You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
sostenere a partire dalle sue fondamenta.<br />
Poco dopo, e non a caso, il «poeta»<br />
deciderà di togliersi la vita e proprio<br />
sotto lo sguardo degli abitanti della<br />
casa, spettatori ammaliati dalla messa<br />
in scena della morte al di là del vetro; e<br />
da qui, complotti su complotti e, infine,<br />
la distruzione della casa da parte del<br />
suo stesso costruttore, «robot» dalle<br />
sembianze umane che ora ha tolto la<br />
«maschera» e si rivela come l’architetto<br />
della casa 12 .<br />
Al di là della trama, continuamente<br />
rivisitata, ciò che più colpisce del lavoro<br />
eisensteiniano è la libertà della cinepresa,<br />
il suo modo di guardare quasi «radiografico»<br />
alla Moholy-Nagy, che avrebbe<br />
dovuto portare lo spettatore a un totale<br />
«straniamento», in quanto sottoposto<br />
a un continuo cambio di punto di<br />
vista: «Des angles de vue absolument<br />
nouveaux» 13 . La cinepresa così concepita<br />
sembra suggerire un avvicinamento di<br />
Ejzenštejn a Vertov e al Kinoglaz, il cineocchio<br />
in grado di rivelare la verità dei<br />
fatti, che in questa circostanza guida<br />
lo spettatore all’interno della casa, della<br />
quale sarà l’unico a potere vedere tutto<br />
distintamente sin dall’inizio 14 .<br />
Man mano che la trasparenza del luogo<br />
si svela, la macchina da presa mostra<br />
sempre di più, i suoi movimenti si moltiplicano,<br />
il montaggio interno alla stessa<br />
inquadratura si fa più articolato 15 . Moltiplicare<br />
i rapporti interni all’inquadratura,<br />
grazie alla libertà della macchina<br />
e sfruttando le innumerevoli linee di<br />
fuga e di sguardo offerte dalla trasparenza<br />
delle superfici, significava anche<br />
trovarsi dinnanzi a uno spazio in grado<br />
di dilatarsi ancora: «La dimensione<br />
©Betina La Plante<br />
narrativa lascia man mano lo spazio alla<br />
dimensione visiva e teorica dell’immagine»<br />
16 . Prende piede, così, l’idea di<br />
uno schermo letteralmente gigantesco<br />
(Ecran monstre), dove i nuovi protagonisti<br />
della scena saranno gli oggetti galleggianti,<br />
lo spazio fluttuante o l’ascensore<br />
che taglia in verticale la casa, facendo<br />
grande uso della sovrimpressione che<br />
mostra in perfetta simultaneità ciò che<br />
accade dentro e fuori l’edificio 17 .<br />
L’espansione del meccanismo cinematografico<br />
tocca il suo culmine servendosi<br />
proprio di questo luogo utopistico,<br />
ma il dispositivo sognato dal cineasta<br />
russo ha raggiunto nel frattempo il suo<br />
limite ultimo e, dopo la moltiplicazione<br />
esagerata di uno sguardo (a)centrico,<br />
non può che sperimentare la propria<br />
stessa fine: quella del cinema – il film<br />
rimane, appunto, solo sulla carta – e<br />
soprattutto di un mito che nel Novecento<br />
aveva cambiato il modo di vedere<br />
le cose per molti. Finisce l’utopia della<br />
12 Ivi, pp. 103-104.<br />
13 Sergei M. Eisenstein, op. cit., p. 23.<br />
14 Antonio Somaini, op. cit., pp. 105-107.<br />
15 Daniele Dottorini, Glass House. Trasparenza e opacità del cinema, in “Fata Morgana”, n. 3, settembre-dicembre<br />
2007, p. 50.<br />
16 Ivi, p. 50.<br />
18 Antonio Somaini, op. cit., pp. 107-108.<br />
FUOR ASSE 98 Cinema