momento più bello del viaggio verso<br />

sud è quando l’alba timida e rosa, tutto<br />

a un tratto, lascia lo spazio ad un sole<br />

pieno che colora di azzurro il cielo del<br />

mediterraneo, terso, puro, pulito.<br />

Esattamente il contrario di come mi<br />

sento dentro da un po’ di tempo a<br />

questa parte.<br />

Sul cellulare leggo gli insulti dei colleghi<br />

con cui avevo appuntamento per cena.<br />

Rispondo laconico: “un grave problema<br />

familiare mi rende impossibile proseguire,<br />

dobbiamo rimandare la firma delle<br />

carte alla prossima settimana. Ci vediamo<br />

lunedì prossimo in ufficio”.<br />

Spengo il telefono aziendale.<br />

Mancano pochi minuti di strada tortuosa,<br />

e finalmente vedrò la mitica collina<br />

di Montelupo, e di fianco la cima<br />

più alta su cui si arrocca il paese. Due<br />

montagne gemelle.<br />

La prima dal rilievo dolce, inabitata,<br />

interamente gialla di grano secco, col<br />

suo inconfondibile piccolo santuario<br />

bianco in cima.<br />

La seconda una montagna irta, dove<br />

alberi, rocce e case sembrano attaccate<br />

di forza.<br />

Ogni anno, a luglio, i pellegrini fedeli,<br />

in una lunga processione, partono dal<br />

mercato di Montelupo, che si trova a<br />

valle, per raggiungere il santuario della<br />

madonna di Montelupo, che una volta<br />

all’anno diventa il posto più importante<br />

del mondo, per le migliaia di fedeli che vi<br />

accorrono per lo meno.<br />

Procedo con l’auto. Eccola, gialla di<br />

grano secco, isolata e fiera, per ora la<br />

vedo solo di spalle a nascondere il santuario;<br />

alla prossima curva vedrò anche<br />

FUOR ASSE<br />

155<br />

Il principio dell’iceberg

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