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moglie ha pure fatto uscire un articolo<br />
su di me, “Carlo Ferrari, un esempio di<br />
continui successi. Orgogliosi di essere<br />
suoi compaesani”.<br />
Perché oggi sono così triste invece?<br />
Alla mia destra improvvisamente la veduta<br />
di una collina con dei colori tendenti<br />
al giallo, data l’arsura eccezionale<br />
di questa rovente estate, mi riporta<br />
immediatamente ad un’altra collina,<br />
diversa. Ma oggi così simile.<br />
Imola, Faenza, Forlì. Cesena, ultima<br />
possibilità per svoltare verso Ravenna, e<br />
andare all’appuntamento.<br />
Oppure continuare verso sud, correre<br />
lungo quell’A14, la strada della gioia,<br />
che da bambino mi portava in vacanza<br />
alla guida di papà?<br />
Abbasso il volume dello stereo. Piede<br />
sull’acceleratore, sorpasso e manco l’ultimo<br />
svincolo per Ravenna, urlando<br />
con tutto l’odio che ho in corpo. “Vaffancuuuuuloooo!”.<br />
Credo che il vicino di corsia abbia sentito,<br />
ma posso solo immaginarlo.<br />
Improvvisamente il cuore mi sembra più<br />
calmo.<br />
Sono pronto a cavalcare la A14 per<br />
una lunga notte, in cui il mio principale<br />
alleato sarà il caffè.<br />
Il navigatore segnala sette ore per arrivare<br />
a Montelupo Lucano. Arriverei in<br />
piena notte, meglio arrivare il mattino<br />
presto. Farò delle tappe, sonnecchiando<br />
con la testa sul volante in qualche area<br />
di servizio o aiuola di sosta.<br />
Sono ormai trent’anni che non metto<br />
piede a Montelupo, da quando nonna<br />
non c’è più. Sono rimasti nei paraggi<br />
solo più la longeva Zì Filù coi suoi figli a<br />
coltivare le terre.<br />
Il marciare sciolto dell’auto è rilassante<br />
nella notte, la musica mi tiene compagnia,<br />
ma restare svegli è davvero una<br />
sfida; da bambini era un piacere farsi<br />
cullare dalle vibrazioni del motore e<br />
della strada.<br />
A Vasto vado in crisi, ricordo che era<br />
anche per papà il momento peggiore,<br />
mancano poche ore all’arrivo, ma il<br />
sonno è una bestia che ti si attacca alla<br />
faccia e cerca di chiuderti le palpebre, è<br />
una lotta. Secondo caffè della notte.<br />
L’effetto è immediato.<br />
Il momento più bello del viaggio verso<br />
sud è quando l’alba timida e rosa, tutto<br />
a un tratto, lascia lo spazio ad un sole<br />
pieno che colora di azzurro il cielo del<br />
mediterraneo, terso, puro, pulito.<br />
Esattamente il contrario di come mi<br />
sento dentro da un po’ di tempo a<br />
questa parte.<br />
Sul cellulare leggo gli insulti dei colleghi<br />
con cui avevo appuntamento per cena.<br />
Rispondo laconico: “un grave problema<br />
familiare mi rende impossibile proseguire,<br />
dobbiamo rimandare la firma delle<br />
carte alla prossima settimana. Ci vediamo<br />
lunedì prossimo in ufficio”.<br />
Spengo il telefono aziendale.<br />
Mancano pochi minuti di strada tortuosa,<br />
e finalmente vedrò la mitica collina<br />
di Montelupo, e di fianco la cima<br />
più alta su cui si arrocca il paese. Due<br />
montagne gemelle.<br />
La prima dal rilievo dolce, inabitata,<br />
interamente gialla di grano secco, col<br />
suo inconfondibile piccolo santuario<br />
bianco in cima.<br />
La seconda una montagna irta, dove<br />
alberi, rocce e case sembrano attaccate<br />
di forza.<br />
Ogni anno, a luglio, i pellegrini fedeli,<br />
in una lunga processione, partono dal<br />
mercato di Montelupo, che si trova a<br />
valle, per raggiungere il santuario della<br />
madonna di Montelupo, che una volta<br />
all’anno diventa il posto più importante<br />
del mondo, per le migliaia di fedeli che vi<br />
accorrono per lo meno.<br />
Procedo con l’auto. Eccola, gialla di<br />
grano secco, isolata e fiera, per ora la<br />
vedo solo di spalle a nascondere il santuario;<br />
alla prossima curva vedrò anche<br />
FUOR ASSE<br />
155<br />
Il principio dell’iceberg