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casa agli artisti e intellettuali liberali del<br />
tempo. Negli anni ’20 è a Hollywood,<br />
protagonista del film The Tiger’s Coat e<br />
interprete di Riding with Death e I can<br />
Explain (esperienze che la deluderanno<br />
per via della natura troppo commerciale<br />
del cinema) e diventa modella e musa di<br />
fotografi come Jane Reece, Joha Hagemayer<br />
e, soprattutto, Edward Weston<br />
che la ritrarrà in celebri nudi che ammantarono<br />
il mito della sua spregiudicatezza.<br />
Ben presto Tina intreccerà una<br />
relazione amorosa con Weston ma, nel<br />
frattempo, nel 19<strong>22</strong>, raggiunge Robo,<br />
ammalato di vaiolo, in Messico.<br />
Tina arriva in tempo per dargli l’estremo<br />
saluto e scopre così un paese che non<br />
solo la affascinerà, ma in cui svilupperà<br />
anche la sua carriera artistica. Rientrata<br />
a San Francisco per l’improvvisa morte<br />
del padre, Tina torna in Messico nel<br />
’23, dopo aver dato alle stampe un libro<br />
di versi dedicato a Robo (The Book of<br />
Robo), proprio con Weston e il figlio<br />
Chandler ed è qui che la vita privata e<br />
politica diventeranno binomio inscindibile.<br />
La giovane donna entra in contatto<br />
con i grandi pittori muralisti Diego Rivera,<br />
Alfaro Siqueiros e Clemente Orozco,<br />
appartenenti al Sindacato rivoluzionario<br />
e fondatori del giornale El Machete,<br />
portavoce di una nuova cultura e in<br />
seguito organo ufficiale del Partito Comunista<br />
messicano. Con il tempo, la<br />
sua figura diviene sempre più nota: da<br />
Weston apprende l’arte della fotografia e<br />
ben presto acquisisce una sua autonomia<br />
espressiva tanto che, nel ’24, un’esposizione<br />
delle loro opere viene inaugurata<br />
nel Palacio de Minerìa. Tina sviluppa<br />
un suo linguaggio fotografico in<br />
cui rigore formale, sensibilità e tensione<br />
ideale pervadono gli scatti. Inizialmente<br />
si concentra su still-life, fiori, ritratti, su<br />
bianchi e neri ben calibrati e pastosi,<br />
estremamente vari nelle tonalità e nello<br />
sfumato, frutto di lunghe riflessioni ed<br />
esperimenti. Alle composizioni con volumi<br />
enfatizzati da tagli prospettici arditi<br />
e di ispirazione geometrica, si affiancano<br />
composizioni dalle linee più morbide,<br />
in cui il contrasto tra luce e ombra<br />
dona concretezza quasi carnale alle<br />
nature morte. Stadio (Messico, 1925) e<br />
Serbatoio n.1 (Messico, 1926), El Manito<br />
(Messico, 1924) o la celeberrima Calle<br />
(Messico 1924 circa) ne sono esempi tan -<br />
gibili. I primi riconoscimenti arrivano<br />
dagli esponenti dell’Estridentismo, un<br />
movimento messicano simile alle avanguardie<br />
europee quali futurismo e dadaismo,<br />
concentrato sulla lotta al “passatismo”.<br />
Il periodo a cavallo tra il 1925<br />
e il 1926, però, è anche quello del doloroso<br />
distacco da Edward Weston, che<br />
proprio nel ’26 decide di tornare definitivamente<br />
in California. I due si scriveranno<br />
per anni. Tina inizia a vivere di<br />
fotografia, si unisce a un altro uomo<br />
©Tina Modotti, Calle, 1924<br />
FUOR ASSE<br />
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BIANCA